Volandri: “Le vittorie di Cobolli e Darderi buone notizie per il tennis italiano”

Giovani campioni in rampa di lancio

Il tennis italiano continua a regalare emozioni e successi, anche in assenza del suo uomo simbolo Jannik Sinner. A distanza di poche ore, due giovani promesse azzurre hanno conquistato titoli prestigiosi nel circuito ATP: Flavio Cobolli ha trionfato a Bucarest, mentre Luciano Darderi ha alzato il trofeo a Marrakech, entrambi nei tornei ATP 250. Due nomi che confermano quanto il movimento tricolore sia in fermento e carico di talenti pronti a raccogliere l’eredità dei più noti.

Entrambi classe 2002, Cobolli e Darderi condividono una storia di crescita diversa, ma accomunata dalla passione e da un elemento peculiare: i loro padri sono anche i loro allenatori. Una scelta che, come sottolineato dal capitano di Coppa Davis Filippo Volandri, comporta “un rapporto non semplice, perché subentrano tanti fattori da gestire, soprattutto dal punto di vista psicologico”. Il caso dei papà-coach non è isolato: anche Federico Cinà, altra promessa del tennis italiano, è allenato dal padre Francesco. Questi legami familiari si intrecciano a un sistema che oggi mostra segni evidenti di efficacia e maturità.

Un sistema che funziona: la rivoluzione iniziata dieci anni fa

Secondo Volandri, il successo odierno del tennis italiano è il frutto di una trasformazione strutturale avviata oltre dieci anni fa. “Abbiamo cambiato visione: non vogliamo più accentrare i giovani in pochi centri, ma essere presenti come Federazione al servizio dei ragazzi e dei loro allenatori”, ha spiegato. Questo nuovo approccio ha portato a una crescita costante, culminata nella finale di Wimbledon di Berrettini nel 2021, seguita da una lunga scia di successi internazionali.

Le cause di questo boom non sono soltanto tecniche. Hanno contribuito anche la visibilità televisiva del tennis in chiaro, gli investimenti nei tornei nazionali e le wildcard concesse a giovani di talento, anche se ancora privi di una classifica utile per accedere ai tabelloni principali. Una somma di scelte strategiche che ha favorito la creazione di una generazione straordinaria di giocatori cresciuti “alla velocità della luce”.

Berrettini ritrova il sorriso

Nel panorama in evoluzione del tennis azzurro, torna a brillare anche la stella di Matteo Berrettini. Dopo un lungo periodo condizionato dagli infortuni, l’ex finalista di Wimbledon sembra aver ritrovato la forma migliore. “Sta bene, si allena con continuità da settembre scorso, è migliorato anche tecnicamente e fisicamente”, ha detto Volandri, sottolineando come il cambio di preparatore atletico – con l’ingresso di Umberto Ferrara – stia già dando i suoi frutti. Le recenti vittorie di Berrettini, come quella su De Minaur a Miami, testimoniano un ritorno solido, costruito sulla forza mentale e sulla capacità di non arrendersi.

Un 2025 sorprendente e ambizioso

Il 2025 si sta rivelando un anno sorprendente, anche per l’andamento altalenante di alcuni dei big del circuito. Volandri ha ammesso: “Pensavo che Zverev e Alcaraz raccogliessero più punti”. Le scelte di programmazione complicate e l’instabilità del giovane spagnolo – classe 2003 – hanno lasciato spazio a una scena più aperta, in cui anche l’Italia può recitare un ruolo da protagonista.

Il futuro guarda ora alla Final Eight di Coppa Davis, che si disputerà in Italia per i prossimi tre anni. L’obiettivo dichiarato è chiaro: riconquistare il titolo. Con un vivaio così ricco e in fermento, e una struttura federale solida alle spalle, il sogno non è più così lontano. Perché, come ha detto Volandri, “anche quando Sinner è ai box, il nostro tennis dà sempre buone notizie”.

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