Ha destato scalpore, ultimamente, la notizia che Raluca Georgiana Serban, tennista rumena classe 1997 e attuale numero 217 del mondo, non rappresenterà più i colori della propria nazione, in quanto ha da poco assorbito la cittadinanza cipriota. A guardare la situazione della Romania del Tennis, però, non sembra che questa decisione possa influire moltissimo sulla tenuta della nazionale di Fed Cup in quanto, a tutt’oggi, l’antica Dacia annovera la bellezza di 15 tenniste in attività, tra cui spiccano i nomi di Irina Camelia Begu, Ana Bogdan, Mihaela Buzarnescu, Alexandra Cadantu, Sorana Cirstea, Alexandra Dulgheru, Monica Niculescu, Patricia Maria Tig e, ovviamente, la numero uno del mondo Simona Halep. Ma anche in passato la Romania ha annoverato delle rappresentanti di spicco come Florenta Mihai, la prima giocatrice della sua nazione a disputare una finale slam nel 1977, persa dall’allora Jugoslava Mima Jausovec. Florenta, purtroppo, è morta nel 2015 a soli 60 anni dopo aver contratto un male incurabile. Un’altra rumena famosa negli anni ’70, più di riflesso che per meriti propri, è Mariana Simionescu nota al grande pubblico per essere stata la moglie di Björn Borg. Mariana, dal punto di vista prettamente tennistico, non ha mai raggiunto grandi risultati dato che ha vinto un solo titolo WTA e ha perso un’altra finale contro la connazionale Virginia Ruzici, più solida e titolata di lei. Infatti Virginia nel 1978, esattamente ad un anno di distanza da Florenta Mihai, disputò la finale dei French Open e la vinse proprio contro Mima Jausovec, vendicando in tutto e per tutto la sconfitta dell’anno precedente. Ma non fu il suo unico successo. Infatti Ruzici vinse complessivamente 12 titoli WTA, uno ad Indianapolis contro Helena Sukova, e raggiunse l’ottava posizione nel ranking mondiale oltre che i quarti di finale a Wimbledon, nel 1980 e 81. Nessuna è stata migliore di lei prima dell’avvento di Simona Halep. Ad oggi la nativa di Costanza conta 18 titoli WTA, 4 finali nel circuito Grande Slam, un titolo al Roland Garros, una finale alle WTA Finals e la vetta della classifica per 56 settimane totali, quaranta di fila dal 26 Febbraio di quest’anno.
Ovviamente i successi di Simona hanno fatto da traino ad altre giocatrici che, in una terra abbastanza distante dal Tennis per censo, risorse e PIL, hanno deciso non solo di intraprendere la carriera tennistica, ma anche di investire su di essa. Tra queste Ana Bogdan, classe 92, e Patricia Maria Tig classe 94. Ma dopo Simona Halep i nomi maggiormente prolifici in fatto di trofei e buoni piazzamenti sono quelli di Irina Camelia Begu, Mihaela Buzarnescu, Sorana Cirstea, Alexandra Dulgheru e Monica Niculescu. Irina Camelia Begu ha vinto 4 titoli WTA di cui 3 sul cemento e uno sulla terra rossa di Bucarest, a casa propria. Irina è riuscita ad issarsi fino alla ventiduesima posizione del ranking e a raggiungere gli ottavi di finale in tutti slam escluso Wimbledon. L’erba si conferma, dati alla mano, la superficie più ostica per le tenniste rumene. E’ anche una discreta doppista, dato che quest’anno si è spinta fino alle semifinali degli Australian Open, assieme alla connazionale Monica Niculescu. Mihaela Buzarnescu è forse la giocatrice più talentuosa, dopo Simona Halep, della compagine rumena, ma la sua carriera è stata funestata da ripetuti infortuni che ne hanno minato la continuità. Quest’anno era rientrata nel circuito in grande spolvero, aggiudicandosi a 30 anni il primo titolo della carriera in California, a San Jose, nella categoria WTA Premier. In seguito, però, a Montreal è stata vittima di un altro terribile infortunio alla caviglia, che l’ha vista uscire dal campo in lacrime, seduta su una sedia a rotelle. Per Buzarnescu non è stato possibile prendere parte agli US Open, momento in cui avrebbe usufruito di un’ottima testa di serie, e alla fine ha dovuto optare per un finale di stagione al riposo, dopo aver abbracciato la posizione numero 21 della classifica. Anche di Sorana Cirstea, oltre al discreto talento, si ricordano i numerosi infortuni che le hanno fatto saltare intere stagioni agonistiche. Sorana, nel 2008, aveva stupito il grande pubblico vincendo, contro un’altra ragazza sfortunatissima che risponde al nome di Sabine Lisicki, il WTA di Tashkent a soli 18 anni. Sembrava una fanciulla prodigio predestinata, ma il fato irridente