Carlos Alcaraz ha diciotto anni e le idee chiarissime. Ieri ha vinto il titolo più importante della sua carriera al Challenger di Oeiras, battendo in finale un veterano come Facundo Bagnis. Balzato agli onori delle cronache per la sfida contro Nadal a Barcellona nel giorno del suo diciottesimo compleanno (con tanto di foto-ricordo e torta in campo), ora se l’è sentita di dire la sua anche sulla situazione generale delle classifiche. Da oggi, tra l’altro, è nei top cento del mondo.
«Sono molto felice di essere entrato tra i cento giocatori più forti al mondo. È un traguardo che accolgo molto tranquillamente perchè spero di poter migliorare ancora in futuro. Tuttavia, ha un sapore speciale per me, perchè non è facile scalare la classifica col ranking congelato».
Le sue parole in un certo senso fanno eco a quelle di Roger Federer, che a Ginevra molto onestamente ammise che avrebbe dovuto essere al numero 800 del mondo, visto che sostanzialmente non gioca dagli Australian Open del 2020. Invece è ancora il numero 8 pur avendo giocato tre partite (di cui due perse) nell’ultimo anno e quattro mesi.
Ad alcuni potrebbe sembrare che questo “congelamento” del ranking possa servire soprattutto a conservare l’attuale stato dell’arte del tennis mondiale, dando la possibilità a tennisti come Federer di poter accedere a tutti i tornei dello Slam senza qualificazioni. La pandemia sembra scongiurata e i tornei si giocano ormai con la regolarità pre-covid. In effetti, comunque, non sarebbe la cosa più normale del mondo vedere uno che ha vinto venti titoli major dover attraversare la selva delle quali per poter giocare nel tabellone principale di Wimbledon, ad esempio. Però in questo modo, come ha giustamente notato il giovane ma sveglio Alcaraz, si rende più impervia la strada dei giovani e del rinnovamento. Forse sarebbe più meritorio dare delle “esenzioni” per partecipare a un determinato Slam a coloro che lo hanno già vinto, consentendo il definitivo scongelamento della classifica e scongiurando la possibilità che Federer si trovi a giocare contro il numero duecento del mondo (non me ne voglia Ruben Bemelmans) per qualificarsi ad un torneo che ha già vinto varie volte.