In questo 2013 ne abbiamo viste di cotte e di crude, ma pronostici ed amarcord a parte, la grande macchina del tennis sta per ripartire, inesorabile come sempre, e di tempo per le inutili ciance ne rimarrà ben poco.
Sull’onda dell’entusiasmo pre-season, sono tante le cose che ogni tifoso ed appassionato tenta di trasporre dai propri sogni più reconditi ad una speranza vera e propria, una lucida follia che nel tennis è sempre, o non lo è mai, all’ordine del giorno.
Quante carriere si fanno in anni e quante si decidono in un incontro o in un piede messo male nel momento sbagliato.
Con l’anno nuovo che se lo chiami ti risponde, proviamo a sperare in qualcosa di nuovo, o magari qualcosa di classico, ma con le emozioni che entrambe queste modalità ci hanno saputo regalare.
Parliamoci chiaro: un talento sopraffino fresco di imballaggio, così come Wimbledon N.8 (tipo Chanel, RF tipo Marilyn) sarebbero due eventi tanto diversi quanto magnifici, non per il tifo, o meglio anche per quello, quanto per la carica sportiva ed emotiva di cui abbiamo disperatamente bisogno.
Partiamo, dunque, con i propositi per il nuovo anno; senza avidità e senza rammarico, come il bimbo un po’ cresciuto che vorrebbe tanto il motorino ma che sarà felicissimo anche con il suo pigiamone di pile; tanto disilluso quanto entusiasta della sua temperanza.
Su cosa si basa la storia, in ogni sua piccola sfaccettatura? Beh, la storia l’hanno sempre fatta i vincitori, che si tratti di politica o di sport.
Vorrei che i vincitori fossero i gregari, che a fare notizia ci pensassero i dimenticati o coloro che si stanno facendo le ossa in attesa di un momento che per molti non arriverà neanche, per le cause più disparate.
Regalateci qualche outsider che si rispetti, con i giornalisti in difficoltà sulle domande da fare ad un vincitore inaspettato, e qualche premio in più per chi la compagnia aerea se la sceglie con cura, con uno sguardo al bilancio invece che alle esibizioni milionarie.
Organizzazioni, disorganizzazioni. Mi piacerebbe un po’ di buon senso in più, vi sembra strano!? Dalla Federazione Tunisina, per l’indegna rappresaglia verso la Federazione Israeliana (le questioni etno-politiche sono e devono essere un’altra cosa, e non devono per niente al mondo sconfinare in un campo da tennis, o di curling, che ne so.), ai meno seri ma pur sempre sgradevoli inconvenienti tecnici per il WTA Tournaments Of Champions, per la Fed e per la Davis: ridateci il sentimento in queste benedette manifestazioni a squadre.
Voglio vedere doping dappertutto! No, non sto scherzando! Voglio vedere la scritta doping ovunque. Non mi riferisco ai giornali, ai fascicoli che mai verranno aperti e/o risolti, ma alle porte di quelli spogliatoi che troppo raramente vedono fatti controlli come si deve.
Si, perchè alla fine si rischia di ricordare Kollerer al posto dei tanti onesti che piuttosto, dopo settimane di endurance, si prendono la classica stesa da stanchezza, senza aiutini, con il loro orgoglio che viene intaccato dalla dura sconfitta, ma che deve essere rinfrancato dalla consapevolezza di essere grandi uomini e grandi donne fino alla fine, in una dimensione che sarà la loro anche solo per pochi anni, ma che li vedrà nudi e puri al cospetto di prove sempre più difficili: lo sport, insomma. Difficile, umiliante, infinito, magnifico.
Ridateci il polso di Edberg, il mancino di Laver, Borg, McEnroe, Chrissie, M-Court, Ashe, la King. Basta maratone e basta missili aria-terra senza un perchè, solo perchè il fisico batte la tecnica 3-0. Meno tornei (e non sapete quanto costa dirlo!) ma più qualità. Teoria opinabile magari, ma non voglio dover ricordare Isner-Mahut tutta la vita solo perchè non avevano più fiato neanche per fare un punto più dell’altro; o meglio, non voglio che siano quelle le partite must nella storia di questo glorioso sport. Dai, su.
Dall’utile, adesso passiamo al dilettevole:
Janowicz nella macchina del tempo e indietro fino al 10 dicembre. Guarito. Egoisticamente, si.
Ancora macchina del tempo. Andare nel 2050, rubare la prima Wilson che trovo e portarla indietro. La darei a Federer. Almeno siamo a posto.
Un doppio Pim Pim-Llodra, che sono sicuro che non guasterebbe.
Uno psicologo a testa per ogni ragazza WTA. Sarà mai possibile che non si riesca a far fare loro un paio di tornei di seguito allo stesso livello!?
Non voglio essere cattivo, ne’ di parte, ma sento il bisogno fisiologico di un terraiolo che punti in alto; sono felice per Nadal, sempre più mostro sacro, ma non può, ogni anno, vincere lo Slam francese con questa facilità. Andate a Opzioni e mettete almeno Difficoltà Intermedia.
Ah, quegli splendidi telegiornali sportivi, quei magnifici canali tematici. Per quanto sia un amante degli sport in generale, tra cui il calcio, forse si potrebbe rinunciare a 26 su quelle 30 pagine e a 8 su quei 10 servizi. Sport significa vari sport; parliamo di tutto e iniziamo ad educare gli italiani medi a prestare attenzioni a tutte le più piccole sfumature di sport che abbiamo da difendere e da sostenere. Non solo Olimpiadi, dunque.
Così sarei piuttosto soddisfatto.