Billie Jean King e la sua visione dell’etica del lavoro

Credo che tutti abbiamo imparato a conoscere Billie Jean King, per un motivo o per l’altro. La leggendaria ex-tennista statunitense, fondatrice della WTA, ha dato il suo contributo sul sito ‘The Players’ Tribune’, famoso per contenere soltanto articoli ad opera di atleti (o ex atleti), scrivendo una bellissima riflessione ( http://www.theplayerstribune.com/billie-jean-king-the-value-of-work-ethic) nella quale ci spiega la sua visione dell’etica del lavoro, utilizzando due atleti come esempio: Milos Raonic e Maria Sharapova.
Noi di Tennis Circus ve ne riproponiamo degli estratti, rigorosamente tradotti in italiano. Buona lettura!
«Con entrambi i circuiti, ATP e WTA, di ritorno negli Stati Uniti per un piccolo periodo di tempo, questa primavera, ho potuto seguire costantemente i progressi di molti dei giocatori e addirittura spendere del tempo con tanti di loro durante gli appuntamenti di Indian Wells e Miami. 

In un recente programma televisivo ESPN, ho sentito il leggendario giocatoreallenatore Darren Cahill dare un suo parere riguardo l’etica del lavoro dimostrata da Maria Sharapova e Milos Raonic, il quale impegno in quest’area è da sempre notevole e va oltre a quello dimostrato da altri atleti, dentro e fuori dal campo. Conosco Maria da quando aveva 13 anni, e ho sempre saputo, dalla prima volta in cui l’ho vista, che sarebbe potuta diventare la N°1 al mondo, perché è stata dotata di un grande talento accompagnato da una grinta seconda a quella di nessun’altra.

Billie Jean King Gesturing with Her Middle Finger

Sto seguendo Milos più da vicino recentemente, poiché si è reso protagonista di una grande ascesa fino ad arrivare al suo attuale ranking di N°6 al mondo nel circuito maschile.
Maria era consapevole di poter diventare la migliore al mondo quando era ragazzina e lo è diventata. Adesso vuole tornare al top della classifica ed è quasi obbligata a riuscirci. Milos ha parlato apertamente dell’importanza di essere il migliore al mondo. E’ più giovane di Maria e sta avanzando nel suo percorso: sono sicura che abbia ciò che serve per raggiungere la vetta.

Max Eisenbud, agente di lunga data di Maria, mi dice che la sua etica del lavoro è una grande parte di ciò che è riuscita a diventare. Maria aveva un forte senso dell’etica del lavoro anche quando aveva 12 anni, dice Max.
Pensa anche che la terra rossa è passata dall’essere la superficie sulla quale aveva più difficoltà ad esprimersi, a quella in cui si trova più a suo agio.

Ed io ho visto questo miglioramento con i miei occhi. Maria si è concentrata sul gioco di gambe, che l’ha portata a migliorare il posizionamento con il rovescio. Credo che questo cambiamento l’abbia aiutata a vincere il Roland Garros- un major su quella che era la sua superficie più debole.
Per quanto riguarda Milos, mi dice che il lavoro duro è il comune denominatore di molte storie e carriere di successo. Il Canadese, con tutto il suo autocontrollo, è uno di quei giocatori che lasciano parlare i loro risultati per loro. Non tutti i tennisti, non tutti gli atleti, hanno il desiderio e la voglia di trovare sempre modi per migliorarsi.

Nella vita e nello sport è molto utile lavorare in maniera intelligente. Ci sono certi atleti che lavorano duramente solo per arrivare al top, per poi lasciar perdere e adagiarsi sugli allori, senza migliorare mai la qualità delle loro performance. Queste persone non lavorano in modo intelligente e non sono gli uomini o le donne che diventeranno campioni, nello sport e nella vita.
Maria e Milos l’hanno capito, hanno trovato l’importantissimo equilibrio: il loro impegno li sta portando dall’essere ottimi all’essere straordinari.»

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