Jelena “Bum Bum” Ostapenko entra prepotentemente e a suon di vincenti nella storia, perlomeno recente, del Roland Garros. Impressionante upset quello della giovane lettone, che diventa la prima esponente della tanto invocata categoria NextGen ad imporsi in un torneo del grande Slam.
E si impone con una rabbia ed una potenza veramente impressionanti, rimontando una partita che nella prima ora era girata completamente a favore della Halep. Stavolta è la tennista più esperta a cedere ai bollori giovanili di una generazione che fin ora aveva sì tanto scalpitato, ma senza mai arrivare a risultati così rilevanti. I rimpianti del giorno dopo saranno tanti per la tennista rumena, che si era trovata avanti un set e un break nel secondo.
Nonostante il primo parziale però, è la Ostapenko a tenere sempre e comunque in mano le redini della partita, che diventa una sorta di match in solitaria, dove ad affrontarsi in campo, di fatto, sono i vincenti e i non forzati della giovane lettone, che si alternano quasi matematicamente. La Halep, pur grande giocatrice difensiva, non si trova altra possibilità se non costringere la avversaria a dover giocare un vincente di troppo e a fare un non forzato in più. La strategia paga per un set e mezzo, finchè la Ostapenko non decide di sommergerla di vincenti. Come venuto fuori nei giorni scorsi infatti, la lettone tira il dritto ad una media oraria più forte pure di Andy Murray.
La strategia della Ostapenko invece è estramente semplice: cercare SEMPRE e comunque il vincente, in qualunque situazione, da qualunque parte del campo, con qualunque risultato. Mai un colpo interlocutorio, mai una palla corta, mai un appoggio, mai una voleè. Solo vincenti, solo non forzati. Nel primo set prevalgono i non forzati, nel secondo e terzo set è tutta un’altra storia.
Primo set
Parte fortissimo la Ostapenko che trova subito il break in apertura, giocando a tutto braccio. Ma la lettone fa e disfa, e comincia il valzer dei break e contro-break da una parte e dall’altra. Se da una parte piovono vincenti, ma anche non forzati, la calma della Halep sembra suggerire un destino già scritto per questa partita. La Ostapenko infatti è troppo dipendente dalla carica emotiva procuratagli da ogni vincente, e quando qualcosa va storto cede il passo alla rumena, che con esperienza piazza la zampata sul 4-4 e servizio Ostapenko. Per la prima volta nella partita, la Halep domina uno scambio senza affidarsi alla scelleratezza giovanile dell’avversaria, che subisce il contraccolpo e cede la battuta. Brava la Halep a chiudere al primo tentativo utile. Il primo set si chiude con un dato decisamente esplicativo: la Ostapenko mette a segno 14 vincenti e 23 non forzati; la Halep 1 vincente e 2 non forzati.
Secondo set
Parte di nuovo fortissimo la Ostapenko, che trova subito tre palle break in apertura, ma ancora una volta viene sopraffatta dall’emozione e la Halep riesce a tenere il servizio. Nel game successivo la rumena non contraccambia il favore, e alla terza palla break utile sale avanti 2-0. Con un game tirato, si gira il campo sul 3-0 Halep, e la partita adesso sembra tutta in discesa. La Ostapenko, pur piazzando vincenti assurdi, alterna tanti, troppi non forzati, che al netto regalano tanti punti alla Halep. E’ proprio a questo punto, però, che qualcosa gira nella partita. La Halep è stranamente nervosa, e a un certo punto ha un gesto di stizza nonostante il punteggio. Rimane un mistero il motivo; probabilmente frustrata dal non aver avuto un grosso peso reale sul risultato del match fino a quel momento, la Halep paga un piccolo calo, che coincide quasi magicamente con un impressionante aumento del livello di gioco della Ostapenko. Scocca l’ora di gioco esatta, quando inizia una nuova partita. La Ostapenko infila 4 giochi consecutivi impressionanti, soprattutto sul 3-3 e servizio Halep: ai vantaggi, la lettone tenta 5 risposte folli consecutive, a tutto braccio e a mille all’ora; 3 rimangono in campo e la portano per la prima volta in vantaggio nel secondo set. La Halep abbozza una reazione, ma più che una reazione è l’ennesimo piccolo calo della giovane avversaria. Piovono di nuovo vincenti, e il secondo set si chiude sul 6-4 Ostapenko.
Terzo set
Di nuovo, la Halep inizia bene il set e manda fuori giri più di una volta la avversaria. Sul 2-1, la Ostapenko cede un game disastroso, e la Halep è di nuovo in vantaggio senza esserselo apparentemente meritato. Ne sembrano entrambe consapevoli, e sul 3-1 Halep si gioca il game che decide la partita. Ostapenko fa tutto da sola e alterna vincente e non forzato, vincente e non forzato, vincente e non forzato, ma in questa alternanza si nutre di adrenalina allo stato puro; e l’alternanza si trasforma presto in un monologo di vincenti e risposte vincenti. Si va sul 3-3 e a questo punto è il destino a fare la sua scelta: su palla break Ostapenko, un tentato vincente sbatte sul nastro e, dopo essere rimasto sospeso almeno 10 minuti in aria, cade imprendibile per la Halep. Saranno 5 i game consecutivi della Ostapenko, dal 3-1 di svantaggio in questo terzo set. Un monologo di vincenti e non forzati, dove, al netto, stavolta, prevalgono i primi. Una forza d’animo impressionante per una giocatrice così giovane, che strappa prepotentemente dalle mani un titolo che per la Halep sembrava già vinto. Da lunedì sarà numero 12 del mondo.
Nota bene: la partita si chiude con 54 vincenti e 54 non forzati per la Ostapenko; 8 vincenti e 10 non forzati per la Halep. Un monologo.
Successo in fondo meritato per la Ostapenko. Il destino della lettone probabilmente è quello di una giocatrice che “si ama o si odia”. Molto emotiva in campo, un po’ prepotente, stizzosa, le sue partite fin ora sono un’altelena di alti e bassi. Oggi, solo dopo aver rischiato l’impossibile, hanno prevalso gli alti, come nel resto di queste due settimane magiche. Per la Halep un ennesimo rimpianto, ma una buona stagione sulla terra nonostante le due sconfitte su tre finali giocate; una giocatrice quantomeno ritrovata.