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ESPN: “Antidoping? Una cosa poco seria!”

Eterna, ormai, la querelle sul tema “doping o non-doping” nel mondo del tennis.
Qui il report di ESPN, storico network americano, sulla “leggerezza” dei controlli, che lascerebbero emergerge soltato alcuni casi, piuttosto isolati, coprendo in realtà l’uso di farmaci e pratiche illegali, gettando molto più di un’ombra sulla correttezza e pulizia etica del nostro sport preferito.

Vi lasciamo leggere il documento, preferendo qui riportare non solo le risposte, di prammatica, provenienti dalla ITF per bocca di Stuar Miller, medico, che ha difeso il lavoro della federazione internazionale oltre che, va da sé, dell’agenzia “terza” che si suppone stare a garanzia dell’intero sistema. Quanto però ci deve riguardare, al netto dei numeri, che vedono il tennis essere la discipina sportiva che, a livello mondiale, presenta il gap più grosso tra numero di controlli effettuati e positività emerse, ovvero con una sola positività ogni 958 controlli annui, resta il problema dei “rumors”. Cosa spinge a chiacchierare così uno sport diffuso sul pianeta in modo capillare come il tennis? Sebbene il livello professionistico presenti costi molto alti, scorrendo la classifica mondiale, troviamo quasi tutte le nazioni del globo terracqueo rappresentate. Cosa significa questo? che il tennis è diffuso, è popolare, ha una base forte, muove economie importanti. Tutto questo basta a giustificare l’attenzione mediatica sull’uso del doping per sostenere le eccellenze? O, piuttosto, esiste una realtà nascosta, un numero oscuro che motiva questo chiecchiericcio?

Proprio mentre Maria Sharapova, uno dei “manifesti viventi” di questo sport si vede ridurre la squalifica subita per uso di un medicinale non consentito, giungono ancora voci, anomine, sottolineamo, a minare la credibilità dell’intero sistema. Perchè? Non abbiamo, purtroppo, una risposta. Ma il dubbio deve essere coltivato con spirito critico e volontà di capire. La pulizia etica è alla base dell’interesse degli sportivi, così come l’altro e forse endemicamente più diffuso problema del nostro sport, ovvero il match-fixing, del quale più volte ci siamo occupati in questa sede, evidenziando un’emergenza ben più motivata dell’uso di farmaci. La WADA e l’ITF sono chiamate ad uno sforzo serio, dopo le ripetute gaffes nella comunicazione, che, di certo, non aiutano a fare chiarezza sul tema. Difendere il tennis è un dovere, per tutti: professionisti e aficionados.

Alberto Maiale

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