Franco Davin a ruota libera: “Adoro Schwartzman, è un giocatore bravo e intelligente!”

L’allenatore di tennis argentino Franco Davin, ex pro del circuito ATP, mancino, rivela di essere un grande fan del suo connazionale Diego Schwartzman: “E’ un giocatore molto bravo e intelligente”.

Davin, che ha vinto in carriera tre titoli ATP ed è stato 30° come best ranking, ha allenato alcuni grandi nomi da quando si è ritirato dal tennis professionistico e sicuramente sa riconoscere un talentuoso giocatore.

Davin era il coach del suo connazionale Gaston Gaudio, quando vinse il Roland Garros nel 2004 e c’è la sua firma anche dietro l’impresa di Juan Martin del Potro, quando nel 2009 ha vinto gli US Open.

Davin è stato anche il capitano della squadra argentina di Coppa Davis e ha collaborato anche con Grigor Dimitrov.

Davin ora lavora con il semifinalista Australian Open 2018 Kyle Edmund.
Schwartzman, attualmente 13 al mondo, vanta già tre titoli ATP, ha sfiorato anche la top 10 (è stato 11 come best ranking) e non ha mai avuto problemi dentro o fuori dal campo: “Adoro Schwartzman. È un ottimo giocatore, molto intelligente. Fa parte di questa nuova generazione di giocatori sudamericani di grande talento”, ha detto Davin a ESPN, come riportato su We Love Tennis France.

Davin ha combattuto contro il virus, recentemente: “Alla fine di giugno ho lavorato molto sul campo, per molte ore; in quel momento (dell’anno) a Miami fa caldo. Un giorno ho iniziato a sentirmi strano. Ho pensato: dovrò fermarmi un giorno, lontano dal caldo”, ha detto Davin a La Nacion. “Ho solo un giorno per fare qualcosa fuori dal campo e l’ho preso come un giorno senza tanto sole. Il giorno dopo ho fatto il lavoro normale e ho iniziato a sentirmi stanco. Quel pomeriggio sono rimasto a casa e la mattina dopo ho fatto il test. Era giovedì 25”, ha continuato Davin; “Mi sono sentito molto male, come se avessi una brutta influenza, con quei dolori al corpo che ti fanno passare pure la voglia di alzarti dal letto. Il risultato del test, normalmente, qui te lo danno in 48 o 72 ore e, nel mio caso, coincise con un fine settimana. Quindi da giovedì a lunedì senza il risultato. Ma ho avuto subito la sensazione che potesse essere un’influenza forte”.

Davin ha concluso: “Ti dico quello che ho provato: sembrava che stessi per morire. Che la mia vita, in tre o quattro giorni, sarebbe potuta andare in un modo o nell’altro”.

Fortunatamente la vita a Davin è andata in un modo e non nell’altro, e ora, magari, spera di poter allenare un giorno il suo connazionale; si chiama pur sempre Diego ed è argentino… non male no?

Maurizio Petti

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