Dieci numeri per Wimbledon quando sei troppo lontano da Londra e non hai Sky

10 erano i trofei con l’ananas sul coperchio presenti idealmente domenica sul centrale a fine partita: 3 di Nole (uno fresco fresco) e 7 di Roger. Una bella partita nella quale ha vinto chi ha giocato meglio. Come il tennis insegna. La classe, la bellezza del colpo, la pulizia dell’impatto, la gentilezza del back di rovescio, la grazia nell’accarezzare la pallina prima di lanciarla per il servizio sono un’altra cosa.

article_gasquetttt-copie-1 Richard Gasquet

9 i chilometri di overgrip risparmiati da Gasquet che a nostro avviso è la vera sorpresa del torneo. Richard ne usa poco, di overgrip. Lo gira per metà sopra il manico della sua Head, per poi eseguire quel rovescio che ogni volta che lo vediamo non riusciamo a capire perché bisogna sempre scegliere, a proposito di perfezione, tra il suo e quello di Roger. Insomma, al mondo c’è qualcuno che ti vuole bene, Richard. Se poi togliessimo quella “h” e ci dedicassimo a consumare qualche pastis potremmo anche ragionare su quando ti deciderai a vincere uno Slam.

Lewis-Hamilton-seen-at-Wimbledon-Championships-2015 Lewis Hamilton

8 come i fiori della camicia di Lewis Hamilton: si presenta alla finale con una camicia con la quale non l’avrebbero nemmeno fatto andare al matrimonio della sorella. Figurarsi se il “dress code” di Wimbledon lo faceva accomodare al Royal Box dove l’organizzazione l’aveva invitato. Il corridore si è dovuto accontentare del MySky che, scroccato all’abbonamento del padre, aveva istallato sul suo iPhone 4S.
7 i posti del taxi che alla fine della finale maschile aspettava davanti al cancello di Wimbledon. Era lì per accompagnare a casa tutti i tifosi di Nole presenti al centrale. Pubblico di parte e palato fino. Valli a capire questi amanti del tennis.

092247252-1942479f-823f-41a7-b6d4-6174d4636446 Serena Williams

6 le vittorie nel singolare della signora Serena Williams. Sabato ho assistito a una discussione al bar dove un noto muratore della zona appassionato di dipinti rinascimentali non ne apprezzava le caratteristiche fisiche. Il professore di educazione tecnica, invece, ne esaltava la potenza e la poderosità degli arti inferiori. Gianni, invece, seduto a un altro tavolo, sussurrava leggendo “la Repubblica” un nome solo: “Venus”.
5 i trofei di Björn Borg che ci dà sempre l’idea, quando viene inquadrato dalle telecamere, di essere il tennista che incarna di più lo spirito di questo torneo. Quelle cinque vittorie di fila e quell’assenza dai campi in erba durata 19 anni per tornarci il giorno del saluto ai grandi del torneo raccontano l’essenza riservata, l’essere taciturno e il sembrare quasi timido, di una vera icona di questo sport.

CJuZJM1UsAAWdYI Benedict Cumberbatch con il padre

“4 in hand” si chiama il nodo della cravatta “regimental” eseguito dal padre di Benedict Cumberbatch nella tribuna del Centrale della finalissima. Non ci verrebbe da sentenziare sulla scelta cromatica (verde sbiadito e rosa, n.d.r.) discutibile, ma sul nodo sì. O te lo fai perbene o non te lo fai proprio. Diamine! “I can tie my tie all by myself”, cantavano dolcemente e mestamente i “The National”. Speriamo che l’anno prossimo il signore si adegui o si faccia aiutare.
3 il menage: Feliciano, Andy e sua mamma. Crediamo la peggiore notizia di gossip che Wimbledon abbia regalato nella sua lunga storia. Due tennisti amici e la mamma del più piccolo che esterna su Twitter apprezzamenti, (s)velati per lo spagnolo. Poi per un attimo abbiamo pensato ad Alba Carrillo e così un alone di tristezza ha pervaso i nostri occhi. L’amore non ha età. Purtroppo.
ten_e_mauresmo_murray_b1_300x3002 le facce simpatiche nell’angolo di Andy Murray. E rimaniamo in tema: quello della mamma e quella della Mauresmo. Mancavano all’appello Alessandra Mussolini, Debora Serracchiani, Barbara Palombelli e la strega di Hansel e Gretel così come era illustrata su quel libro che nostra zia ci leggeva prima di andare a dormire: e gli incubi fioccavano.
1 è il canale principale dei televisori degli italiani. Tutti i nostri apparecchi sono sintonizzati su quel canale. È quello che da sempre spetta a mamma Rai, che per rilanciare il tennis in Italia non trasmette una partita manco se gli venisse regalata. Niente Foro italico. Niente Wimbledon. A lei, la mamma, piace cucinare con la Clerici, fare trasmissioni intitolate “I raccomandati” che poi uno dice che siamo in Italia, far fare show milionari all’opinionista Celentano che simpatizza per Salvini o a Fazio che per la prossima stagione inviterà Kim Jong-Un a parlarci di democrazia e la Littizzetto continuerà a sbraitare Walter e Jolanda ai quattro venti. Povera Italia! Che se solo si facesse prestare dal Torneo di Wimbledon un pizzico di rispetto per se stessa e di educazione sarebbe anche un discreto paese nel quale vivere. Ma non pensiamoci, tra un anno o poco meno saremo di nuovo lì, a sognare quei verdi pascoli inglesi.
di Carmine De Fazio

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