Il lockdown dovuto alla pandemia del Coronavirus sta evidenziando ancora una volta come le diverse parti interessate del mondo del tennis non stiano lavorando e collaborando come invece dovrebbe idealmente succedere. E Gilles Simon, in una delle ultime interviste rilasciate, ha sottolineato ancora una volta questo concetto.
“Diversi format per ciò che riguarda il coaching in campo, il tie-break lungo in Australia, lo stop sul 12-12 al quinto set a Wimbledon, tutto questo mi fa venire voglia di piangere, perchè è tutto così stupido!” Questo il piccolo sfogo del 35enne francese ex n.6 del mondo, che cha continuato dicendo: “Il tennis sta andando bene per me, mi dà gioia e continuerà a darmene. Ma il grosso problema è che nessuno si sta impegnando per promuovere questo sport come un’unica, grande entità; tutte le persone coinvolte dovrebbero collaborare di più”.
Simon si è anche espresso sulle difficoltà a livello economico che questo lockdown ha causato e sta causando ai tennisti di seconda-terza fascia, per il fatto di non poter competere e quindi non avere alcun introito. “La realtà dei fatti è che non ci sono abbastanza tennisti che, pur essendo professionisti, riescono a vivere solo di tennis. Il tennis è un business da miliardi di euro, ma il problema fondametale è il gap mostruoso a livello economico fra un top 10, il numero 100 del mondo e un altro tennista che, pur fuori dai 100 o dai 250, è comunque un professionista e si allena tanto quanto gli altri tennisti più in alto di lui in classifica”.
Il 14 volte vincitore di titoli ATP ha concluso poi la sua intervista, sempre sul tema dei tennisti low-ranked, dicendo: “Dobbiamo pagare di più questi ragazzi, per assicurare loro la possibilità di progredire”
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