Federer al Roland Garros: sogno o son desto?

Il campionissimo svizzero si è fatto sfuggire alcune dichiarazioni che lasciano presagire la volontà di tornare a giocare sul rosso, dove manca da Roma 2016. Perché non provare allora proprio a Parigi, alla ricerca di un bis che avrebbe del surreale.

Roger Federer al Roland Garros? Dai, non si scherza con queste cose. Lo svizzero, per quanto allo stato attuale delle cose dominatore indiscusso del circuito, sembrava, coerentemente alla sua programmazione minima e quanto mai mirata volta alla massimizzazione dell’utile, aver accantonato le velleità sulla terra rossa, superficie sulla quale non gioca dal Master 1000 di Roma del 2016. Ancora più improbabile sembrava immaginare Roger tornare a danzare sui campi del Roland Garros, dove i 3 set su 5 sembravano fuori portata per il trentaseienne, soprattutto considerando la resistenza del Re della terra rossa (perdonateci la blasfemia), che l’anno scorso ha dimostrato di non aver intenzione di abdicare, per lo meno nel suo regno.

No, non abbiamo sbagliato tempo verbale: Roger potrebbe davvero tornare a Parigi, alla ricerca di un double che assumerebbe le sembianze di un’impresa storica, forse ancora più dell’ennesimo Wimbledon, forse ancora più del numero 1. La situazione dei diretti concorrenti, ma soprattutto le incognite sulle condizioni fisiche dell’eterno rivale Nadal, hanno forse spinto Roger a valutare lo scenario che fino a un paio di mesi fa pareva quantomeno utopico. “Sarebbe fantastico ritornare al Roland Garros. Il mio più grande sogno è quello di trionfare una seconda volta, anche se capisco quanto  possa essere difficile” queste le parole pronunciate dal numero 1 ai microfoni di Radio Montecarlo Sport. Parole che lasciano ben sperare, soprattutto se affiancate alle dichiarazioni concesse in occasione del Match for Africa, dove Roger ha compiuto un’analisi della sua carriera su terra battuta, una carriera resa non paragonabile a quella condotta sulle altre superficie solo dallo strapotere di Nadal sul mattone sgretolato; “A dire il vero posso dirmi giocatore da terra battuta. Ho giocato anche indoor, era quella la superficie dove mi allenavo durante l’inverno. Mi piaceva tantissimo giocare sulla terra; all’inizio della mia carriera ho incontrato difficoltà,  dal momento che sono stato sconfitto nei miei primi undici incontri, e poi ho impiegato parecchio tempo prima di riuscire a vincere il Roland Garros“.

Roger sogna, e i suoi tifosi con lui. Lo Svizzero però è ben consapevole del fatto che inseguire un sogno quasi irrealizzabile potrebbe costargli caro in ottica Wimbledon, così come gli era costato caro l’azzardo sul cemento americano dell’anno passato in ottica US Open. Certo è che Federer arriverebbe quest’anno a Parigi quasi sicuramente da numero 1, e le pressioni, da parte degli organizzatori e degli sponsor, ma non solo, saranno senz’altro maggiori. 

La storia d’amore fra Roger e Parigi potrebbe vivere un nuovo, forse finale, capitolo. Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti.

0 comments
  1. Giocare Parigi sarebbe la cazzata dell’anno, così come farsi ingolosire pensando che Nadal non si presenti in forma sul rosso. Spero che qualcuno del suo team lo distolga da questa fantasia…

  2. io credo che come unico torneo sul rosso e come n1 abbia un Po il dovere di andarci e seguendolo conoscendo come parla da una vita salvo problemi ci andrà! Nessuno ci ha ancora pensato ma dopo il bis in Australia Roger vuole darsi una ultima possibilità x un possibile grande slam! È questo il vero movente non tanto rivincere di x se il Roland garros

  3. A Wimbledon non deve dimostrare nulla…penso che farebbe bene a provare . Non ha nulla da perdere e nulla da dimostrare ma dal punto di vista suo personale , vincere ipoteticamente un RG sarebbe un tassello di enorme valore in questa sua fase di una carriera già irripetibile.

  4. Lascia perdere il roland garros perché lo sai bene che non lo potrai vincere mai se fossi in te penserei il torneo di Wimbledon almeno lì c’è una possibilità di vincere in bocca al lupo te lo dice un nadaliano

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