Angelique Kerber, attuale numero 12 al mondo, dopo un 2016 dominato, che le ha portato in dote due Slam, la finale delle Olimpiadi a Rio e quella delle Wta Finals di Singapore, per la tedesca è iniziato un lento declino. La tennista di Brema, con un patrimonio tennistico accumulato di 20 milioni e proprietaria di una catena di negozi, è calata vistosamente in questo 2017, perdendo match ma sopratutto la propria identità di gioco, sempre molto difensivo. Un viaggio nella crisi della seconda vincitrice tedesca di sempre di un Major, dopo Steffi Graf…
SLIDING DOORS- Per la classe ’88, un ribaltamento della propria carriera, con un destino che prima le ha riservato i successi più importanti della sua vita lo scorso anno, con vari anni di apprendistato, ma oggi, a 29 anni, le porte della vittoria, si sono bloccate, in attesa di una rinascita, a cui aspirare ormai per il prossimo 2018. Come citato prima, un 2016 da incorniciare, con il 2015 a fare da aprifila per i successi dell’anno della consacrazione. A 27 anni, la tedesca, dopo diversi anni di pratica e sconfitte, subite per via di un gioco troppo difensivo, subendo brutte batoste contro giocatrici amanti del bel gioco. Basti pensare, che i primi dei suoi 10 titoli conquistati fino ad oggi, siano stati conquistati solo nel 2012, caratteristica di varie giocatrici che “esplodono” in un periodo piuttosto maturo, complice alti e bassi che caratterizzano le stagioni all’interno del circuito femminile. Proprio nel 2012, raggiunse il suo best score al Roland Garros, i quarti di finale; ma non sarà certo il miglior piazzamento negli Slam. Infatti, la giocatrice tedesca, dopo i trofei a Parigi e Copenaghen, e le sconfitte ad Eastbourne e Cincinnati, è riuscita sempre a migliorarsi, eccetto nel 2014, anno in cui ebbe vari problemi, complice una spietata concorrenza, e la stagione in corso. Dopo la parentesi nel 2013, in cui si contraddistingue per il suo gioco soprattutto sul cemento ed erba, superficie sulle quali gioca meglio, e l’anno già citato del 2014, privo di successi, la Kerber diventa grande. A 27 anni, la tennista di Brema, inizia a rendersi protagonista nel circuito con grandi prestazioni nel 2015, anno più ricco di trofei, ben 4, a cui si aggiunge la finale persa di Hong Kong. Ed è proprio attraverso la sconfitta che Angie ha imparato a vincere, in particolar modo dopo le 4 finali perse del 2014, acquisendo un’altra attitudine durante i match, soprattuto negli atti finali. Nel 2015 arriva il preludio al successo dell’anno seguente, con le vittorie di Charleston, il primo dei due trofei raggiunti a Stoccarda, Birmingham e la vendetta avuta a Stanford dopo la sconfitta dell’anno prima. Il cambio d’atteggiamento è sicuramente derivato dalle sconfitte amare del 2014 a Sydney e Eastbourne, in aggiunta ad un tennis migliorato e la consapevolezza di giocarsela con chiunque. Ed infatti, questa fiducia prosegue l’anno successivo, l’anno migliore della tedesca, che inizia a Brisbane, con ben due sconfitte in finale singolare e di doppio. Ma, appunto, queste sconfitte non fanno altro che maturare la tedesca, che sfrutta le finali perse come motivo di migliorarsi, e migliorare la propria classifica, arrampicandosi fino alla vetta. Sempre a gennaio infatti, arriva l’inaspettato successo agli AO, diventando la seconda tedesca di sempre a vincere uno Slam: nel corso del torneo, batte Azarenka, Konta e in finale Serena Williams, mostrando il più bel tennis in carriera. Nonostante a primavera prosegue a corrente alterna, in cui raggiunge anche una semifinale Indian Wells, sembra l’alba di una nuova era. Il suo tennis si contrappone alla freschezza ed esplosività delle coetanee, ciò nonostante, vive una pazzesca estate, con la vittoria a Stoccarda e la seconda finale Slam in carriera, questa volta raggiunta a Wimbledon, con la numero 1 Miss Serena a prendersi la rivincita. Si ripete a Montreal, dove raggiunge la semifinale, perdendo da Simona Halep, e a Rio raggiunge la finale contro Monica Puig, contro cui riesce solo a prendersi la medaglia d’argento. Ritorna in quel di Cincinnati, ove conquista la finale, persa contro Karolína Plíšková, in uno scontro tra generazioni e future numero 1, poiché la tedesca appena poche settimane dopo conquisterà la vetta. Con la vittoria proprio sulla ceca in finale a New York, Angelique Kerber è diventata la più anziana a diventare per la prima volta numero 1 al mondo: segno di come la precocità sia fondamentale in questo sport. Il finale di stagione è un po’ deludente, ma si rifà alle Finals di Singapore, dove vince i tre match del Round Robin, battendo in semifinale la campionessa in carica Agnieszka Radwanska, prima di arrendersi alla Cibulkova, che era riuscita a battere nei gironi. Conclude l’anno da numero 1 al mondo, 3 titoli, di cui 2 Slam, ma anche 5 finali perse, sopratutto quando era data per favorita, e una in doppio. La Germania avrà trovato la tanto agognata erede di Lady Agassi?
