Non avevamo ancora finito di festeggiare la fantastica vittoria di Fabio Fognini su Rafael Nadal, la terza dell’anno per il ligure, che aveva raggiunto i primi ottavi di finale agli Us Open, battendo per la prima volta un top-10 sui campi duri. Dopo il sogno, la batosta di un’occasione mancata, che avrebbe riportato un italiano ai quarti di finale a Flushing Meadows dal 1977, quando vi riuscì Corrado Barazzutti.
Sul Louis Armstrong, il n. 2 d’Italia, n. 32 del mondo (ma tornerà in top-30 lunedì prossimo), viene battuto nettamente dallo spagnolo Feliciano Lopez, con il pesantissimo punteggio di 6-3 7-6(5) 6-4 in un’ora e 53 minuti, nella quale Fognini – a parte un buon secondo set, in cui era stato avanti 4 a 1 – non stato capace di lottare, di crederci e di entrare davvero in partita. Se avevamo ancora negli occhi la reazione dell’altro ieri, quando l’italiano aveva rimontato dopo essere stato sotto di due set e un break, prima di farsi rimontare e cedere in un pessimo tie-break – stasera si è arreso nel terzo set, lasciando via libera all’avversario, che ha dilagato fino al 6-1.
La prestazione deludente di ‘Fogna’, non vuole sminuire la bellissima prova di Feliciano Lopez, oggi particolarmente solido e ispirato, che è riuscito ad approfittare della partenza negativa dell’avversario per tenere in mano il gioco e confonderlo con il suo tennis elegante, tra variazioni, back e fantastiche volée vincenti a rete. Il tennista di Toledo, n. 19 del ranking, a quasi 34 anni conferma il suo grande momento, e dopo le vittorie su Fish e Raonic, oggi si regala i primi quarti di finale agli Us Open, dove attende Novak Djokovic.
Per Fabio questo era un match difficile, ma senza dubbio alla portata: quella di oggi si può definire un’amarissima sconfitta, perché la vera lotta che aveva infiammato il Centrale due giorni fa, oggi non c’è stata.
Continua, così, la cosiddetta ‘maledizione Nadal’, secondo cui nella stragrande maggioranza dei casi, i giocatori che battono l’ex n. 1 del mondo vengono sconfitti al turno successivo. Negli Slam, addirittura, è dal 2010 che chiunque supera Nadal, poi viene puntualmente battuto: David Ferrer agli Aus Open 2011, Lukas Rosol a Wimbledon nel 2012, Steve Darcis a Wimbledon 2013, Nick Kyrgios a Wimbledon nel 2014, Tomas Berdych agli Aus Open 2015, Dustin Brown a Wimbledon 2015: solo Novak Djokovic, che ha battuto Nadal ai quarti, ha vinto la partita successiva, per poi cedere in finale, in modo del tutto inaspettato, contro lo svizzero Stan Wawrinka. Anche Fabio, quest’anno, le tre volte che ha battuto Nadal (Rio de Janerio, Barcellona e, appunto, Us Open), ha sempre perso subito dopo.
LA CRONACA – Il primo set parte bene per Fabio Fognini, che ottiene ma spreca 3 palle break nel primo game. Sul 2 a 1 è però Lopez a ottenere due palle break, sul 15-40, che sfrutta alla prima occasione: da qui l’iberico riesce a non concedere alcuna occasione di contro-break a Fognini, grazie a un servizio molto efficace, e si aggiudica il parziale con un netto 6-3.
Nel secondo set Fognini parte molto meglio e riesce a strappare il servizio nel quarto gioco, salendo quindi 4 a 1, chiudendo con la battuta addirittura a 0. Qui però avviene la reazione dello spagnolo, che riesce a contro-breakkare nel settimo gioco e portarsi in parità sul 4 pari. Dopo due turni tenuti a 0, Fogna non riesce a rompere l’equilibrio e il match finisce al tie-break: qui Fogna fa 3 errori clamorosi e porta Lopez avanti 3 a 0, quindi 5 a 2. Fognini riesce ad avvicinarsi prima 5 a 4 e poi 6-5, ma poi spreca tutto con un dritto lungo.
Il terzo set, praticamente a senso unico, è dominato da un Lopez solido e tranquillo che domina facilmente l’italiano con un netto 6 a 1. L’unico game conquistato da Fabio avviene sul 3 a 0, dopo aver salvato 3 palle break; sul 4 a 1 l’italiano spreca un’occasione di contro-break e consegna il match e i quarti di finale all’avversario.
Per l’iberico ora il tabellone gli riserva un proibitivo quarto di finale con Djokovic, che sembra maggiormente alla portata vista la non proprio eccellente prestazione del serbo. Conto Bautista Agut, infatti, fatica molto più del previsto, finendo con il concedergli persino un set.
Lo spagnolo è apparso molto solido con le sue proverbiali geometrie di gioco, tanto da riuscire a mettere il numero uno in difficoltà in più di un’occasione. I molti errori del serbo sono stati però compensati da una differenza abominevole nel gioco, per il serbo molto più efficace.
Il primo set non regala particolari emozioni e se lo aggiudica come da pronostico il tennista serbo. Nel secondo lo spagnolo prende fiducia e mette a segno persino un break, che gli permetterà di pareggiare il conto dei set. La contro reazione di Djokovic non si fa affatto attendere e riprende in mano le redini del gioco.
Seppur con qualche difficoltà di troppo, riesce ad aggiudicarsi il terzo parziale, invertendo così l’inerzia del match. Il quarto set risulta essere fatale per lo spagnolo, a cui comunque va dato atto di un buon torneo disputato qui a New York. Viste le premesse l’ostacolo Feliciano Lopez potrebbe risultare più ostico del previsto.