Adria Tour nuovo focolaio di Covid-19? Dimitrov e Coric positivi, Nole a Zara rifiuta di fare il test…

Novak Djokovic aveva in programma di giocare la finale della seconda tappa dell’Adria Tour a Zara domenica sera.
Gli organizzatori hanno dovuto annullare la partita, una volta appresa la positività di Dimitrov al covid-19, con la maggior parte dei giocatori che si sottoponevano nel frattempo ai test del corona virus prima di lasciare la Croazia.

Novak Djokovic, che aveva trascorso molto tempo con Grigor negli ultimi dieci giorni, non era tra questi, rifiutandosi di fare il test (nessuno stava costringendo i giocatori a farlo), e affermando che lo avrebbe fatto una volta tornato a casa.

Suo fratello Djordje aveva invece deciso di sottoporsi al test, al pari di Thiem, altro che era stato a contatto con Dimitrov nei giorni scorsi, ed entrambi sono risultati (per fortuna) negativi.
Nole, che abbiamo imparato a conoscere durante questa pandemia, ha sempre avuto una visione abbastanza alternativa, mi si passi il termine, nei confronti del virus, e in attesa dei risultati del test fatto poi a Belgrado, ha affermato di non percepire nessuno dei sintomi tipici del covid-19.

Novak, prima dello stop, aveva ripreso la striscia vincente di partite, battendo Pedja Krstin, Borna Coric e Nino Serdarusic; durante i preparativi per la finale, la notizia della positività di Dimitrov.

Positività di un giocatore, anzi di più di uno, che potrebbe modificare e non poco il nuovo calendario dei tornei; doccia fredda, visto che proprio Djokovic qualche giorno fa, si era espresso sul prossimo US Open: “Sono elettrizzato ed emozionato nel vedere che tutti i tornei, in particolare i Grand Slam, si stanno organizzando per ripartire”.

E sempre sulla possibilità di svolgimento del torneo di New York aveva aggiunto: “Penso che molte persone fossero scettiche, soprattutto per gli eventi statunitensi, considerando ciò che gli Stati Uniti hanno vissuto come paese durante questa pandemia. Molte persone, incluso me stesso, erano piuttosto scettiche sul fatto che ciò potesse accadere. Siamo lieti che ciò accada, ovviamente, e dobbiamo offrire posti di lavoro e opportunità ai giocatori per competere. Come professionisti del tennis, amiamo lo sport e ne siamo appassionati. Ci manca competere e viaggiare e ci manca essere in tour”.

Appresa la notizia, qualche giorno fa, dello svolgimento dello US Open, questo è stato il pensiero di Nole: Penso che questa sia una notizia molto positiva. I regolamenti e le misure attuali sono piuttosto rigidi, devo dire, con la quarantena e con alcuni giocatori, in particolare quelli del Sud America, che avranno grandi difficoltà a raggiungere gli Stati Uniti. Speriamo che questo cambi: l’ATP e l’USTA, tutti ci stanno lavorando.
Lo scenario peggiore è che tutto rimanga così, ma c’è tempo. Si spera che ogni singolo giocatore che parteciperà, possa avere pari opportunità di viaggiare lì e competere come tutti gli altri”.

Un pensiero anche allo Slam di Parigi: “Ovviamente, il Roland Garros ha dovuto modificare molto le date del calendario e sono contento che siano stati in grado di mettere tutto insieme perché capisco le complicazioni e le sfide dietro l’organizzazione del torneo”.

Poi di nuovo con la testa a New York: “È un torneo che mi è sempre piaciuto giocare. Abbiamo altri due mesi prima dell’inizio dei tornei statunitensi, quindi si spera che le misure e i regolamenti saranno diversi e allentati un po’”.

“La base del nostro sport è che ogni giocatore che merita il suo posto negli US Open, abbia le stesse opportunità di venire a New York e competere. Per me questo è fondamentale. Parlando degli US Open in generale, per me la quarantena non è facile da accettare, soprattutto se non si ha accesso ai campi da tennis e alle palestre”.

Nole poi ha espresso tutte le sue perplessità sulla quarantena e sulle misure preventive: “Tutti noi giocatori di tennis ci teniamo a mantenerci in forma. È difficile se devi rimanere 14 giorni in quarantena e non sei in grado di allenarti. Come ho sentito da alcune persone dell’USTA e dell’ATP con cui ho parlato nelle ultime due settimane, è molto probabile che saremo in grado di usare i campi di allenamento se dovessimo fare la quarantena. Inoltre, esiste la possibilità che non ci sia l’obbligo di quarantena per gli atleti in arrivo, il che sarebbe fenomenale. In questo momento, c’è ancora molto tempo per decidere se parteciperò o meno. Mi piacerebbe andare, ovviamente, ma devo vedere come saranno i regolamenti ufficiali“.

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