Andy Murray, nella conferenza stampa Pre torneo di Miami, ha parlato dell’ Australian Open 2016, della nascita della figlia Sophia e della finale di Coppa Davis vinta contro il Belgio.
In Australia il n.1 britannico ha passato due settimane non facili tra l’attesa per la nascita della primogenita e per il malore del suocero Nigel Sears durante il match della sua assistita Ana Ivanovic. ” Quando ero a Melbourne, non pensavo alla possibilità di non essere presente per la nascita. Appena me ne sono andato ho iniziato pensare: ‘ É troppo vicino e non voglio mancare’. Di solito quando sto giocando i tornei dello Slam, sono molto egoista (…). Ma non é stato così in Australia. Le priorità erano diverse. É stato probabilmente lo Slam più duro a livello mentale, ma l’ho gestito bene. Ho imparato tanto da quel torneo”.
“Ho prenotato 40 voli diversi durante la settimana del torneo. Volevo essere a casa. Normalmente quando perdo nelle fasi finali di uno Slam mi ci vuole un pó per andarmene. Ma non appena finito il torneo questa volta pensavo: ‘Fantastico, vado a casa’. É stato molto bello tornare con Kim e assistere al parto. Non é facile guardare qualcuno di cui ti prendi sempre cura passare ciò. Ora avendolo visto, se non fossi stato lí, sarei stato troppo distrutto”.
Murray nella finale di Coppa Davis contro il Belgio ha dovuto tenere sulle spalle il peso dell’intero popolo britannico che non aspettava altro che poter gioire per l’ insalatiera dopo 79 anni. ” Probabilmente non sono stato mai emozionato dopo una vittoria come quella. É stato un percorso lungo. Per la finale di Davis non so se avrei avuto un’ altra chance. Non so se la Coppa Davis mi aiuterà a vincere maggiormente in futuro. Devi trarre fiducia da ciò. Giocare in quelle condizioni e così sotto pressione é diverso rispetto agli altri tornei”.
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