Esclusiva Tennis Circus: i vincitori dell’edizione 2015 di Wimbledon

Amici cari, siete pronti a ricevere il più bel regalo della vostra vita? Fin dai suoi albori Tennis Circus, da quando ancora si scriveva in bianco e nero, ha fondato il proprio impegno sulla generosità nei confronti dei propri lettori. Stavolta però la stiamo per fare ben al di fuori del vaso. Abbiamo deciso di donarvi un’utopia, una chimera, un’astrazione. Stiamo infatti per regalarvi la possibilità di risparmiare due settimane della vostra vita. Si avete capito bene, la nostra mitomania è arrivata a tanto. Vi starete senz’altro chiedendo di cosa stiamo farneticando, è presto detto.

Col passare degli anni Wimbledon ha perso gran parte di quel fascino che lo rendeva l’appuntamento più atteso da ogni innamorato del tennis.
Il lussureggiante manto erboso di un tempo si è sempre più uniformato alla svilente omologazione delle superfici, assumendo le sembianze e le caratteristiche di un campo in terra battuta pitturato di verde con i pastelli.
Il gioco a rete ormai è diventato uno spauracchio per tutti i tennisti contemporanei, tanto che negli spogliatoi dell’All England Club campeggia un cartello tanto intimidatorio quanto emblematico.

“La direzione del torneo ricorda ai gentiluomini in campo che è severamente vietato avvicinarsi a meno di quattro metri dal net. Chiunque fosse sorpreso a trasgredire questo veto verrà sanzionato con l’immediata esclusione dal torneo e con una settimana di servizi sociali da effettuarsi nella comunità di Don Mazzi”.

A questo punto ci chiediamo e vi chiediamo: Che senso ha seguire un torneo che ha smarrito la propria identità?
In ragione di questo elementare assunto siamo giunti alla conclusione accennata in apertura. Dopo settimane intere passate a scartabellare statistiche di ogni tipo siamo riusciti a stabilire chi si aggiudicherà l’agognato trofeo londinese, sia in campo maschile che in campo femminile.

Grazie a questo massacrante lavoro vi libereremo da ore ed ore di soporifere partite, dalle pallosissime interruzioni per pioggia e, soprattutto, dalle gracchianti telecronache di Laura Golarsa.
Vediamo un po’ se ora avete ancora il coraggio di tradirci con Ubitennis.

SINGOLARE MASCHILE
Per ciò che concerne i bipedi pelosi la situazione era sufficientemente chiara ancor prima che si delineassero gli accoppiamenti. Il sorteggio ha semplicemente blindato le nostre granitiche certezze.
Per accrescere la suspance procediamo per esclusione. Ci sentiamo di escludere per la vittoria finale: Horacio Zeballos, Marinko Matosevic, Aleksandr Nedovyesov e Rafael Nadal.
Fatta questa prima consistente scrematura il resto viene da sè. Di seguito tracceremo il percorso dei tre favoriti alla vittoria finale anticipandovi, punto per punto, il percorso di ognuno, fino alla rivelazione del trionfatore dell’edizione 2015 di Wimbledon.  E adesso, se ne avete il coraggio, diteci che non avete un’irrefrenabile voglia di sbatterci contro la parete e limonarci come se non ci fosse un domani.

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NOVAK DJOKOVIC  – Per l’inconsolabile orfanello belgradese si prefigura un percorso agevole quanto una missione umanitaria nella striscia di Gaza. Nole esordirà contro Pippo Kohlschreiber, primatista europeo, assieme alla nazionale italiana di rugby, di batoste onorevoli. Il serbo, ancora scosso per il lutto parigino, perderà malamente il set d’apertura, salvo poi aggiudicarsi la contesa in 4 set, frutto di due tie-break e un 6-2 conclusivo. Nel secondo turno smetterà i panni del tennista per indossare quelli del becchino, al fine di tumulare il superstite della sfida tra nonno Nieminem e catetere Hewitt. Molti analisti danno come probabile un ottavo di finale di finale con Kevin Anderson, noi però ci permettiamo di dissentire da questi autorevoli minchioni. Il Frankestein sudafricano infatti verrà sbertucciato da Granollers nel secondo turno, che a sua volta verrà eliminato da Kokkinakis, che a sua volta sconfiggerà Leonardo Mayer, che al mercato mio padre comprò.

