Il coronavirus ha dimostrato, nel corso dei mesi, di non essere una malattia semplice da affrontare. Noi italiani lo sappiamo benissimo, essendo stati i primi in Europa ad affrontare il dilagarsi della pandemia. Abbiamo imparato a conviverci, prendendo tutte le precauzione del caso. Gli anziani sono stati tutelati, essendo i più inclini ai seri problemi che comporta il virus. Infatti, in Italia l’età media di chi non riesce a vincere la sua battaglia contro il Covid è di 81 anni. Mentre, l’età mediana di chi lo contrae è di 61 anni.
Ma i giovani non sono esclusi dall’infezione da coronavirus. Infatti, sono stati molti i casi di giovani ragazzi costretti a lottare strenuamente per la vittoria contro il virus. Un caso di infezione giovanile, ma per fortuna non debilitante ad alti livelli, è quello di Grigor Dimitrov.
Il bulgaro ha contratto il virus durante la tappa dalmata a Zara dell’Adria Tour, torneo creato da Novak Djokovic. Grigor è risultato positivo il 21 Giugno ed è sceso in campo il 25 Luglio nella prima giornata dell’Ultimate Tennis Showdown: “Non sono ancora pronto per competere ai massimi livelli, al momento. Sono arrivato qui senza aspettative perché non mi sono allenato per molto tempo; il mio obiettivo è di concentrarmi sul nuovo formato e divertirmi. Il mio tennis sta migliorando e tutto sta andando nella direzione corretta ma non è facile recuperare, sono ancora lontano dal mio miglior tennis. Non ho giocato per oltre un mese e sono dovuto rimanere in casa. Con il virus è stata dura“.
Grigor Dimitrov ha dimostrato dei sintomi peggiori rispetto ai suoi colleghi (Borna Coric, Nole Djokovic, Victor Troicki) che si sono ammalati durante l’Adria Tour: “Penso che non sia uguale per tutti. Non respiravo bene, non sentivo nessun gusto, nessun odore ed ero stanco. Non è stato divertente. Se devo essere sincero, mi sento fortunato ad essere in campo in questo momento e non dò nulla per scontato. È bello potersi misurare con degli avversari. Sto cercando di impegnarmi al massimo ogni giorno ed anche se mi sento stanco, cerco di andare avanti. Capita spesso che un giorno mi senta particolarmente bene e che riesca ad allenarmi per quattro ore, ma poi improvvisamente ho bisogno di riposare. Devo superare questo momento e spero di recuperare completamente“.
Il bulgaro è rimasto in quarantena per ben 20 giorni, senza vedere nessuno. Di conseguenza, il virus ha messo a dura prova la sua forza mentale: “Se mi sono preoccupato? Ovviamente sì, sono stato completamente solo per venti giorni. Non importa quanto tu sia forte mentalmente, come persona o come atleta; ti passano per la testa tante cose ed è inevitabile avere dei pensieri negativi. Il mio messaggio è che non dobbiamo sottovalutare lo stato mentale in cui ci troviamo, questo virus, purtroppo, è reale. Se prendiamo le giuste precauzioni le cose andranno presto per il meglio, ma sono tempi difficili: non bisogna lavorare solo sulla questione fisica ma anche sull’aspetto mentale“.