L’Italia della Davis può e deve crederci

Gli esclusi della Francia potrebbero probabilmente essere tutti titolari tra i "nostri", ma i galletti non vincono dentro i confini italiani dal 1927...

Tocca a noi. Da venerdì a domenica l’Italia sfiderà la Francia in un match valido per un posto nella semifinale dell’edizione 2018 della Coppa Davis. Si giocherà nel Circolo Tennis di Valletta Cambiaso, nei pressi di Genova, sul Centrale intitolato a Beppe Croce, storico marinaio della città.

Gli italiani, è bene ricordarlo, sono chiamati ad un’impresa: gli uomini di Barazzutti sfideranno i galletti capitanati da Yannick Noah, attuali detentori dell’Insalatiera e numeri uno del ranking mondiale a squadre. I precedenti sono sul cinque a cinque, ma gli azzurri non vincono contro i transalpini dal 1977, quando al Foro Italico il quartetto che l’anno prima vinse contro il Cile si impose quattro a uno; quella volta si giocò però a livello di semifinale. A guardare i quintetti convocati dai rispettivi capitani, si potrebbe oggettivamente pensare che gli esclusi francesi (per i motivi più disparati) potrebbero tranquillamente essere titolatissimi nell’Italia. Noah farà a meno infatti di gente come Tsonga, Gasquet e Monfils, che sono, nell’ordine, ai numeri 37, 38 e 42 del ranking mondiale; per ciò che concerne i “nostri”, invece, l’unico nei primi cinquanta è Fabio Fognini, mentre degli altri quattro il più in alto in classifica è Paolo Lorenzi (57 del pianeta).

Tra i convocati italiani, è giusto sottolineare che sono presenti diverse incognite, su tutte quella che risponde al nome di Andreas Seppi: l’altoatesino non gioca un match ufficiale da un mese e mezzo a causa delle infiltrazioni all’anca a cui è costretto a sottoporsi stagionalmente. Seppi in quel di Rotterdam (ultimo torneo giocato) era arrivato in semifinale arrendendosi solo a Roger Federer, dopo aver battuto, tra gli altri, Sascha Zverev, e sembra aver dato al proprio capitano le giuste risposte in questi primi giorni di allenamento. Verosimilmente si contenderà un posto con Paolo Lorenzi nel primo match di venerdì, in cui dall’altra parte della rete ci sarà con ogni probabilità Lucas Pouille. Tra le altre cose, anche in merito a Paolino, è necessario evidenziare che è stato lontano dal circuito per diverso tempo a causa di un infortunio al piede. Il toscano è tornato a giocare solo la settimana scorsa, perdendo nel primo turno del Challenger di San Luis Potosi contro Krajicek. Anche Simone Bolelli non ha avuto un inizio di 2018 indimenticabile: dopo essere arrivato in finale al Challenger di Punta del Este, ha perso al primo turno in quello di Santiago, e ai quarti a Marbella. Ovviamente, però, il bolognese è una risorsa importantissima nel doppio della seconda giornata, quando in coppia con Fognini affronterà il granitico e temibilissimo duo Mahut-Herbert: da quest’anno Simone sta giocando in coppia con Giannessi, e come miglior risultato vanta  una finale nel Challenger uruguaiano sopracitato.

L’unica certezza della sepdizione è rappresentata proprio da Fabio Fognini, fresco di ingresso nei primi venti del mondo. Il ligure, oltre che dal luogo geografico (si gioca praticamente a centotrenta chilometri dalla sua casa natale) sarà motivato anche dalla possibilità di prendersi la rivincita contro Jeremy Chardy. Fogna, infatti, è stato eliminato al primo turno di Indian Wells proprio dal francese in un match a dir poco controverso, e venerdì con tutta probabilità se lo ritroverà di fronte nel secondo singolare di giornata (a meno che, ovviamente, Noah non decida di schierare Mannarino). A chiudere il quintetto, spicca la bella e per certi versi inaspettata prima convocazione in azzurro per Matteo Berrettini.

Matteo Berrettini

Il romano sta dimostrando a suon di risultati di essere uno su cui l’Italia del tennis potrà contare negli anni a venire: in questo quarto di finale, però, giocherà con ogni probabilità solo in caso di infortunio di uno dei quattro nominati in precedenza.

Anche i nostri avversari, comunque, sono alle prese con alcune importanti defezioni e non tutti i cinque convocati (Pouille, Mannarino, Herbert, Mahut e Chardy) stanno esprimendo il loro miglior tennis in questo periodo. Dalla parte degli azzurri, inoltre, c’è un interessante dato statistico: la Francia ha vinto una sola volta all’interno dei nostri confini, nel 1927. Sarebbe un peccato interrompere proprio nel prossimo weekend questo “record” che sta per raggiungere i cento anni, no?

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