Federer: “Diventare un buon filantropo è un viaggio senza fine”

Roger Federer ha da sempre posto la sua fondazione al centro del proprio progetto di vita. In molte interviste ha sottolineato come la necessità di seguire questo percorso sia uno dei suoi obiettivi fondamentali, sia adesso che, soprattutto, quando lascerà il tennis. In occasione della quinta edizione del "Match for Africa", promosso insieme a Bill Gates, Federer ha scritto di proprio pugno una lettera in cui racconta il percorso che lo ha condotto da semplice tennista fino a diventare un filantropo a tutti gli effetti. Di seguito ne riportiamo un estratto.

All’età di 22 anni, ero un tennista affermato con il primo titolo del Grande Slam in tasca e in procinto di diventare il numero 1 al mondo. Ma il solo successo professionale non era abbastanza. Quello è stato il momento in cui mi sono chiesto: come voglio svilupparmi a livello personale?

Sapevo di voler sostenere i bambini che vivono in povertà attraverso la creazione di una mia fondazione. Fin dalla tenera età, ho avuto il profondo desiderio di aiutare le persone meno fortunate di me. Mia madre viene dal Sudafrica e sono cresciuto vedendo l’estrema povertà in prima persona. […] Ecco perché ho fondato la Roger Federer Foundation nel 2003, iniziando un viaggio eccitante ed educativo.

[…] All’inizio dovemmo valutare quale fosse il modo più efficace per aiutare i bambini a rompere il ciclo di povertà e come coltivare al meglio il loro potenziale. Uno dei modi migliori per raggiungere questo obiettivo è concentrarsi sull’istruzione. La Roger Federer Foundation ha pertanto concentrato i suoi investimenti sul miglioramento della qualità dell’istruzione nelle istituzioni educative esistenti per bambini dai 3 ai 12 anni in Africa meridionale e in Svizzera.

Sono passati quasi 15 anni da quando ho creato la mia fondazione e da allora ho imparato molto sulla filantropia. La prima lezione che ho imparato è che l’empowerment è fondamentale se vuoi cambiare le cose in modo sostenibile.

[…] Nel mezzo di una delle regioni più povere del mondo, le madri fanno di tutto per fornire ogni giorno pasti scolastici ai bambini e i padri costruiscono nuove aule dove i loro figli possono imparare e migliorare. […] La mia fondazione si concentra sulla mobilitazione e responsabilizzazione delle comunità locali per avviare un processo che accresca la qualità dell’istruzione. Attraverso il tutoraggio, possono iniziare a capire che un futuro migliore è nelle loro mani e che attraverso uno sforzo congiunto possono ottenere un cambiamento sostenibile.

[…] La filantropia, come il tennis, richiede tempo e disciplina. Seguiamo un rigoroso sistema di controlli e contrappesi e un efficace ciclo di gestione del progetto. Anche la trasparenza, la misurabilità e la valutazione del nostro impegno sono fondamentali. E cerchiamo di ottenere tutto ciò nel modo più efficiente in termini di costi. Oltre il 92 percento delle spese della Fondazione confluiscono nei paesi e nei programmi, e questo è un parametro di cui siamo estremamente orgogliosi.

Prima o poi, arriverà il momento in cui la mia carriera nel tennis terminerà ed avrò più tempo da dedicare alla mia fondazione. Non vedo l’ora di poter viaggiare più spesso in Africa, visitare i nostri programmi e raccogliere più soldi per la nostra causa. Naturalmente, ci saranno sfide lungo la strada, ma spero di crescere nella mia conoscenza ed esperienza ogni giorno. Diventare un buon filantropo è un viaggio senza fine.

 

Traduzione integrale tratta da RF Tennis Blog, http://rftennisblog.com/2018/03/07/lettera-di-un-filantropo

 

0 comments
    1. E soprattutto, coro che arrivano a quei livelli, sono almeno 20 anni che buttano il sangue su tutti i campi del mondo. Nessuno regala niente a nessuno. Pertanto, ritengo che ognuno sia libero di fare ciò che vuole con i saldi che guadagna con il proprio lavoro. Le torna???

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