Ed eccoci qua, sul finire della prima settimana di uno Slam, territorio inesplorato per Sinner che però è un tipo che si ambienta in fretta. Pronti via, Coria è determinato a non farsi mettere sotto e parte a razzo a caccia di qualche crepa nel solido edificio mentale dell’altoatesino. Per due volte Sinner va sotto di un break ma non si scompone e recupera immediatamente per poi piazzare l’allungo decisivo. Gioca profondo Jannik, costruisce bene con il rovescio e spinge forte anche con il dritto. Non c’è solo la potenza da fondo, ci sono anche un buon tocco e un’ottima lettura di situazioni e momenti. Il primo set va in ghiacciaia per 6-3, con l’impressione che Coria abbia già dato il massimo, il che sembra preludere a un crollo.
Invece l’argentino rimane concentrato e scatta subito avanti 2-0. Sinner è bravo e fortunato nel gioco successivo, specialmente con uno smash semisteccato che rimane in campo per intervento divino… in ogni caso il conto dei break è di nuovo in equilibrio. Sullo scoccare dell’ora Sinner porta a casa un paio di scambi infiniti e robusti che mettono in mostra tutta la sua solidità, ci aggiunge due prime vincenti e il 2-2 è servito. La sensazione è di una superiorità latente di Jannik sul punto di rivelarsi, ma Coria non molla di un centimetro, tiene la battuta e poi si procura tre volte la palla del 4-2. Sinner non trema nemmeno per un istante, gioca forte a fil di riga e arpiona il 3-3. Segue una fase in cui entrambi sprecano qualche chance in risposta, poi Jannik riesce a piazzare la zampata vincente e, complici un paio di sbagli banali di Coria, si porta sul 6-5 e servizio. In questo game Sinner tiene le redini, sembra giocare un tiro a segno con le righe – per la gioia di Coria che non la prende troppo bene – e chiude con uno splendido schiaffo al volo di rovescio.
Il terzo set potrebbe essere una resa e invece è un trattato di resilienza; il secondo game è un lunghissimo fiume in cui Coria si rifiuta di annegare, per poi approfittare di un momento di bonaccia e fuggire sul 4-1. Sul 5-2 è Sinner a ribellarsi all’idea di un set ormai segnato e con un prepotente filotto di cinque game impedisce al suo avversario di complicargli il match. E adesso viene il bello, adesso comincia la nuova dimensione in cui speravamo di vederlo dal primo momento in cui gli abbiamo messo gli occhi addosso. Con Sascha Zverev non ci sono precedenti, ma ci auguriamo che la sfida possa diventare un grande classico. Il tedesco, che nei suoi quattro anni di esperienza in più ha attraversato varie fasi ma ha campeggiato nella top ten e ha colto traguardi prestigiosissimi come le finals 2018 e master1000 sia sulla terra sia sul cemento, ha trovato soltanto quest’anno una sua dimensione Slam, con la semifinale australiana e la finale americana, e non ha certo intenzione di fermarsi adesso. Dall’altro lato del campo, Jannik sarà fiducioso e sfrontato e non parte certo battuto. Il premio per il vincitore sarà una sfida con l’imperatore del posto Rafa Napoleone Nadal (dando per scontata la sua vittoria su Korda Junior): un’esperienza comunque indimenticabile e altamente formativa per chi sarà capace di andare a prendersela.