Quando notiamo per la prima volta in un tabellone il nome di Elina Svitolina, quindicenne ucraina dalle grandi speranze, siamo già ai Roland Garros, ma cinque anni fa, nel 2010.
La graziosa tennista di Odessa, iniziata al tennis all’età di cinque anni dai genitori Mykhaylo e Olena, giunge in finale allo slam parigino, ma si tratta ancora di circuito junior. Elina conquista il titolo contro la tunisina Ons Jabeur, mettendo un seria ipoteca su un suo prossimo radioso futuro. Vincere un titolo slam juniores non sempre è sinonimo di una carriera professionistica eccelsa -ne sa qualcosa il bielorusso Uladzimir Ignatik-, ma è sicuramente un grande tassello che ci permette di prevedere il futuro, o almeno ci si tenta.
Allora Svitolina, dopo aver raggiunto due anni più tardi la seconda finale slam juniores -a Wimbledon, persa dalla ben nota Eugenie Bouchard -, inizia a comparire sempre più spesso nelle liste degli esperti e giornalisti come una tra le possibili future star della WTA.
Questo non accade a caso; sempre nel 2012 Elina appare per la prima volta in qualità non più di giocatrice juniores, ma professionista, nel tabellone di uno slam. Agli US Open Svitolina se la deve vedere con la ben più esperta Ana Ivanovic, dalla quale viene sconfitta in due set. Due mesi dopo l’ucraina conquista il primo titolo 125k sconfiggendo in finale Kimiko Date-Krumm, dopo essersi sbarazzata dell’ex-top 10 Andrea Petkovic.
Sono i primi segnali di una carriera nel circuito WTA che è tutt’ora in costruzione e che per due anni ha visto sia una portentosa scalata nel ranking, sia qualche sconfitta di troppo. Ancora teenager, la giovane Elina nel 2013 vede il suo miglior successo nella vittoria del suo primo titolo WTA, la Baku Cup, dopo aver battuto senza timore l’israeliana Shahar Peer in finale. La vittoria la proietta come un razzo al numero 49 del ranking mondiale e da qui all’attuale posizione -numero 19- intercorrerà un anno e mezzo.
Il 2014 è inizialmente altalenante, nonostante qualche vittoria di altissimo livello, Svitolina gravita sempre attorno alla posizione numero 30 del ranking, ma solo fino a metà stagione. Dopo la vittoria al primo turno degli Australian Open sulla testa di serie numero 19 Svetlana Kuznetsova e la riconferma in Azerbaijan della Baku Cup, Svitolina conquista la sua più importante vittoria in carriera: sconfiggere la recente vincitrice di Wimbledon Petra Kvitova al secondo turno di Cincinnati. Questa è un’iniezione di fiducia per Elina, che raggiungerà i quarti di finale. Mesi più tardi è in semifinale al Premier 5 di Wuhan, dopo aver battuto Angelique Kerber, dove petra Kvitova si riprende la rivincita.
Animata dal fuoco della dedizione e della determinazione, Elina Svitolina, nonostante la giovanissima età, sembra sapere perfettamente cosa volere e come fare per ottenerlo. Dotata di un rovescio preciso e di una mobilità invidiabile, come anche di un carattere forte e ed esplosivo, ci sta dimostrando in questo 2015 di cosa sia capace. Negli ultimi tre anni la giovane tennista, dall’aspetto così regale ma dal comportamento umile e a tratti collerico, ha fatto della costanza e della paziente ascesa il suo marchio di fabbrica, inanellando anno dopo anno vittorie sempre più importanti senza mai fare il passo più lungo della gamba.
Dopo una semifinale a Brisbane, un terzo turno agli Australian Open -dove ha strappato un set alla numero 1 Serena Williams-, gli ottavi di finale a Indian Wells e una semifinale a Bogotà, riesce ad agguantare il suo terzo titolo, il primo sulla terra, a Marrakech.
Eccoci giunti di nuovo a Parigi, al Roland Garros, dove Elina, maggiormente consapevole delle sue capacità, riesce a raggiungere il suo primo quarto di finale Slam. Tuttavia si spera che non sia la chiusura di un cerchio, ma un’ottima spinta sul trampolino di lancio per questa giovane ragazza -la seconda più giovane tra le prime venti dopo Madison Keys- dalla personalità interessante.