La rinascita del tennis cileno dopo Nicolás Massú

Nicolás Massú parla del tennis cileno, dichiarandosi soddisfatto dei progressi degli ultimi anni con Jarry e Garin. Grandi aspettative su di loro per il futuro.

Dopo l’era di Marcelo Ríos, Nicolás Massú e Fernando González, il tennis cileno ha affrontato un lungo periodo di crisi. Tanti giocatori a livello ITF e Challenger, ma nessuno era riuscito a sfondare il muro della Top 100 e a mostrarsi competitivo a livello ATP. Negli ultimi anni, però, si è riaccesa una speranza per il Cile, dapprima con Christian Garin e poi con Nicolas Jarry. Adesso che la situazione sembra più rosea, anche Nicolás Massú sembra positivo: “Come ho sempre detto, anno dopo anno il tennis cileno migliorerà sempre di più. Quest’anno è stato migliore dell’anno scorso e il prossimo lo sarà ancora di più. Garin, Jarry e Malla sono ancora giovani ma ci stiamo avvicinando ad un livello molto alto. Due o tre anni fa la situazione era diversa: oggi abbiamo una squadra molto più forte, più potente e ogni anno che passa torneremo sempre più competitivi. Questo significa che ci stiamo avvicinando al Gruppo Mondiale e potremo fare cose importanti.”

Sono ben due i cileni in Top 100: Nicolas Jarry e Christian Garin. Abbiamo conosciuto meglio Jarry a inizio anno, durante la finale di San Paolo contro il nostro Fabio Fognini. L’azzurro ha faticato e non poco per vincere il titolo, ma durante quel match il cileno ha messo in mostra il meglio del suo tennis, fatto di servizi potenti e precisi e colpi da fondo campo molto solidi. Indimenticabile un colpo giocato da Jarry, che ha lasciato tutti a bocca aperta: uno slice di dritto insolitamente veloce.

Grandi aspettative anche su Christian Garin, che con Jarry costituisce il futuro del tennis cileno. Massú ha speso buone parole anche su lui: “Christian ha sempre giocato bene, ha vinto il Roland Garros a soli 16 anni. È un ragazzo molto potente e la sua esplosione era solo questione di tempo. A volte nel tennis e nello sport bisogna aggiustare alcuni aspetti, come la fiducia, i tornei da giocare e tante situazioni. Ci sono giocatori che danno il meglio a 25 o 26 anni, mentre altri a 19 o 20. Siamo tutti diversi. I sudamericani a volte maturano tardi.” 

A differenza del suo compaesano, Garin, un anno più piccolo, non ha ancora raggiunto risultati di rilievo a livello ATP ma solo a livello Challenger. Proprio nelle ultime settimane dell’anno, ha vinto tre tornei Challenger consecutivamente a Campinas, Santo Domingo e Lima, tutti su terra battuta.
Inutile dire che entrambi dovranno migliorare sul veloce, ma potrebbero già essere dei protagonisti nella trasferta sudamericana del prossimo febbraio.

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