60esima Assemblea Nazionale FIT Firenze 16/10/2022 Angelo Binaghi Foto Giampiero Sposito
Il tennis italiano non è mai stato così in alto. Da sport di nicchia a fenomeno nazionale, il percorso è stato lungo, ma oggi il movimento azzurro raccoglie i frutti di una crescita capillare che parte dalla base e arriva ai vertici del professionismo mondiale. Con sette giocatori tra i primi cinquanta al mondo, due Coppe Davis consecutive e una Billie Jean King Cup in bacheca, l’Italia del tennis è diventata un modello, capace di unire talento, organizzazione e passione.
Il clima che si respira nei centri sportivi italiani è quello di un entusiasmo contagioso. I giovani affollano i campi sognando di emulare Jannik Sinner o Jasmine Paolini, mentre i risultati dei big continuano a ispirare nuove generazioni. Il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP), Angelo Binaghi, ha parlato apertamente di “un momento straordinario in cui i ragazzi si esaltano e si trascinano l’un l’altro”. E i numeri lo confermano: solo nell’ultimo anno, il numero di società affiliate è cresciuto di 349 unità, un incremento che, come sottolinea Binaghi, “equivale alla nascita di una federazione nazionale di medie dimensioni”.
Dietro ai nomi più noti, c’è un’intera generazione in fermento. Giovani promesse che, per ora senza fare nomi per evitare pressioni, si allenano sui campi dove muovevano i primi passi anche Berrettini, Musetti e Sinner, sotto gli occhi vigili di una federazione che ha investito sulla formazione e sul futuro.
Il simbolo più forte di questa nuova era è senza dubbio Jannik Sinner, che a inizio maggio tornerà finalmente in campo agli Internazionali BNL d’Italia, dopo tre mesi di stop legati alla squalifica per il caso clostebol. Un periodo vissuto con maturità: “Avevo bisogno di staccare, ho fatto tante cose diverse, sono stato con la mia famiglia e i miei amici”, ha raccontato Jannik durante il Galà dello sport altoatesino a Merano. “Mi fa piacere rientrare da numero uno, ma questo non deve essere l’obiettivo. Roma sarà una tappa importante in vista di Parigi”.
Il presidente Binaghi non ha dubbi: “Jannik ha dimostrato di saper affrontare situazioni anche più complesse. È pronto a qualunque rientro”. E proprio per supportare il suo ritorno in grande stile, l’organizzazione del torneo romano è stata potenziata per gestire la valanga di appassionati attesa al Foro Italico. “Abbiamo raddoppiato gli spazi: per la prima volta abbiamo un grande torneo, un grande squadrone e il favorito numero uno al mondo”, ha aggiunto.
Il segreto del successo italiano non è solo nei risultati, ma nella struttura solida costruita nel tempo. Lo ha sottolineato anche Tathiana Garbin, capitana della nazionale femminile vincitrice della Billie Jean King Cup: “I nostri atleti cercano di migliorare ogni giorno, e il merito va anche a una Federazione lungimirante che ci ha dato la possibilità di lavorare con passione”. La Garbin ha ricordato anche la vicinanza emotiva di Sinner durante un momento difficile della sua vita: “È un ragazzo straordinario. In un periodo complicato è riuscito a starmi vicino, come tutto il mondo del tennis italiano”.
Anche sul fronte femminile, il “modello campione” funziona: la semifinale di Paolini a Miami e il trionfo della squadra femminile hanno innescato un nuovo entusiasmo tra le ragazze che si avvicinano al tennis. “È un rincorrersi del piacere di giocare, lo vediamo ogni giorno”, ha raccontato Garbin.
Se è vero che l’Italia ha già messo in bacheca Coppe Davis, Billie Jean King Cup, ATP Finals e Slam, c’è ancora un grande sogno da realizzare: la vittoria agli Internazionali d’Italia. “Ci manca da quasi cinquant’anni nel singolare maschile o femminile”, ha ricordato Binaghi. Ed è proprio lì che, dal 4 maggio, l’Italia tennistica punterà gli occhi e il cuore: su Roma, su Sinner, e su una generazione che non vuole più smettere di vincere.
In un Paese dove il calcio è sempre stato lo sport principe, il tennis sta scrivendo una nuova pagina di passione popolare. E lo fa con i piedi ben piantati sulla terra rossa, ma con lo sguardo rivolto lontano.
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