Circuito ATP: le dieci sconfitte più clamorose del 2018

Il 2018 è stato l'anno delle conferme per alcuni e dei grandi ritorni per altri, ma le sconfitte più eclatanti ed inaspettate della stagione hanno per protagonisti proprio gli atleti più vincenti e convincenti del 2018: Novak Djokovic, Roger Federer, Alexander Zverev, Marin Cilic, Juan Martin Del Potro e Dominic Thiem.

La grandezza del Tennis risiede nella sua imprevedibilità, asseriva ed asserisce tuttora il grande Rino Tommasi. Assistere alla disfatta dei migliori giocatori al mondo, per mano di rivali molto spesso meno titolati, è il motore che trasforma ogni partita in una battaglia senza quartiere, in cui il giocatore più umile è capace di tutto pur di godere di quel piccolo momento di gloria, che sa che non potrebbe ripetersi mai più. Quest’annata appena trascorsa è stata ricca di sorprese, con epiloghi del tutto inaspettati messi in atto da alcuni tennisti che hanno toccato, per una volta, il cielo con un dito. Andiamo a rivivere nello specifico le dieci sconfitte più clamorose dell’appena passata stagione, in base alla classifica stilata dal portale puntodebreak.com. 

1US Open, ottavi di finale: John Millman batte Roger Federer 3-6 7-5 7-6 (7) 7-6 (3)

Mentre nel cuore della notte buona parte del pubblico europeo dormiva, sereno e rassicurato dalla precedente vittoria (senza appello) dello svizzero su Nick Kyrgios, John Millman metteva in atto un uspset non prevedibile, approfittando dell’asfissiante caldo umido newyorkese a cui lui, invece, da buon australiano è abituato. Roger Federer, debilitato e privo di forze, butta al vento una fattibile qualificazione ai quarti di finale, messo all’angolo da palle piatte e pesanti, mentre il nativo di Brisbane si regala un momento di gloria irripetibile ai danni del suo giocatore preferito. Il risveglio per i tifosi europei sarà amaro, soprattutto quando conterà il numero irragionevole  di non forzati commessi dal maestro elvetico sia col dritto che col rovescio. Solo molto dopo si scoprirà che sono causa anche di un piccolo infortunio, mai del tutto risolto, accorso fin dai tempi di Wimbledon.

11 comments
    1. Sì Daniela, è stato forse il momento più basso della sua carriera, ma la sconfitta contro Ceck è stata più sanguinosa. Nessuno si aspettava un simile epilogo, dopo i buoni segnali visti a Roma e la precedente partita con Verdasco.

    2. Giuliana Cau Vero, ma Cecchinato ha dimostrato di saperci giocare sulla terra. Magari, se lui fosse stato al meglio, sarebbe stata più difficile per Cecchinato da vincere… Ma Nole poi ha fatto un finale di stagione da paura. Vincendo pressoché ovunque.

    3. Da quel momento è ripartito. Certo è che le scoppole con Daniel, Paire e Klizan sono state allucinanti. Dopo un’ora di gioco era a terra. Vincere Wimbledon si è rivelato fondamentale.

    4. Giuliana Cau Vero, ha fatto un Wimbledon eccezionale. Ho un piccolo rimpianto per quanto riguarda Federer lì. Se non avesse perso da Anderson… Comunque sia, vedremo nel 2019 cosa accadrà. Ci sono tanti giovani che stanno facendosi notare, e non considererei per nulla gli Slam già decisi in partenza. Resteranno favoriti i vari Federer, Nole e Nadal, ma non faranno di certo da comprimari tutti gli altri. Davvero non vedo l’ora che ricominci la stagione… Saranno tutti Slam molto accattivanti da vedere.

    5. Speriamo. Negli ultimi 2 anni solo gli AO sono stati davvero “entusiasmanti”. Salvo gli ultimi US Open dove si sono viste partite bellissime, a parte le semi e la finale.

  1. Grazie per il pezzo che riepiloga…un pezzo della stagione, quello del disonore e della vergogna: le sconfitte a sorpresa dei favoriti e dei migliori. Relativamente giustificate (data l’età) quelle di Federer, scorate e apparentemente drammatiche quelle di Djokovic (poi ci sarà la riscossa), inattese e segno di ancora scarsa maturità quelle di Zverev. E comunque sia, senza questi match contro pronostico il tennis sarebbe uno sport molto meno interessante da seguire. Gustoso il finale dell’articolo che lancia uno sguardo sull’imminente stagione 2019. Concordo sulla definizione del 2018 come anno di transizione tra vecchia e nuova generazione, il 2019, a rigor di logica, accentuerà questo andamento. I giovani si prenderanno il loro spazio e questo loro…”spazio vitale” sarà sempre più esteso ed importante.

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