Jelena Ostapenko, una giovane lettone, bionda, dalla carnagione chiara, che ha fatto di Wimbledon il luogo in cui coronare i suoi sogni. I sogni di un’adolescente che si ritrova catapultata, ad appena 18 anni, nel tempio del tennis, nel giardino dei campioni, con alle spalle la sola esperienza del circuito ITF e di due prove dello Slam, vinte, ambedue a livello juniores, agli Australian Open e proprio a Wimbledon, poco meno di 12 mesi fa.
Ad attenderla all’esordio c’era la spagnola Carla Suarez Navarro, una delle avversarie più ostiche da incontrare per una promessa alle prime armi, poichè capace, con il suo angelico rovescio ad una mano, di attuare diverse variazioni, sia a livello tecnico che tattico. Tuttavia, complici probabilmente le difficoltà di adattamento alla superficie, la pratica per la giovane Jelena si è rivelata più semplice del previsto. Cinquantatrè minuti di assoluto dominio, coronati da ben 30 vincenti a fronte di 16 errori gratuiti della lettone, a dispetto di un solo vincente della Navarro, a dimostrazione dell’incapacità della spagnola di produrre gioco. La percentuale che colpisce maggiormente è quella dei “punti vinti con la prima di servizio”; ben 20 su 22 per la Ostapenko (91%), contro i 13 su 35 della Suarez (37%), dato che su erba è assolutamente decisivo data l’importanza del servizio. Un 6-2 6-0 che non ammette repliche.
La classe del ’97 si conferma quindi assoluta protagonista non solo dei Championships, ma anche della stagione su erba: nel giro di circa tre settimane, prima Ana Konjuh, poi Belinda Bencic, hanno incamerato il loro primo titolo WTA, rispettivamente a Nottingham e ad Eastbourne. Da non sottovalutare anche Ivana Jorovic, che, pur non essendosi ancora mostrata al grande tennis, ha ottenuto buone prestazioni già con la nazionale serba di Fed Cup. Jelena, nata a Riga, in Lettonia, un paese di certo non conosciuto per la sua predisposizione a sfornare talenti tennistici, ha già vinto 7 titoli a livello ITF, con un bilancio di 24 vittorie ed 8 sconfitte in stagione, ed un best ranking di numero 147 del mondo. Un inizio non male. Ad attenderla c’è ora Kristina Mladenovic, in un match difficile ma non impossibile, soprattutto considerati gli alti e bassi della francese.
In carriera ha già ottenuto diversi successi importanti, su Smitkova, ma soprattutto contro la Wickmayer e la Peer, entrambe giocatrici di alto livello in passato. Jelena però non vuole crearsi pressioni, e cerca di rimanere concentrata sul presente. La madre, nonchè allenatrice, è Jelena Jakovleva; il padre, allenatore di fitness, è Jevgenijs Ostapenko; il fratellastro è Maksim Ostapenko, laureato all’accademia delle arti di Los Angeles, dove attualmente risiede. Jelena ama molto gli animali ed ha un cane di nome Juljeta. Presa in mano la racchetta alla tenera età di 5 anni, sotto la supervisione della madre, la Ostapenko ha basato il suo gioco su due fondamentali che le permettono di essere sempre molto offensiva in fase di gioco: servizio e rovescio. Non a caso le sue superfici preferite sono l’erba ed il cemento, ed il torneo preferito è Wimbledon, che le evoca sempre bellissimi ricordi… Per chi non lo sapesse, Jelena è anche una giocatrice poliglotta, e vanta la conoscenza del russo, dell’inglese e del lettone. I suoi idoli tennistici sono Serena Williams ed il connazionale Ernest Gulbis, del quale ama il carattere e l’essere genio e sregolatezza. La Ostapenko, che ama passare il tempo libero con i genitori, il cane, ascoltando musica ed uscendo con gli amici, è stata anche una ballerina professionista di sala, per ben sette anni.