Da icona a leggenda: Serena, il grande slam è davvero vicino

Un buon tennista che si rispetti aspira a vincere, almeno una volta nella vita, uno dei quattro tornei del “Grand Slam”. Australian Open, Roland Garros, Wimbledon o Us Open: conquistarne uno significa entrare di diritto tra i grandi del Tennis. Ma c’è chi, però, non si è mai accontentato di ciò e ha sempre puntato a scalare le più alte vette con l’obiettivo di arrivare in cima e di non scendere più.
Nella storia di questo sport le pagine dei record sono state riscritte svariate volte. E a breve, infatti, potrebbe nuovamente accadere. La trentatreenne statunitense Serena Williams, indiscussa numero uno del ranking Wta, vincitrice di sessantotto titoli Wta – di cui ventuno “fab four” -, della medaglia d’oro a Londra 2012 e di ventidue tornei di doppio, è già considerata la più forte della sua epoca per distacco. Nel corrente anno si è aggiudicata i primi tre tornei dello slam e punta a conquistare l’ultimo davanti al proprio pubblico. E non sarebbe la prima a riuscire in questa mastodontica impresa poiché cinque atleti, prima di lei, sono riusciti a fare incetta di tutto ciò che il circus offriva.
2013 US Open - Day 14
John Donald “Don” Budge, nel 1938, fu l’apripista del “Grand Slam”, termine coniato qualche anno prima da John Kieran, giornalista del “New York Times”. Il nativo di Oakland riuscì ad aggiudicarsi, addirittura da dilettante, sei slam consecutivi – da Wimbledon 1937 agli Open d’America del 1938 – lasciando un’impronta indelebile che difficilmente verrà cancellata.

In ordine temporale come non ricordare Maureen Connolly, la prima ragazza a fare il Grande Slam nel 1953. Già autrice a sedici anni del record di più giovane vincitrice di uno slam, la Connolly difese il titolo l’anno successivo e centrò a cavallo tra i diciotto e i diciannove anni l’impresa di vincer tutto asfaltando le proprie avversarie in finale. La scintillante carriera venne però interrotta a causa di una caduta da cavallo che ne pregiudicò il prosieguo della carriera, e prima della prematura morte avvenuta nel 1969 fondò la “Maureen Connolly Brinker Foundation” per promuovere la disciplina tra i giovani.

Il 1962 e il 1969 sono due anni importanti per il tennis mondiale, gli anni in cui Rodney George Laver, per gli amici “Rod”, ottenne la gloria per aver ottenuto il primo posto in tutti e quattro i tornei più importanti. Non dotato di un fisico imponente, i migliori addetti ai lavori lo ritengono uno tra i più grandi di sempre capace di restare in cima alle classifiche per sette anni di fila. Nel 2000 venne omaggiato di un’onorificenza niente male: il campo centrale dell’impianto di Melbourne, il Melbourne Park, divenne la Rod Laver Arena.
Court2
Margaret Smith in Court nel tennis rappresenta l’Al-Ahly nel calcio, ovvero colei che con i ventiquattro titoli conquistati detiene il primato sia della categoria femminile che di quella maschile. La sportiva australiana, dopo sette Australian Open consecutivi, si ritira temporaneamente nel 1966 e rientra più forte che mai tre anni dopo. Nel 1970 si aggiudicò il Grande Slam vincendo con la compagna Judy Tegart Dalton due dei quattro tornei di doppio. Come accaduto con Rod Laver, anche a lei venne dedicato un campo dell’open d’Australia: lo Show Court One del Melbourne Park che venne ribattezzato Margaret Court Arena.

1988, anno della XXIV Olimpiade disputata nella città coreana di Seul. Dopo il successo avvenuto nell’edizione precedente di Los Angeles, il tennis è tornato attivamente tra le discipline olimpiche. Vincere quel torneo, organizzato ogni quattro anni, assume ancor di più rilevanza. E una sola tennista, la tedesca Stefanie Marie Graf – per i ben informati moglie dell’ex tennista americano André Agassi – è riuscita a conquistare il “Golden Slam”; riuscire a vincere i quattro tornei dello slam più l’agognata medaglia d’oro. La gioia più bella prima dei malanni fisici, che condizionarono non poco le sue prestazioni in campo. Ventidue i titoli in bacheca, uno in più di Serena che tra qualche mese potrebbe eguagliarla e superarla.

Cinque leggende, ognuna con una propria peculiarità. Entrare in quella ristretta elite è possibile, Serena. Perché il passaggio da “Icon” a “Legend” non è mai stato così breve.

Fonte: “Si.com”.

Mirko Di Natale

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