Nick Bollettieri: il giovane di 83 anni

Nicholas James Bollettieri, più noto a tutti come Nick è uno dei più grandi allenatori di tennis della storia, lui che da giovane si è diplomato in filosofia e non avendo nemmeno troppa dimestichezza con il tennis decise di abbandonare l’università di Miami per iniziare ad allenare nella prestigiosa Wayland Academy.

Dopo aver lavorato per diverse strutture, il guru del tennis decide nel 1981 di aprirne una propria a Bredenton in Florida fondando un’ Accademia la Nick Bollettieri Tennis Academy che si è evoluta in un enorme impianto che si estende su una superficie di quasi 800 mila metri quadri, un vero e proprio tempio dello sport a tempo pieno che conta più di 900 studenti in otto sport diversi. L’allenatore nato da genitori di origini italiane, ha cresciuto ed insegnato tennis a ben 10 tennisti poi diventati n.1 al mondo: Agassi, Becker, Rios, Courier e Sampras tra gli uomini; Serena e Venus William, Sharapova, Jankovic, Seles, Capriati e Hingis fra le donne.

Oggi Nick compie 83 anni, un mentore per tutti suoi allievi, pieno di saggezza e buoni consigli, un rivoluzionario nel suo campo di gioco che attraverso l’uso della mente ha insegnato ai suoi ragazzi come dominare una partita e vincerla. Disciplina è una delle parole chiave di Nick, quasi come se si fosse dentro un’accademia militare e uno stile di vita equilibrato perché il talento da solo non fa un campione ma deve esserci anche la parte mentale. Un uomo che ha sempre creduto nelle potenzialità fisiche degli altri se associate a uno buona preparazione psicologica: “Dagli anni Ottanta in poi, se guardi la provenienza dei nostri migliori tennisti, ti accorgi dei benefici dell’accademia. Non c’è solo il fatto di trovare avversari di differenti nazionalità. Vedi più determinazione, più forza mentale in chi è lontano da casa”.

Una vita passata lontano dagli affetti più cari, con otto mogli e sette figli, Nick non si può dire che sia un sentimentale: “Non sarà mai ricordato come uno che ha messo la famiglia davanti a tutto – ha ammesso – stavo in giro 36 settimane all’anno mentre i miei figli crescevano. Per fortuna mi hanno perdonato: li ringrazio per questo.” I sacrifici famigliari sono stati ripagati con il successo mondiale “Ci vogliono persone come me per ottenere risultati che gli altri pensano siano impossibili. Se a volte ho gridato dietro ai miei giocatori, è perché ero convinto delle loro capacità”.

Da poco si è tenuto la cerimonia a Newport che ha introdotto la classe del 2014 nella Hall of Fame, dove ogni leggenda del presente è stata presentata da una personalità del passato. Così Nick è stato premiato alla veneranda età di 82 anni, un uomo criticato fino all’ultimo per i suoi metodi troppo duri testimoniati anche nella biografia di Agassi ma che ha rivoluzionato il modo di giocare a tennis.

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