[tps_title]ROGER FEDERER[/tps_title]
Per molti, dovrebbe essere un tranquillo pensionato, già, da parecchio tempo. Nel 2008, quando perde la finale di Wimbledon (aveva già vinto le ultime cinque di fila), contro il “terraiolo” Rafael Nadal di 5 anni più giovane di lui, tutti dicono “il Re è morto”. Ma il “Re” l’anno dopo si prende la rivincita vincendo la finale più lunga della storia e conquistando il suo sesto titolo a Wimbledon. Tra i due prosegue una rivalità al pari di quella tra Borg e McEnroe. Stessa storia si ripete, poi, nel 2011 questa volta contro il serbo Novak Djokovic, in occasione delle semifinali degli Us open. Questa volta è un giocatore di sei anni più giovane. Anche in questo caso il passaggio del testimone sembra compiuto e, invece, l’anno dopo Federer ritorna a vincere in casa sull’erba di Wimbledon. Oggi a 36 anni, lo svizzero, con un ginocchio malmesso e la schiena dolorante sta realizzando un vero miracolo sportivo. Ha vinto prima gli Australian Open e poi Wimbledon. Distruggendo ogni record esistente e confermandosi il re. Ha vinto per il tredicesimo hanno consecutivo il premio assegnato dagli stessi tennisti per la sportività lo Stefan Edberg Sportsmanship Award e per il quindicesimo di fila quello come ATPWorldTour.com Fans’ Favourite. Dimostrando che per tutti, il tennis, al di la dei risultati, rimane lui. Ma, cosa più paradossale ha anche vinto il Comeback awards, dimostrando una capacità incredibile di riuscire a cambiare per adeguarsi ai tempi ed all’età che inesorabilmente avanza, anche, per lui.
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Manca sicuramente rod Laver