È da poco uscito il suo libro “La mia rinascita” e Francesca Schiavone ha ripercorso le tappe principali della sua battaglia più importante ospite del podcast di Luca Casadei dal titolo One more time.
La scoperta della malattia, con un linfonodo nel collo, e i risultati che facevano fatica ad arrivare sul campo: “Pensavo fosse per via dell’età che iniziavo a fare fatica a giocare. Ho iniziato a perdere peso, molto, ma comunque mi sentivo bene poi è arrivata la diagnosi del dottore“.
“In quel momento, quando pronunciano quelle parole, senti come se i mondo ti crollasse addosso, come se non ci fossero più certezze” ricorda Francesca Schiavone che poi sente di voler dare qualche consiglio a chi, come lei, si troverà a combattere una sfida difficile: “La prima è di circondarsi di persone che vi amino, la seconda è che siamo più forti di quanto immaginiamo e la terza è trovare qualcuno capace di motivarvi sempre“.
La grinta e la tenacia che ha sempre mostrato in campo e che l’hanno portata ad aggiudicarsi il soprannome di leonessa le ha messe anche in questa partita, la più importante. E finalmente è un capitolo che si può archiviare: “Sono esplosa di felicità quando il medico mi ha dato il responso. Ora sono pronta per nuovi progetti“.
E, a proposito di nuove sfide, Francesca Schiavone ne ha già intrapresa una insieme alla sua partner: “Abbiamo aperto un piccolo bistrot a Milano e anche questo progetto mi ha aiutata dandomi motivazioni ed energie nuove“.
Non manca un pensiero al tennis, sport solitario che mette a dura prova la tenuta mentale delle persone: “È vero, ha ragione Agassi. Tutto quello che ha scritto corrisponde a verità. Anche fare amicizie è arduo in quel mondo. Il momento più difficile per me è stato a Wimbledon 2010 quando uscii al primo turno contro ogni aspettativa“.