Perché Djokovic non riceve il meritato rispetto?

Il numero 1 del mondo Novak Djokovic non riceve ancora il tifo è il rispetto che meriterebbe. Perché Nole non riesce a conquistare il cuore degli appassionati?

Cosa deve fare questo ragazzo?

Per cinque anni, da quando è riuscito con un miracolo ad annullare  duematch point a Federer nella semifinale degli Us Open 2010, Novak Djokovic è senza ombra di dubbio il migliore e più convincente giocatore del mondo. Gli altri hanno avuto i loro momenti brillanti- Federer, Nadal, Murray, Wawrinka e persino Cilic- ma nessuno si è neanche avvicinato a quello che ha fatto Djokovic, sia a livello di record- il serbo dal 2010 ha vinto 9 Slam, e ha fatto altre sette finali- che di prodezze sul campo. Le sue gambe e le sue braccia sembrano poter arrivare dappertutto, quando recuperano tutti i colpi, inclusi i servizi più veloci, cose che nessun altro giocatore è in grado di fare. A volte, come successo contro Federer in finale, “lascia anche il suo sangue sul campo”.

E ancora non è il campione della gente, come David Shefal aveva sottolineato in un’intervista del New York Times a Djokovic nella scorsa settimana. Le acclamazioni della folla per lui nella notte di Domenica erano brevi e “morbidi”, mentre il pubblico ruggiva ad ogni punto conquistato dal suo perenne favorito Roger Federer, o addirittura ad ogni prima di servizio sbagliata dal numero 1 del mondo. Di questo ovviamente Roger non ha alcuna colpa, e anzi lo  svizzero si è meritato tutto il tifo visti i suoi straordinari successi. Lui poteva anche ritirarsi sei anni fa- quando raggiunse l’ultima volta la finale agli Us Open prima di Domenica scorsa- e sarebbe stato sicuro senza alcun dubbio che la sua reputazione sarebbe stata al sicuro. Ma non lo ha fatto, e a 34 anni si gioca con la solita eleganza tutte le sue chance, contro avversari molto più giovani. Ed è probabile che continuerà a farlo nei prossimi anni.

E, forse, la compostezza di Federer in campo, la sua capacità di tenerli a distanza, lo rende per loro ancora più amato. Nella sua intervista post-match riconosce sempre i meriti del suo avversario, ma non lo considera mai superiore (avete mai sentito dire all’elvetico: “È stato migliore di me”? Spesso finisce per parlare di come ha giocato, anche dopo una sconfitta). Djokovic, nel frattempo, è il corteggiatore degli appassionati: loda sempre il suo avversario, la sua famiglia, i suoi coach, la folla, e prova sempre ad ottenere il supporto del pubblico, anche se finora questo atteggiamento ha lasciato molti tifosi indifferenti, nonostante gli anni di gioco brillante.

“È un grande uomo, è molto piacevole” ha detto John McEnroe la scorda notte, suggerendo mestamente che Djokovic merita più apprezzamenti. McEnroe è stato uno dei tanti esperti che ha evidenziato come Nole riceva poco supporto, nonostante si uno dei più forti di sempre è un grande ambasciatore per il nostro sport. E forse il serbo ha bisogno non solo di vincere tanti Slam, e in particolare il Roland Garros (l’unico major mancante alla sua grandissima bacheca), ma anche di conquistare il cuore dei tifosi, che lo ha aiutato a produrre il suo tennis mozzafiato.

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Forse Djokovic sta finalmente imparando a ignorare il pubblico ostile  però. La scorsa notte, nel suo discorso dopo la vittoria ha osannato come sempre Federer, oltre ad aver ringraziato il suo team e la sua famiglia. Lui non incolpa la folla che non lo ha tifato: “Penso che sia logico che un grande campione come Roger ha la maggior parte del tifo”, ha detto Nole. Ma, stranamente (anzi, logicamente) non ha ringraziato il pubblico, come fa di solito, e il suo discorso non conteneva nemmeno una parola falsa o ironica ringraziamento al pubblico. Dopo tutto, giocare duro per farcela non significa solo colpire risposte e colpi.

Fonte: New York Times

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