Fino a qualche mese fa Naomi Osaka veniva spesso scambiata dai fan per la sua eroina, Serena Williams. Oggi la giapponese è uno dei volti più famosi nel mondo del tennis e difficilmente qualcuno potrà più confonderla con la giocatrice che ha superato nella sua prima finale Slam. In compenso, camminando per i viali del Tennyson Tennis Center di Brisbane, molti fan si fermano per salutare e fare i complimenti ad un’altra giocatrice, convinti che si tratti proprio di Naomi Osaka. Il suo nome in realtà è Destanee Aiava ed è una delle più forti e promettenti giocatrici australiane nel circuito. Appena 18enne, Aiava ha ritrovato il proprio tennis sui campi azzurri di Brisbane, ritornando a far parlare di sé dopo mesi difficili. Il suo destino sembra già scritto da diversi anni, eppure rimangono molti dubbi ad avvolgere la storia della giovane aussie, tanto devastante quanto discontinua in tutti i suoi match.
Destanee nasce a Melbourne nel maggio del 2000 ma le sue radici sono nel Pacifico, nelle isole Samoa. Il padre Mark è infatti figlio di due samoani ma nasce in Nuova Zelanda mentre la madre Rosie nasce nelle Samoa americane. Per Destanee nascere e crescere a Melbourne porta sicuramente molti più vantaggi a livello tennistico e non tarda a mettersi in mostra a livello nazionale e oltre. Succede tutto molto in fretta, nel 2015 e 2016 si dedica al circuito junior, ancora giovanissima rispetto a molte altre coetanee, ma a fine 2016 vince i campionati Under18 australiani, aggiudicandosi l’ambita wildcard per il tabellone principale degli Australian Open. Così facendo Aiava diventerà la prima giocatrice nata nel terzo millennio a disputare un match in un main draw Slam. Prima ancora di approdare a Melbourne l’allora 16enne riceve anche una wildcard per le qualificazioni del Premier di Brisbane, il primo appuntamento WTA dell’anno. Tre turni di qualificazioni, tre vittorie sensazionali in cui cede nel complesso 8 games. Al primo turno trova Bethanie Mattek Sands, la cui esperienza sembra aver poca presa sui fondamentali pesanti di Aiava, che diventa così anche la prima giocatrice del terzo millennio a vincere un match WTA. Al secondo turno c’è un muro ancora troppo spesso da abbattere, una Svetlana Kuznetsova in grande spolvero che archivia in due set la pratica e accede ai quarti di finale, ma il mondo del tennis comincia a puntare gli occhi sul piccolo diamante grezzo dalla potenza straripante. A Melbourne disputa un buon match con Mona Barthel senza riuscire però a portarlo a casa, ma è solo l’inizio della scalata. A febbraio arrivano due titoli ITF da $25.000 con vittorie su Kuzmova e Krejcikova, i suoi primi tornei vinti tra le professioniste in carriera, per poi debuttare in Fed Cup ad aprile. Al Roland Garros non supera il primo turno di qualificazioni, la terra rossa è indubbiamente la superficie in cui può ancora migliorare maggiormente, ma si rifà a Londra, dove passa due round per poi cedere sul più bello, subito prima del main draw.
Con un secondo turno di qualificazioni a New York Aiava raggiunge il best ranking di 147 al mondo e conclude l’anno con la prima finale in un $60.000 a Canberra, fermata dalla connazionale Olivia Rogowska. Una stagione con ottimi risultati ITF e le prime apparizioni nel circuito WTA, i primi riflettori puntati su di sé ma anche le prime critiche, affatto tenere. A fare più rumore sono dichiarazioni ciniche che poco si addicono ad una teenager che insegue il proprio sogno, tra cui frasi come “gioco solo per il denaro” e “non aiuta entrare in campo sperando che la partita finisca il più presto possibile”. Uscite tristi, estrapolate da un discorso più ampio in cui si inseriscono la situazione economica famigliare e la pressione che si può avere addosso quando ci si chiama “Destanee” – letterlamente fato, destino – e si è nelle prime 150 giocatrici al mondo a 17 anni.
Il 2018 si apre con una sconfitta nel torneo che la aveva lanciata, Brisbane, e un incontro di lusso a Melbourne, dove cede alla numero 1 Simona Halep dopo aver giocato un ottimo primo set. In primavera torna a macinare qualche risultato a livello ITF, tra cui un titolo nel $25.000 di Osaka e una finale nel $60.000 di Canberra, ma non riesce a raggiungere il livello WTA. Per chi l’ha vista giocare almeno una volta, questo non può che sembrare a dir poco strano, visti il peso di palla e il tempismo nel colpire. Ci sono sicuramente aspetti migliorabili, come la fase difensiva, ma con un servizio incisivo e una fase di forcing come la sua, entrare in top100 non dovrebbe essere un obiettivo troppo arduo. La stagione si conclude con tanti alti e bassi e poche certezze, ma soprattutto con il dubbio che questa carriera stia portando più stress e tristezza che soddisfazioni. Il 2019 dunque ha tutta l’aria di anno cruciale: la 18enne può provare a trovare determinazione e passione e scalare le classifiche, altrimenti forse sarebbe il caso di pensare ad una pausa, per capire cose desidera veramente, come fece Ashleigh Barty nel 2014 prima di tornare a giocare e vincere.
Intanto quest’anno inizia con il piede giusto: sprofondata attorno alla 250esima posizione, Destanee è al via nel tabellone di qualificazione a Brisbane, dove tutto ebbe inizio, e supera King, Minella e McHale, tornando nel tabellone principale due anni dopo il suo esordio. In un match per nulla semplice la giovane australiana sfrutta tutta la propria potenza fisica per demolire Kristina Mladenovic e regalarsi la sfida contro Naomi Osaka sul centrale. Non c’è nulla purtroppo che lei possa fare per intralciare la campionessa in carica degli Us Open, nonché numero 5 del mondo, che gioca un tennis molto simile al suo ma in modo decisamente più consistente. Una sconfitta più che comprensibile, che deve fare da trampolino e non da àncora per Aiava. Ancor più interessanti sono le parole della campionessa nipponica in conferenza stampa dopo il match, Osaka che ha avuto l’impressione di giocare contro una versione più giovane di sé stessa. Sorpresa dalla palla di Aiava, a sua detta una delle poche a reggere i suoi ritmi nello scambio, Naomi ha anche aggiunto di ricordare gli alti e bassi che aveva lei stessa a 18 anni e l’ottimo match di Destanee contro Halep lo scorso anno, aggiungendo di non avere consigli da darle se non quello di continuare a giocare. Con la semplicità e la naturalezza che la contraddistinguono, la giapponese sembra capire meglio di chiunque altro la situazione della nativa di Melbourne, con un tennis straordinario e le difficoltà nel convertire il talento in risultati. Nei prossimi mesi scopriremo se il nome di Destanee Aiava è destinato a diventare grande come quello di Naomi Osaka, che a sua volta, come in una storia infinita, cerca di raggiungere la sua eroina Serena e perché no, un giorno superarla anche.