Le vacanze natalizie sono alle porte, mancano pochissimi giorni all’inizio della nuova stagione, ma nel frattempo perché non leggere qualche buon libro sul tennis? No, non vi consiglieremo per l’ennesima volta Open di Agassi ma libri ancora più particolari, per veri appassionati.
Iniziamo subito con un mito del tennis italiano, Adriano Panatta. In collaborazione con Daniele Azzolini, l’ex tennista romano ha pubblicato il suo nuovo libro intitolato “Il tennis è musica“. Si parla del 1968, anno di rivoluzioni anche nel tennis con la nascita dell’Era Open. Panatta, neanche ventenne all’epoca, assiste alla prima vittoria Slam di Rod Laver nell’era moderna. È da questi ricordi che Panatta inizia il suo racconto, ricco di aneddoti, segreti, grandi vittorie e dure sconfitte fino ad arrivare ai nostri giorni, con le rivalità tra le sorelle Williams e Federer e Nadal. Se volete rivivere l’atmosfera del tennis tradizionale, questo libro fa per voi.
Non poteva mancare il mitico Gianni Clerici. Affiancato dalla critica d’arte Milena Nardi, il giornalista lombardo si immerge nel mondo della pittura e della scultura, che nel corso della storia ha rappresentato più volte il tennis. Passando da Tiepolo a Goya, non mancano anche i riferimenti alla vita di Clerici, in gran parte trascorsa a commentare il tennis tra telecronache e articoli. Se siete anche appassionati di arte non potete perdervi “Il tennis nell’arte” la descrizione di più di cento opere, che vi aiuteranno ad ordinare cronologicamente la narrazione.
Di certo originale è anche il libro di Luca Bottazzi, ex tennista azzurro. Nel suo nuovo libro “Tennis, 100 anni di storia“, il milanese ha diviso l’ultimo secolo in varie ere, caratterizzate da nomi particolari. Per ciascuna di esse divide i giocatori in base al loro stile di gioco: attaccanti, contrattaccanti, difensori e giocatori a tutto campo. Il tutto è accompagnato da una collezione di fotografie rigorosamente in bianco e nero.
Un viaggio nel tennis degli anni ’50 che nasce da alcune foto trovate nella valigetta di un collezionista. In passato ogni giocatore aveva una sua storia particolare: “Torben Ulrich tentava di cogliere, in stadi e palazzetti, il suono perfetto della palla sulle corde; « Teach » Tennant, che aveva insegnato a Carole Lombard e Joan Crawford, cercava di trasformare le sue giocatrici in « statue di tennis »; e Art Larsen – oh, Art seguiva sempre e solo i consigli del suo coach immaginario, l’aquila reale appollaiata, durante i match, sulla sua spalla.”
È con queste parole che Matteo Codignola riassume il suo libro, intitolato “Vite brevi di tennisti eminenti“.
Dulcis in fundo troviamo “Quando il tennis fece boom” di Lello Cirillo, che racconta il tennis dalla nascita dell’Era Open, inclusi alcuni momenti cruciali per l’Italia come la vittoria della Coppa Davis nel 1976. Il progresso economico di quegli anni portò alla nascita del ceto medio, e il tennis che fino ad allora era considerato uno sport per aristocratici diventò sempre più accessibili. Il “boom” si ha con la vittoria della Davis Cup di Panatta: le aziende di abbigliamento sportivo crescono a dismisura ed esportano il Made in Italy in tutto il mondo. ” Il libro, nel raccontare aneddoti ed episodi di quegli anni, analizza le tematiche del cambiamento che vide, per la prima volta, uno sport fra i protagonisti di una rivoluzione sociale.“