Toni Nadal ha concesso un’intervista a Radio Cope in cui ha analizzato il difficile 2016 di Rafa a 360 gradi, Già dall’inizio stagione le sensazioni non erano state delle migliori, infatti ad eccezione di Montecarlo e Barcellona una serie di eventi fortuiti e infortuni hanno determinato una stagione difficile per il team di Maiorca.
“Abbiamo iniziato l’anno con un nuovo tipo di corde per trovare più rotazione, in esibizione si era trovato bene ma in Australia è stato un fallimento, poi a Buenos Aires gli dico: ‘Rafael, queste corde non vanno bene’. ‘Non è così male, continuiamo’, mi risponde. A Rio ha perso in semifinale per le corde ma non è una scusa. Cambiamo le corde, torniamo a quelle del passato e ci troviamo bene. Ad Indian Wells ha battuto Nishikori e poi ha perso contro Djokovic ma giocando a un gran livello e non convertendo set point. A Miami ha avuto problemi di stomaco, abbiamo vinto giocando molto bene a Monte Carlo e a Barcellona. A Madrid tutto bene, ma ai quarti si infortuna al polso. Gioca le semifinali con diversi fastidi e allora andiamo a Barcellona dal suo medico e ci dice che non è niente di serio e che potevamo giocare Roma, dove non abbiamo convertito cinque set point contro Djokovic.”
Dopo i successi di Montecarlo e Barcellona, di aspettative per il Roland Garros ce n’erano nonostante le avvisaglie delle settimane precedenti: “Al Roland Garros credevo fosse uno dei più papabili per vincere e si deve ritirare. Da lì la stagione cambia, si stanca di giocare con dolore, vedi che fai tanta fatica ad accelerare col dritto. A Rio ricordo che non poteva giocare il dritto incrociato, poi a Shanghai è arrivato al punto di dire: ‘Basta, mi devo fermare’. Il dolore aumentava sempre più, anche se ormai si era abituato a giocare con fastidi e quindi è stato per certi versi difficile prendere questa decisione. Tuttavia anche se avesse continuato a giocare fino a fine anno avrebbe dovuto fare lo stesso un trattamento, meglio dunque anticiparlo.”
Toni ha parlato anche di Andy Murray a cui mancano pochi punti per diventerà numero uno: “Ha avuto la sfortuna di giocare in una generazione di fenomeni, in un’altra epoca sarebbe stato di più al vertice. E’ sempre stato lì però, ha vinto tre Slam, diversi Masters 1000. Del Potro? Era davvero bravo prima dell’infortunio, ma anche Rafa se non avesse avuto l’infortunio al Roland Garros 2009 avrebbe forse vinto. Con i se e i ma, non si va da nessuna parte.