L'australiano Nik Kyrgios dopo aver battuto l'argentino Juan M�naco al secondo turno di Wimbledon, Londra, 1 luglio 2015. (AP Photo/Kirsty Wigglesworth)
Wimbledon, ottavi di finale. Nick Kyrgios perde con Andy Murray e fin qui ci può stare. Quello che colpisce è il modo: 7-5 6-1 6-4 per lo scozzese in 1 ora e 42 in cui il match non è mai stato in discussione. Al di là dei 19 non forzati e delle zero palle break conquistate è stato l’atteggiamento del giovane australiano a non essere dei migliori per partite di questo livello.
La cosa ha fatto storcere il naso ai suoi tifosi ma anche a grandi del passato. «Kyrgios non capisce cosa serve per vincere uno Slam – ha detto John McEnroe – non si tratta solo di una questione mentale ma deve lavorare molto anche sul suo gioco. Penso che possa vincere uno Slam ma non regalando punti e game come ha fatto con Murray».
Kyrgios è il più giovane top20 (al momento è numero 18) e ha raggiunto la fama proprio ai Championships, quando nel 2014 ha battuto in 4 set Rafa Nadal, dopo essere entrato in tabellone con una wild card. Nel 2016 ha conquistato il suo primo titolo Atp a Marsiglia, battendo Marin Cilic e ha raggiunto il suo best ranking. Nonostante ciò, l’australiano non ha mai convinto davvero, soprattutto nei tornei dello Slam e contro avversari di spessore. Quest’anno è uscito al terzo turno sia agli Australian Open che al Roland Garros, rispettivamente contro Berdych e Gasquet.
A questo va aggiunto un comportamento non sempre irreprensibile fuori dal campo e nella preparazione delle partite. Lo scorso agosto è stato sospeso dall’Atp dopo aver insultato la fidanzata di Wawrinka mentre proprio subito prima del match con Murray ha seguito sugli spalti una partita del torneo di doppio. «Che preparazione è? Capisco cercare di rilassarsi ma come on!» ha commentato McEnroe.
Ma come ha reagito Kyrgios alle critiche? «Ammetto di non aver dato tutto, quando le cose si fanno dure io sono un po’ soft– ha detto l’australiano- a volte non amo questo sport ma so di avere talento per fare delle buone cose».
A quest’ultima dichiarazione ha risposto il connazionale Pat Cash: «È proprio il fatto che abbia talento che frustra milioni di australiani. Dice di non amare il tennis? Lo capisco, era così anche per me e Agassi».
A cura di Marco Castro
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