TC intervista Alberto Brizzi: “Non vedo l’ora di tornare in campo”

Il tennista lombardo Alberto Brizzi, 31 anni compiuti il 26 marzo scorso e numero 601 del ranking, si racconta ai microfoni di Tennis Circus.
Lo sfortunato atleta è reduce da un infortunio al ginocchio che lo ha costretto ad una operazione. L’intervento è stato eseguito all’Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano dal primario professor Berruto ed è stato perfettamente riuscito. Alberto racconta i suoi obiettivi per questa stagione.

A che punto è la guarigione dall’operazione al ginocchio? Quando pensi di riprendere gli allenamenti?

Sì, mi sono operato il 20 marzo perché avevo un problema di cartilagine. Ho passato 2 settimane con le stampelle e ora sto recuperando: farò un po’ di riabilitazione e poi, tra un mese e mezzo, spero di essere tornare in campo.

Parlaci dei tuoi inizi. Quando hai preso in mano per la prima volta la racchetta?

Ho iniziato all’età di 7 anni perché mio fratello giocava; girando per i tornei con lui, ogni tanto mi faceva giocare e divertire. Da lì direi che non mi sono più separato da questo sport.

Quando hai capito che poteva diventare la tua professione?

Beh, diciamo che da piccoli l’importante è divertirsi, ma poi arrivi a un certo punto che devi fare le cose un po’ più sul serio se vuoi continuare. All’età di 15 anni ho deciso di trasferirmi a Cividino nell’Accademia di Vavassori, per iniziare una nuova esperienza che mi avrebbe fatto capire cosa voleva dire diventare un tennista.

Sei stato n. 230 del ranking Atp: pensi di poter tornare in quelle posizioni?

Assolutamente sì, ormai ho 31 anni e per questo sport diciamo che non sono più un giovanotto, ma mi sento di non aver raggiunto i miei limiti e appunto per questo continuerò a giocare di sicuro per migliorare me stesso e il mio best-ranking.

Qual è la vittoria che ricordi con maggior piacere e perché?

Sicuramente la vittoria su Volandri al Challenger di Manerbio, sia perché lui è un grande giocatore e sia perché giocavo in casa ed è stato bello avere li con me tante persone care. Poi il match giocato al Challenger di Lugano contro Stan Wawrinka, perso per 6-4 7-6: una sconfitta che mi ha dato comunque un’enorme fiducia.

Quali pensi siano i tuoi colpi migliori e in quali puoi ancora migliorare?

Sono un giocatore che non ha un colpo migliore rispetto all altro: sono abbastanza completo e probabilmente il mio problema principale è proprio quello, non avere il colpo che fa la differenza. Il mio colpo da migliorare? Direi senza dubbio il servizio.

Quando eri più giovane ed anche adesso a quali giocatori ti sei maggiormente ispirato?

Da giovane mi piacevano molto Tim Enman e Marat Safin, anche se non rispecchiavano molto la mia tipologia di gioco; ora mi piace molto come gioca Nicolas Almagro.

Quali sono i tuoi obiettivi per questa stagione?

Purtroppo quest’anno quando riprenderò a metà stagione e quindi non sarà semplice mantenere una buona classifica. Di sicuro dopo 9-10 mesi di stop la cosa più bella e importante sarà tornare in campo, poi il resto verrà da sé.

Cosa ne pensi della proposta di togliere la seconda di servizio?

Mi sembra positivo: si parificherebbero molto i livelli e certi giocatori faticherebbero ad essere nelle loro attuali posizioni.

Con chi e dove ti stai allenando ora?

Attualmente mi alleno al Tennis Club Alberto Bonacossa di Milano con Uros Vico e per la parte atletica Alessando Buson.

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