Indian Wells è il primo Master 1000 della stagione, e si gioca sul cemento rovente del deserto californiano.
Lì i big, come e anche più che negli altri appuntamenti, danno il massimo. E’ il primo banco di prova, dopo gli Australian Open, ed è un torneo che non si gioca a ridosso di uno Slam: i giocatori sono liberi da altri condizionamenti.
Così, Indian Wells ha un albo d’oro strepitoso. Come ha fatto notare Ljubicic (in una recente intervista per la Gazzetta dello Sport), negli ultimi dieci anni, dal 2004 ad oggi cioè, il trofeo è stato portato a casa sempre da Nadal, Federer o Djokovic, con una parentesi nel 2010, edizione vinta proprio dal tennista croato.
A Indian Wells i giocatori non arrivano trafelati, dopo un altro torneo, o stanchi alla fine della stagione. Essendo un combined event, le partite iniziano già dal giovedì, sabato per le prime teste di serie, le quali dunque hanno tutto il tempo di testare i campi, abituarsi alle condizioni, alla superficie.
L’anno scorso il trofeo fu portato a casa da Nadal. La vittoria dello spagnolo arrivò dopo settimane di chiacchiere continue a proposito del suo stato di forma, nonché ripetute dichiarazioni e smentite circa la sua partecipazione al torneo stesso. Alla fine Rafa, che era al ritorno alle competizioni dopo l’infortunio al ginocchio, decise di giocare perché “così gli diceva il cuore”. E gli diceva bene, visto che portò a casa il torneo. Ha tanti punti in scadenza da difendere quindi Nadal, se vuole rimanere saldamente attaccato alla sua posizione da n.1.
Quest’anno, di nuovo, fa parlare di sé per i problemi fisici, alla schiena stavolta, che lo accompagnano sin dagli Australian Open ma che sembrano ora dargli una tragua. Il sorteggio del tabellone però non lo aiuta: in una sola metà sono riuniti proprio Nadal, Federer, Wawrinka e Murray. Nei quarti di finale Nadal incontrerebbe lo scozzese, ancora in fase di recupero dopo l’intervento alla schiena e che ancora non sembra in grado di reggere logoranti match combattuti. Ma tra due giocatori non troppo in forma, chissà che Murray non posso approfittare proprio delle difficoltà di Nadal per portare finalmente a casa lo scalpo di un avversario importante, dopo mesi fuori dal circuito. Tanto più che anche lo scozzese ha in scadenza punti importanti: nel 2013, assenti Federer e Nadal, portò a casa proprio lui il torneo di Miami.
Federer è protagonista inaspettato di queste settimane, grazie alla brillante forma fisica ritrovata, che ha ovviamente significato anche fiducia e continuità nel suo gioco. L’anno scorso perse nei quarti di finale contro Nadal, stavolta lo troverebbe in semifinale. Meglio usare il condizionale, visto che nei quarti dovrebbe vedersela con l’altro svizzero, Wawrinka. Ljubicic ha dubbi sul fatto che Wawrinka possa ripetersi in uno Slam. Sicuramente però Stan potrà creare difficoltà al suo connazionale.
Djokovic, dall’altra parte del tabellone, è sembrato spento in questo inizio 2013, e parecchio nervoso per aver perso la prima posizione del ranking e non essere riuscito a recuperarla. Il sorteggio però sembra avergli teso una mano: a meno di sorprese, dovrebbe raggiungere senza intoppi la finale. Nei quarti gli toccherebbe Del Potro, che continua a lottare con il suo polso e vede all’orizzonte una nuova operazione.
Proprio il giocatore argentino ha parecchi punti in scadenza. L’anno scorso infatti Indian Wells segnò il momento della sua grande ripresa, quando, dopo un anno e mezzo di difficoltà a seguito dell’infortunio, raggiunse la finale contro Nadal. Quest’anno, la situazione è ribaltata, e Delpo avrà serie difficoltà a ripetere il cammino glorioso del 2013, che lo vide battere in semifinale proprio Djokovic.
Guardando agli italiani, il grande atteso è Fabio Fognini, che si presenta in questa stagione americana con il suo best ranking, al n.14. Nella scorsa edizione del torneo Fabio strappò un set a Djokovic ma uscì al secondo turno. Quest’anno la sua miglior classifica gli assicura di non incontrare teste di serie alte fino agli ottavi di finale, dove però troverebbe Nadal.