Mancano poche settimane all’inizio della nuova ATP Cup, competizione a squadre ufficiale dell’Association of Tennis Professionals e diretta concorrente della Coppa Davis (e della Laver Cup, se volete), organizzata dall’ITF, che si terrà in Australia a Perth, Brisbane e Sydney. In questi giorni sono stati resi noti i primi capitani delle Nazioni partecipanti, tra cui figurano i nomi di Boris Becker (Germania), Marat Safin (Russia), Thomas Muster (Austria), Tim Henman (Gran Bretagna) e Lleyton Hewitt (Australia). Proprio quest’ultimo, pronto a guidare gli aussies nel gruppo F contro Germania, Grecia e Canada, ha dichiarato di essersi in un primo momento preoccupato per l’infortunio sofferto durante la Coppa del mondo da uno dei suoi migliori Davisman, Nick Kyrgios.
L’IMPEGNO NELL’ATP CUP
Dopo aver guidato l’Australia alla vittoria del girone, infatti, Nick ha avuto una ricaduta e accusato problemi nella zona della clavicola destra, che già lo avevano costretto al ritiro in Laver Cup e allo stop forzato durante lo swing asiatico. Area che è sicuramente fondamentale per il gioco del nativo di Canberra che, come sappiamo, basa il suo tennis sul servizio, movimento per il quale tutto il complesso articolare della spalla è sollecitato.
LE DICHIARAZIONI DI HEWITT
“L’infortunio si è già presentato in un paio di occasioni, quindi crea un po’ di preoccupazione per l’inizio dell’estate australiana” dichiara il capitano, che spera di vedere il n.30 del mondo giocare molti match nei primi mesi del 2020. Nonostante ciò, però, Lleyton si è mostrato fiducioso sulle possibilità di recupero di Kyrgios in vista della nuova stagione e, più a breve termine, dell’ATP Cup, dove partirebbe titolare con Alex De Minaur: “Per ora sta andando tutto per il verso giusto. Ha iniziato la riabilitazione ed è già tornato sui campi”. “Rusty” si è poi espresso riguardo il feeling che intercorre tra Nick e il tennis australiano: “Mentalmente si trova in un ottimo status di forma. Ama l’ambiente che gira intorno alla squadra e competere al fianco dei compagni. Gioca sempre molto bene in Australia, spero possa farlo anche a gennaio”.
L’OCCHIO VIGILE DELL’ATP
Sulla imminente stagione del 24enne grava inoltre l’ammonizione inflittagli dall’ATP a settembre, dopo le intemperanze nel match contro Khachanov a Cincinnati, in cui Nick inveì pesantemente nei confronti dell’arbitro Murphy. Questa squalifica potrebbe ulteriormente condizionare la stagione, in quanto prevede uno stop di 16 settimane (intese come tournament-weeks) con condizionale: queste ultime diverrebbero effettive solo nel caso in cui il giocatore dovesse ricadere in comportamenti antisportivi nei prossimi 6 mesi.
Insomma: uomo avvisato, mezzo salvato. Oltretutto, il n.2 d’Australia è stato affiancato (sempre per volere dell’ATP) da uno psicologo a scopo rieducativo, in modo da non farlo ricadere in errore una volta passati questi mesi di (relativa) sospensione. Dopo un 2019 di alti e bassi, Nick è chiamato ad alzare il livello nella prossima stagione, in cui dovrà confermarsi come un leader della sua nazione ed esprimere al meglio il suo talento da top player. Di certo il clima di squadra e il supporto di un campione come Hewitt non potranno che aiutarlo in questa “maturazione tennistica” che dura a compiersi.
Di David Carrozzo