La vita avventurosa di Alice Marble, tennista e spia

Alice Marble, 18 volte campionessa Slam a cavallo fra gli anni '30 e '40 non è stata solo una tennista eccezionale, è stata una spia americana e una paladina contro le disuguaglianze razziali, ma Gianni Clerici la ricorda come la prima tennista in shorts

Alice Marble, californiana nata il 13 Settembre del 1913,  è stata una  straordinaria tennista,  anche se in realtà tutta la sua vita fu straordinaria, in un eterno riniziare e reinventarsi anche dopo aver passato di tutto e vinto tutto.

UNA RAGAZZINA SPORTIVA – Alice a 5 anni si trasferì da Beckwourth in Sierra Nevada sua città natale, a S.Francisco con la famiglia. Subito si rivelò un’eccezionale atleta praticando il basket, la boxe e il baseball, fino a quando a 15 anni scoprì e si dedicò al tennis, sport in cui progredì in fretta allenandosi al Golden Gate Park. Vinse diversi tornei nella categoria Juniores, ma la sua carriera fu rallentata da un’insolazione dopo aver giocato un match di 108 games a East Hampton.

LO STOP PER TUBERCOLOSI – Il vero collasso però ci fu nel 1934 , dopo una sfida Francia America al Roland Garros, quando le fu diagnosticata la tubercolosi, a causa di cui dovette passare un anno in sanatorio, perdendo la maggior parte della stagione 1934 e 1935.

I CHAMPIONSHIPS DI FOREST HILL – Quando cercò di rientrare nel  “National amateur Championships” di Forest Hill , cioè gli attuali US Open nel 1936, la commissione rifiutò la sua iscrizione dicendo che era inadatta al gioco, in quanto la sua salute avrebbe potuto essere definitivamente compromessa a causa della sua malattia. Ma dopo essersi allenata una settimana riuscì a persuaderli a farla partecipare.  Fu così che Alice Marble vinse il suo primo “Slam” al contempo diventando e restando n°1 del ranking dal 1936 al 1940.

UNA TENNISTA IN SHORTS – “Di lei non potevano non eccitarmi gli shorts che, a quei tempi, ancora non si portavano in Europa” diceva Gianni Clerici in “500 anni di tennis”, Alice fu infatti la prima giocatrice a prediligere la comodità giocando in pantaloncini. Dal ’36 al ’40 dominò letteralmente il tennis, vinse il titolo a New York ancora nel 1938 nel ’39 e nel ’40. Nel 1939 conquistò anche Wimbledon. Con Sarah Palfrey Fabyan poi, vinse I championships in doppio femminile dal 1937 al ’40, e in doppio misto vinse dal 1936 al ’40 con  Gene Mako, Donald Budge, Harry Hopman e Bobby Riggs

UNA VITA PARTICOLARE – Ma per raggiungere i suoi grandi traguardi nel tennis Alice Marble ha dovuto superare diversi ostacoli. A quattro anni perse il padre e fu cresciuta coi suoi fratelli dalla madre. A 15 anni fu violentata e a 20 anni si ammalò di tubercolosi. Poi ebbe la sua favolosa carriera. Per 2 anni consecutivi, nel 1939 e nel 1940 fu nominata dall’Associated Press “Atleta dell’anno”

couting danger

WONDER WOMEN – Al ritiro dal tennis la DC Comics le chiese di appoggiare la nuova supereroina dei cartoni Wonder Woman. Lei però fece di più: diventò editrice del fumetto, creando la rubrica settimanale: “Wonder Women of history…as told by Alice Marble” in cui raccontò storie di grandi donne in forma di fumetto.

UNA VERA SPY STORY – Nel 1942 sposa Joe Crowley, un soldato morto in azione durante la seconda guerra mondiale. Fu quindi in questo periodo di guerra durante cioè la seconda guerra mondiale, come scrisse lei stessa nella sua autobiografia  “Courting Danger” che si impegnò in missioni di controspionaggio finanziario antinazista. Usando il tennis come copertura infatti, nel 1945 andò a Ginevra su richiesta del  governo americano che le chiese di riallacciare i rapporti con un suo ex amante svizzero accusato di nascondere oggetti d’arte, oltre a soldi e gioielli per conto dei nazisti. Nella cantina di Hans Alice trovò la lista di nazisti richiestole dal governo Usa ma venne scoperta mentre la fotografava e  scappando in auto fu colpita da un agente nazista alla schiena. La memoria fotografica di Alice, comunque farà sì che tutti i nazisti implicati finiranno sotto processo a Norimberga.

LA LOTTA PER L’INTEGRAZIONE RAZZIALE – Alla fine della guerra, dopo il recupero si dedicò alla scrittura del suo primo libro “The Road to Wimbledon”ed a una nuova causa, l’integrazione razziale del tennis. Il suo editoriale del Luglio 1950 nel  “Lawn Tennis Magazine” chiese in modo eloquente che Althea Gibson, tennista nera, potesse giocare al Torneo più importante americano “Se il tennis è uno sport per gentiluomini e gentildonne- scriveva – è il momento che iniziamo a comportarci come tali e non da ipocriti bigotti. Se davvero è rimasto qualcosa nel nome della sportività, è più che tempo di mostrare cosa la sportività significhi per noi. Se Althea Gibson rappresenta una sfida all’attuale gruppo di tenniste, è solo un atto di onestà permettere loro di raccoglierla sul campo (…) Se le venisse rifiutata l’occasione di trionfare o di fallire, resterebbe un marchio indelebile contro uno sport cui ho dedicato gran parte della mia vita e proverei amaramente vergogna”  Il 15 agosto 1950 il comitato della USLTA riceve la richiesta di iscrizione ai Nationals di Althea Gibson. Nonostante l’opposizione dei più conservatori tra i suoi 36 membri, il comitato comprende che il cambiamento è inevitabile: non resta che controllarlo. La richiesta di iscrizione viene accettata. Althea Gibson è il primo tennista di colore, uomo o donna che sia, a giocare in uno slam.

UNA TENNISTA DEL FUTURO – Jack Kramer, un membro della Tennis Hall of Fame ha detto di Miss Marble “E’ stata la donna che più ha cambiato lo stile del tennis femminile. Con lei il tennis è diventato più aggressivo e atletico, ed ha condotto al tennis di Billie Jean King, Navratilova e Graaf”

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