Gigi Buffon “a scuola” di forza mentale da Roger Federer

L'estremo difensore di Juventus e Nazionale ha elogiato il tennista svizzero per la sua forza mentale, sottolineando come il difficile approccio "solitario" del tennis professionistico sia da prendere come esempio anche nel calcio, soprattutto alla vigilia di un evento così fondamentale come il big match di sabato tra Juventus e Napoli

Cresce l’attesa per quello che è stato più volte definito l’evento calcistico italiano dell’anno, ovvero il big match tra Juventus e Napoli valevole per la 25esima giornata della Serie A Tim, e se per pronostici e commenti vari lasciamo la palla agli amici calciofili, le dichiarazioni delle ultime ore del portiere della Nazionale italiana e della Juventus Gianluigi Buffon hanno toccato in qualche modo il mondo del tennis in riferimento al prossimo fondamentale impegno per il sodalizio torinese.

L’esperto calciatore ha dichiarato infatti di ispirarsi molto all’attitudine mentale di Roger Federer e, più in generale, di prendere spunto dall’approccio che si ha nel mondo del tennis in occasione di momenti di importanza campale, molto spesso racchiusi in pochi punti.

Il tennis è uno sport molto affascinante, io sono un grande tifoso di Roger Federer e mi sento spesso con lui” ha dichiarato Buffon al quotidiano sportivo Tuttosport, “la sua forza mentale mi affascina, è quella che bisognerebbe sempre avere. Sotto il profilo psicologico il tennis è lo sport più duro di tutti: se vinci ti prendi ogni merito, ma se perdi non puoi trovare alibi e non puoi addossare colpe agli altri.”

FEDX

La ricerca di un risultato dal quale dipende moltissimo, anche nell’economia di una stagione lunga, complicata ma comunque piena di soddisfazioni: ad analizzare più approfonditamente l’assimilazione della mentalità tennistica al caso specifico del calcio ci ha pensato lo psicologo ed esperto di allenamento mentale Umberto Longoni, che ha evidenziato cause ed effetti della “solitudine” del tennista rapportandoli alla volontà di saper gestire in modo ottimale i propri processi mentali anche laddove responsabilità e decisioni sono ripartite tra undici giocatori:”Il tennis può essere di grande aiuto agli atleti anche di altre discipline per vari aspetti psicologici. Innanzitutto perché ricorda l’arena dei gladiatori, e riporta al concetto del mors tua vita mea. Non esiste pareggio e la metà dei tennisti in campo in questo momento, in ogni momento, è destinata a perdere. In un certo senso è crudele, ma è anche formativo a livello psicologico. E’ una metafora della vita. Un tennista si abitua ad essere solo di fronte alle difficoltà, si abitua a doversela cavare. Un tennista deve avere grande autonomia, non può fare affidamento su nessuno e di volta in volta, di scambio in scambio, deve trovare una soluzione. Ogni match presenta dei problemi da risolvere e i rimedi non sono sempre gli stessi.”

Buffon, che ha confessato la sua ammirazione per il “Maestro” elvetico con il quale ha un buon rapporto di amicizia, tenta di carpire le tecniche in grado di far gestire la migliore dei modi tensioni e dubbi, con il suo ruolo di estremo difensore che in parte può avvicinarsi molto all’universo del tennista, chiamato in causa in momenti decisivi per poche ma decisive volte nel corso di una partita, cercando di farsi trovare sempre pronto e non lasciando mai nulla al caso. Il tennis, anche questa volta, probabilmente ha qualcosa in più da insegnare al regio mondo mediatico del calcio.

0 comments
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Potrebbero interessarti...