ANNUS HORRIBILIS- Dall’anno mirabilis all’anno horribilis, il passo è breve. Le capacità di una persona celebre, stanno nel risollevarsi dalle difficoltà, nel rinnovarsi ma soprattutto nella continua ricerca del successo. Chiunque passa momenti difficili, ma superarli e vincere sarà ancor più soddisfacente della prima vittoria: è il mantra dello sportivo. Il caso della Kerber però è significativo: come spesso accade nel tennis femminile, purtroppo, tranne in alcuni casi, non c’è continuità, e probabilmente Serena Williams , resterà l’ultima ad essere stata capace di vincere, oltre la concorrenza e l’età, e chissà se anche dopo il parto (?). La tedesca ha fatto qualcosa di straordinario l’anno passato, sfruttando le assenze di Maria Sharapova, e alterne di Vika Azarenka, trovando sulla propria strada buone giocatrice, ma con Muguruza in crisi e Serena apparsa stanca e distratta da altri obiettivi. Complimenti alla tennista di Brema certo, ma uno sportivo va oltre il successo o la sconfitta, tentando sempre di migliorarsi. Probabilmente l’anno scorso, dopo i 2 Slam vinti, si è come sentita già sazia, oppure dopo la finale di Singapore, considerando la portata del match, probabilmente non è stata più capace di rinascere, di rinnovarsi. I dati alla mano sono eloquenti: dalla posizione numero 10 di inizio 2016, alla numero 1 per quasi un anno, e l’attuale #12, con la chiusura del cerchio. 0 trofei per lei quest’anno, cosa che non accadeva da tre anni, anno in cui per lo meno raggiunse 4 finali, al cospetto di 1, persa a Monterrey quest’anno. 28 vittorie e 20 sconfitte per la tedesca, una stagione avara di risultanti, con gli ottavi raggiunti a Melbourne e a Londra, dove difendeva le finali, come a New York, dove è uscita al primo turno come a Parigi. Delusioni negli Slam come negli altri tornei, con l’unica finale messicana persa per mano di Anastasia Pavlyuchenkova e lo squillo dei quarti ad Indian Wells, e poco blasonate semifinali di Dubai e Tokyo.
L’ULTIMO EPISODIO E IL 2018- Dopo i segni di rinascita mostrati in Giappone, un po’ tutti credevano potesse risalire un po’ la china, ma quest’anno Angie, è la lontana parente di quella meravigliosa ricamatrice da fondo campo, che l’anno scorso sbaragliava la concorrenza con la sua difesa estrema. Ma nell’ultimo torneo a cui ha partecipato a Pechino, povero di talento peraltro, ha perso l’ennesima partita stagione contro Alizé Cornet per 6-4 6-4, mostrando la propria impotenza contro l’avversaria francese. Ma al di là della sconfitta, questa volta, è subentrato anche il nervosismo della tedesca, che non ha accettato alcuni comportamenti della tennista avversaria, che ha appena raggiunto gli ottavi del torneo cinese, e con la quale ha avuto un battibecco a fine match nei pressi della rete. In attesa di dichiarazioni e scuse magari, la tedesca dovrà lavorare su sé stessa, magari capendo dove ha peccato nel gioco e nella mentalità, in una stagione disastrosa, difficile da pronosticare, alla luce dei risultanti dell’anno passato. Magari la tedesca potrebbe ripartire già da ora, staccando un po’ la spina in un finale privo di interessi, per rigenerarsi e dare nuovi stimoli ad una carriera che può dare ancora diversi anni. Ormai, nel tennis vi sono alti e bassi, ma per essere ricordata e continuare a vincere, bisogna sapersi rinnovare; ci proverai Angie, vero?