Dal fine settimana tennistico appena concluso, noi italiani siamo usciti con le ossa rotte, diciamocelo chiaramente, in Coppa Davis dai nostri giocatori ci aspettavamo di più. Siamo consapevoli che l’impresa con la Francia, almeno sulla carta era obiettivamente difficile, ma con il pubblico e la superficie a favore probabilmente qualcosa in più si poteva e doveva fare. L’Italia come sempre è apparsa “Fognini dipendente”, ed è questo molto probabilmente, nel bene e nel male, il nostro limite maggiore.
Detto ciò parliamo ora della competizione in generale, la sensazione che ci ha lasciati, soprattutto guardando la sfida tra Germania e Spagna, è che, passa il tempo, cambiano i giocatori, ma la Coppa Davis, quando i top players decidono di partecipare, continua ad avere sempre il suo fascino.
È indubbio altresì che negli ultimi tempi, la Davis abbia subito due grandi battute d’arresto, la prima con l’arrivo della Laver Cup e la seconda con la conferma della creazione di una Coppa del mondo per nazioni.
Chiederci a questo punto, cosa si possa fare affinché questa competizione possa restare sempre attuale ci è sembrato d’obbligo. Queste sono le nostre tre proposte:
1. Assegnare dei punti Atp ai partecipanti. È palese che la mancanza di assegnazione di punti per chi decide di partecipare sia un grande handicap per la competizione stessa. I top players posti davanti alla scelta di partecipare e quindi stancarsi fisicamente o peggio mettersi a rischio infortunio, piuttosto che riposare e passare del tempo con le proprie famiglie, non hanno dubbi, propendendo per la seconda ipotesi. Le cose a nostro avviso andrebbero diversamente, se dei punti venissero assegnati per la partecipazione e per i risultati raggiunti anche in questa competizione. Naturalmente i punti devono essere proporzionati agli altri tornei e non assolutamente irrisori com’è accaduto qualche anno fa.
2. Stabilire delle superfici fisse. Se ci pensate bene è assolutamente assurdo che nel bel mezzo della stagione su terra dei giocatori possano doversi trovare a giocare un fine settimana sul cemento, per poi tornare alla terra (o viceversa) come se nulla fosse. Basta avere un po’ di buon senso per capire che, ciò causa molti problemi a livello di articolazioni, il corpo dei giocatori di tennis mi sembra già sufficientemente messo a dura prova durante l’anno per dover subire anche questo ulteriore svantaggio. Si stabilisca allora che durante la stagione su cemento le partite di Davis debbano necessariamente essere giocate su cemento e così via anche per le altre stagioni.
3. STOP ai 5 set. Portare le partite a 3 set, abbreviare i tempi, gioverebbe a giocatori e spettatori. Stop dunque a quelle partite lunghissime, a tratti noiose per gli spettatori, ma anche e soprattutto logoranti per i tennisti stessi. Provate ad immaginare come possa uscire un tennista, psicologicamente e fisicamente da un fine settimana in cui ha giocato anche per 7-8 ore senza aver mai avuto modo di riposare realmente.
Con queste tre semplici modifiche a nostro modesto avviso, la competizione non si snaturerebbe ma nello stesso tempo andrebbe incontro ai grandi giocatori, che con la propria partecipazione farebbero crescere ancora di più la fama e la popolarità della Davis stessa.
Voi invece cosa cambiereste?