Adria Tour: tante polemiche e la difesa di Djokovic

L’Adria Tour, torneo di esibizione organizzato da Novak Djokovic che vede la collaborazione di colleghi illustri come Zverev, Thiem e Dimitrov, ha raccolto un grande successo tra il pubblico presente agli incontri di ieri.

A detta di alcuni però, e in particolare del giornalista americano Ben Rothenberg, l’evento non avrebbe rispettato proprio i migliori standard di sicurezza, fondamentali data la situazione pandemica globale.
Rothenberg, infatti, ha commentato le immagini del torneo con un tweet: “A vedere la poca distanza e gli abbracci all’Adria Tour fa quasi dimenticare perché esso sia stato creato. Spero vada tutto bene, ma vedere folle del genere in questo periodo mi rende nervoso“. Il commento dello statunitense arriva in risposta a quello di un collega, René Denfeld, che aveva scritto: “Ovviamente, nessun distanziamento in conferenza stampa. I fan a bordo campo erano tutti ammucchiati. Paesi diversi, stadi diversi della pandemia, certo, ma dopo mesi in cui si evita il contatto umano, è un colpo d’occhio davvero strano“.

Ad attaccare Djokovic, Thiem e Zverev è stato anche Nick McCarvel, che ha detto: “Le immagini che arrivano dalla Adria Cup sono davvero sbalorditive. I giocatori vogliono misure di sicurezza agli U.S. Open e dicono che sono in dubbio nel giocare ma sono d’accordo con stadi pieni, abbracci, condivisione di microfoni e selfie ad un’esibizione? Davvero non credo ai miei occhi”.

Una prospettiva interessante, poi, è quella portata da Mike Dickson: “Certamente, le autorità serbe si prendono la responsabilità nel dichiarare le folle di pubblico sicure. Quello che sorprende è vedere giocatori stranieri appena arrivati abbracciarsi, stare vicini e altro per poi parlare delle loro paure circa gli U.S. Open“.

La risposta di Djokovic, comunque, è arrivata presto in conferenza stampa: “Qua in Serbia il Coronavirus non ci ha colpiti come in altri paesi, per questo siamo praticamente alla normalità e possiamo avere gente sugli spalti. Non stiamo seguendo i protocolli di altri paesi, ma semplicemente le indicazioni del nostro ministero della sanità“, ha detto a ESPN.

“Quello che sta succedendo nel mondo è davvero orrendo. Sono morte tantissime persone e questo è senza dubbio orribile. Come ho detto prima, però, in Serbia siamo stati meno colpiti rispetto ad altri paesi, anche se abbiamo avuto anche noi parecchi morti. La vita però continua e noi, come sportivi professionisti, dobbiamo continuare a competere e a cercare di far tornare la normalità il prima possibile”.

Fonti: Puntodebreak.com e B92.net

Jonathan Zucchetti

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