Ottavo di finale Djokovic- Kokkinakis. Novak strapperà chirurgicamente il servizio al poppante meticciato nei momenti cruciali del primo, del secondo e del terzo set, dando l’ennesima sculacciata a Kokkino bello.
Nei quarti a Nole capiterà in sorte Kei Nishikori, sempre che il nipponico non trovi il modo di lesionarsi l’unica articolazione ancora integra del suo friabile corpicino. Djokovic partirà con la furia agonistica di Olindo e Rosa, mortificando Nishikori con inusitata violenza. Questa mattanza però si interromperà sul 6-1 4-2 in favore del serbo. A questo punto Nole, dato per acquisito l’accesso alle semifinali, comincerà a pregustarsi la feroce vendetta su Stan Wawrinka, impegnato più tardi nel suo quarto di finale con Grigor Sharapov.
Nole, distratto da questi irresistibili propositi bellicosi, lascerà sempre più campo al cazzuto mandorlato, consentendogli di infilare un parziale di quattro giochi consecutivi che lo porteranno ad aggiudicarsi il secondo parziale.
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Vistosi sfumare il set da sotto gli occhi Nole perde il senno, sbroccando in modo così plateale da indignare persino Fognini. Il pubblico comincia a subissarlo di fischi. Nole inizialmente cerca di non trascendere ma poi, data l’insistenza delle provocazioni subite, reagisce nel peggior modo possibile, scandalizzando l’intero Regno Unito. Dopo aver perso anche il terzo set Nole si avvicina ad uno spettatore particolarmente esagitato della prima fila, seduto accanto alla consorte gravida. Djokovic, dopo aver ridotto a pochi cm la distanza dal focoso detrattore, proferisce al malcapitato parole pesanti come una Marion Bartoli:” Mi auguro che tua moglie partorisca il nuovo Paolo Brosio”.

Parole che scatenano la feroce reazione di tutta la platea, che scaglia contro il serbo centinaia di fragole intinte nella panna. Il giudice di sedia è costretto ad interrompere la partita e a sanzionare Djokovic con un warning letale, corrispettivo tennistico della sedia elettrica.
Novak lascia una moglie, un figlio, due barboncini, una barretta ipoglicemica e 8 titoli del grande Slam: 5 Australian Open, 2 Wimbledon e 1 U.S Open. Il Roland Garros no, quello si era premurato di lasciarlo quando era ancora in vita.

 Day Nine: The Championships - Wimbledon 2014

ROGER FEDERER
Il secolare baronetto ancora je l’ammolla, come direbbe Gianni Clerici. La corsa all’ottavo titolo Wimbledonico per lo svizzero sarà caratterizzata da una partenza vellutata e un prosieguo spinoso. Il primo spiedino di Roger sarà il bosniaco Dzhumur, la cui unica temibilità risiede nella pronuncia del cognome. L’elvetico, per rendere più appassionante la sfida, giocherà l’intero incontro emulando il dritto di Gulbis, il rovescio di Raonic e il servizio della Errani. Nemmeno questo slancio umanitario risparmierà al bosniaco un triplice 6-1. Nel secondo turno il babbo quadrigemellare dovrà vedersela con Sam Querrey, appena eletto tennista più erotico del mondo dall’ALTPDB (Associazione Lesbiche Totalmente Prive di Buongusto).

Anche in questo caso il match si tramuta in un ibrido tra un allenamento, un’esibizione e una mostra equestre (sempre per via del bel musino di Sam).
Dai sedicesimi di finale però, per il numero 2 del mondo, cominciano i cazzi aspri, come direbbe Rino Tommasi. Avversario di turno è Giacomo Calzino, in arte Jack Sock. Il panzerotto a stelle e strisce, dopo aver annientato a Parigi il Federer abusivo (Dimitrov), dimostrerà di poter insolentire anche la versione originale.
I primi tre set si decideranno tutti al tie break. Il primo se lo aggiudica Jack, il secondo Fed, il terzo nuovamente calzino. Nel quarto parziale sul 4-3 l’americano avrà due palle break per poter andare a servire per il match. Ad un passo dall’impresa della vita però Sock tituba, palesando la tipica sindrome da pannolone ripieno. Roger assiste al processo regressivo dell’avversario con innato spirito paterno, cambiando il pannolino a Giacomino e mettendolo a nanna a tempo indeterminato.

federer 2
Scampato il pericolo Federer potrà beneficiare di un turno di riposo, considerando che l’avversario più probabile negli ottavi potrebbe essere Feliciano Lopez, la cui verve agonistica è ormai pari a quella di Sara Tommasi.
L’ineludibile scoglio con cui si troverà a che fare nei quarti risponde al nome di Thomas Berdych, sempre più galvanizzato dalla cura “Valverdu”. In molti, tra esperti e semplici appassionati, si sono interrogati sulla natura di questo trattamento rivitalizzante del nuovo allenatore del ceco.

