Dal non poter alzarsi dal letto a competere al Roland Garros in un paio di mesi, questa la straordinaria parabola di Tipsarevic, ma a sentir lui ha ricevuto un’aiuto speciale.
RITORNO ALLE COMPETIZIONI – Ex numero otto ATP, degna spalla di Djokovic nella conquista della Coppa Davis 2011, questa è solo una parte del lungo curriculum di Janko Tipsarevic, tornato al tennis che conta solo al Roland Garros di quest’anno dopo una lunga assenza. Al rientro però non ha avuto un sorteggio facile, subito il numero nove del mondo Milos Raonic. Tipsarevic ha avuto l’occasione di portare la partita al quarto set, ma è uscito sconfitto nel tiebreak del terzo set. “Ho cominciato a sentirmi meglio nelle ultime partite e nel tiebreak” ha rivelato il serbo al sito dell’ATP. “Sicuramente ha pesato la mancanza di partite negli ultimi due anni. Nel tiebreak ho perso tre o quattro punti chiave. Se li avessi vinti, l’esito del partita sarebbe stato diverso.” aggiunge Janko.
CHALLENGER – Dopo aver superato un tumore al piede e problemi al tendine rotuleo del ginocchio, Janko è tornato a competere nei tornei ATP Challenger, per riacquisire confidenza con i ritmi del circuito. Ha ammesso di voler continuare ad alternare i tornei del circuito maggiore a quelli Challeger, ma per lui tornare a giocare è già una grande conquista visto il fatto che fino a pochi mesi fa non era neanche in grado di reggersi in piedi.
NADAL – Dopo una lotta di diciotto mesi contro un tumore benigno al piede è stato il tendine rotuleo del ginocchio a far tornare Tipsarevic nell’inferno. Anche dopo l’approvazione al ritorno nei campi da parte dei medici, il dolore persisteva così è stato obbligato a saltare la prima parte dell’anno. “Non sapevo cosa fare. Non riuscivo nemmeno a camminare, lo scorso dicembre. Poi, mi sono ricordato che Nadal aveva avuto problemi al ginocchio anni fa e lo ho chiamato”, dice il serbo. “Mi ha consigliato di visitare medico Angel Ruiz Cotorro, che mi ha curato con il trattamento delle cellule staminali.”
Tipsarevic ha ammesso che sia stato quello ad averlo aiutato “Ha preso i campioni e si è preso fino a due settimane per prepararlo lentamente. Poi l’ha iniettato direttamente nel tendine mandandomi in anestesia totale. Non credevo in questo trattamento, ma in sole due settimane mi ha aiutato molto”, spiega.
L’animo da grande lottatore in campo, lo ha aiutato nel non smettere di pensare che un giorno sarebbe uscito dall’inferno nel quale era finito. Le grandi vittorie devono ancora arrivare, ma siamo sicuri che per lui, la vittoria più importante sia stata quella di tornare in campo.