Non solo Maria Sharapova: nella lista della Wada compaiono anche i nomi di Serena e Venus Williams, che sarebbero state trovate positive a sostanze proibite. Nella notte italiana un gruppo di hacker si è introdotto nell’area “Confidential” del sito Wada, l’Agenzia mondiale Anti-doping, con l’annotazione di alcune positività di diversi atleti americani che hanno preso parte alle ultime Olimpiadi di Rio de Janeiro, in programma lo scorso agosto. Tra i nomi spuntano quelli di Simone Biles, 4 medaglie d’oro e una di bronzo in Brasile (avrebbe assunto metilfenidato ed anfetamine), Elena Delle Donne, stella della pallacanestro, e anche Serena e Venus Williams.
NESSUN ILLECITO – Le due sorelle più vincenti della storia dello sport, che insieme hanno vinto 29 Slam solo in singolare, avrebbero assunto sostanze vietate dalla Wada. Serena avrebbe assunto il prednisone, Venus il triamcinolone, due tipi di corticosteroidi. Le statunitensi avrebbero comunque ricevuto l’approvazione di assumere le sostanze da parte di Adams, l’organo gestionale della Wada, per “comprovate necessità terapeutiche”. Secondo il regolamento, infatti, gli sportivi possono assumere anche farmaci proibiti dalla Wada senza ricorrere a sanzioni dietro autorizzazione se hanno necessità di prenderle per motivi di salute, rispettando in modo meticoloso le indicazioni di assunzione concordate con l’Agenzia anti-doping. Venus e Serena dunque – è bene chiarirlo – avrebbero assunto queste sostanze senza commettere alcun illecito. Il prednisone è un ormone sintetico, che si assume anche per via orale, ed è usato per trattare disturbi del sistema immunitario e problemi infiammatori; il tiamcinolone è usato per varie cure cliniche, dalle allergie ai disturbi dermatologici. Serena avrebbe fatto la richiesta per assumere il prednisone dal 21 al 30 marzo 2014 (in quel periodo aveva vinto un torneo, il Premier Mandatory di Miami); Venus invece avrebbe preso la sostanza tra la fine del 2011 e gennaio 2012. L’obiettivo degli hacker russi, dopo la condanna di Maria Sharapova e di molti altri atleti russi trovati positivi al doping, è senza dubbio quello di mettere in luce una questione spinosa per lo sport statunitense: il doping non c’è solo in Russia, ma in tutto il mondo. Anche se in questo caso non c’è nulla di illecito dal punto di vista del regolamento, molti hanno parlato addirittura di “doping legalizzato” dalla Wada, in favore di sportivi Usa.
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decidono loro chi le prende a fin di bene e chi no..