C’è chi ha ipotizzato un diverso approccio psicologico, chi ha rilevato accorgimenti tecnico-tattici e chi ha percepito un decisivo apporto motivazionale. Niente di tutto ciò. La cura Valverdu si basa sulla decisione di far togliere a Berdych quel cappellino da subnormale con cui, fino a qualche mese addietro, si faceva prendere per il culo lungo tutta l’asse terrestre.
Tornando al quarto di finale ci corre l’obbligo di segnalarvi che non durerà meno di tre ore e mezza, a cui andrà sommato il tempo di un paio di interruzioni dovute al dispiegamento del tetto per via  dela pioggia e di un medical time out per Berdych (indolenzimento della quarta vertebra lombare).

Non vi aspettate, data la durata della contesa, una di quelle partite che stravolgono il corso della storia tennistica. Sarà il classico match fuffa, in cui i primi 4 set vengono dominati a turno da uno o dall’altro contendente, per poi dar vita ad un quinto set infinito dominato  dai servizi, fino all’inevitabile tracollo dell’ottenebrato biondino . Se da mesi state disperatamente rimandando quella fottuta rettoscopia prescrittavi dal vostro solerte gastroenterologo vi consigliamo di approfittare di quella giornata per farvi ispezionare il retto, sarà senz’altro più gratificante.
A questo punto tra Roger e il sollevamento dell’ottava coppetta londinese rimane solo un ostacolo, la semifinale con lo scozzese Andy Murray, in quella che per una volta può davvero definirsi una finale anticipata.

 Andy-Murray

ANDY MURRAY
Se per Djokovic e Federer il sorteggio non è stato benevolo, lo stesso non si può dire per l’idolo di casa. Sin dal principio ha destato qualche sospetto la modalità dell’estrazione degli accoppiamenti, sospetti che si sono ulteriormente acuiti quando a dirigere le operazioni si è presentato Luciano Moggi travestito da Regina Madre. Difficile negare che ci sia stato del marcio nella configurazione del tabellone maschile, vista la sequenza di incontri burla assegnata ad Andy Murray.

Lo scozzese esordirà affrontando il finto kazako Kukushkin, detentore della striscia di sconfitte più lunga dai tempi di Volandri. Andy risolverà la pratica in meno di 40 minuti, lasciando all’emaciato rivale la bellezza di nove punti complessivi nell’arco dei tre set. Andrà poco meglio al colombiano Falla, vittima sacrificale del secondo turno. Non stiamo a farla troppo lunga anche perchè si è già capito come andrà a finire. Dopo aver impallinato pure Stakhovsky e Tsonga giungiamo alla già annunciata semi con Federer.

Roger sparerà subito tutte le cartucce, consapevole della limitata autonomia atletica residua. Andy farà fatica ad assorbire i moti tellurici delo svizzero, rimanendo aggrappato alla partita con le unghie ed i canini. Il primo set si conclude al tie break, nel corso del quale Federer si porta sul 5-2 e servizio. Grazie ad un lungolinea vincente su una prima esterna dello svizzero e ad un sanguinoso doppio fallo Murray recupera i due mini break di svantaggio, per poi tenere agevolmente i prori turni di servizio, garantendosi il set point sul servizio dell’elvetico. La prima è out di due metri, Federer chiama l’occhio di falco suscitando la sommessa ilarità di tutti gli astanti. Roger perde la concentrazione è serve una seconda talmente soffice ed invitante da essere sbranata dal famelico scozzese. Primo set Murray.

murray federer
Con il primo set di fatto si chiude la partita. Federer paga con gli interessi le fatiche del turno precedente, accentuate dalla frustrazione per l’imperdonabile spreco appena perpetrato. Murray macina punti su punti, trasformando la partita in un assolo che manda in visibilio il pubblico del centrale. In poco più di 2 ore Murray pone fine alle ultime velleità di Federer di conquistare l’ottavo Wimbledon della carriera.
In finale non ci sarà storia, Murray disporrà a proprio piacimento delle spoglie del povero Nishikori, giunto logoro e svuotato al più importante incontro della carriera.
Murray è il vincitore dell’edizione 2015 di Wimbledon.

SINGOLARE FEMMINILE
Vince Serena.
serena

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