ha deciso diversamente. Quarti di Finale al Roland Garros nel 2009 e poi silenzio fino al grande exploit di Montreal, nel 2013, che l’ha condotta dritta dritta alla finale più importante della carriera, persa da Serena Williams con un punteggio piuttosto netto (2-6 0-6). Oltre alla bellezza, un altro connotato che le viene riconosciuto è il best ranking di numero 21 raggiunto nel 2013, proprio in seguito alla finale in Canada. In ultimo, Monica Niculescu ha all’attivo 4 titoli nel circuito maggiore, alla pari di Begu, e tutti conquistati sul cemento. In una di queste occasioni sconfisse Petra Kvitova nella finale 2016 di Lussemburgo, rifilandole un bagel nel secondo set. Best ranking di numero 28, vanta altre 5 finali nel circuito maggiore, gli ottavi di finale sia a Wimbledon sia agli US Open e una finale slam in doppio, persa nel 2017 dal duo Makarova-Vesnina a Wimbledon, in cui accanto alla cinese Chan Hao-ching non riuscì a racimolare nemmeno un misero game. Oggettivamente nessuna di loro può vantare risultati minimamente accostabili a quelli di Virginia Ruzici e Simona Halep, ma il fatto che così tante giocatrici militino nel circuito professionistico e abbiano portato a casa titoli e finali di prestigio, indica la tendenza positiva con la quale questo sport in Romania è cresciuto in modo esponenziale nell’ultimo decennio. Il problema è che tutte le atlete citate sono nate agli inizi degli anni ’90, esclusa Patricia Maria Tig, o addirittura alla fine degli anni ’80 come Buzarnescu, ecco perché la dipartita di Serban gioca un ruolo fondamentale e sicuramente non positivo nel destino della nazionale rumena, considerato che al momento (dopo di lei) non sembra esserci nessun ricambio generazionale all’orizzonte.
In campo maschile il passato resta legato al nome di Ion Tiriac che nel 1970 vinse il doppio al Roland Garros in compagnia di Ilie Nastase, per poi dedicarsi totalmente al ruolo di manager tennistico e curare la carriera di Boris Becker dal 1983 al 1988. Ilie Nastase, appunto, è stato il giocatore rumeno più forte e titolato di tutti i tempi con 2 vittorie slam (Roland Garros e US Open), 57 titoli totali tra cui 4 World Tour Finals, 2 Internazionali d’Italia e il primo posto in classifica, a cui si aggiungono 3 slam in doppio di cui uno US Open vinto, nel 1975, in coppia con Jimmy Connors. Al momento i tennisti rumeni maggiormente conosciuti sono Victor Hanescu, trentasettenne ex numero 26, finalista in 5 tornei del massimo circuito con un titolo conquistato a Gastaad e Horia Tecau, specialista nel doppio con all’attivo 2 titoli slam accanto al francese Julien Roger, con cui condivide anche una vittoria alle ATP Finals del 2015. A tutto ciò si aggiunge la medaglia d’argento olimpica raggiunta nel 2016 a Rio de Janeiro assieme a Florin Mergea, occasione in cui l’oro andò alla coppia spagnola formata da Rafael Nadal e Marc Lopez.
16 comments
Peccato… Speriamo in qualche altra tennista rumena di livello, per il “dopo Halep”. Ne ha sfornate veramente tantissime, proprio sintomi che il tennis è vissuto come un dogma, in quel paese. Al maschile a parte Nastase e pochi altri, però, non c’è stato molto spazio per la Romania. 🙁 Per il momento, io mi auguro che Simona Halep non si perda, dopo essere abbandonata a se stessa, in quanto senza più Cahill a guidarla. Per il resto, mi piacciono molto la Begu, la Cirstea e la Buzarnescu. Non disdegno nemmeno la Niculescu… 🙂
Speriamo di no. Simona non deve dissipare quanto ottenuto. Certo, schiena e panchina vuota mi fanno essere scettica, purtroppo.
Pure io ho mille dubbi a riguardo… Speriamo bene, però.
Oh, tra io che parlo di curling e tu che ti diletti con Raluca Serban, neo stella dell’isola di Cipro, vedo che il fondo del barile è raschiato ben bene. Coraggio, -26 giorni all’inizio della stagione ! ahahahah A parte questa premessa da deficiente (tipico di me), devo dire che mi stupisce alquanto apprendere che la Romania ha ben 15 tenniste in attività sebbene (come opportunamente dici) la maggior parte declinano verso la fine della carriera. Comunque sia un risultato quantitativo notevolissimo impreziosito da una certa qualità che non si limita alla sola Halep (che basterebbe e avanzerebbe da sola per dire che la Romania in fatto di tennis sta messa benino…). E poi c’è giuggiolone Nastase che ha fatto la storia (in ogni senso) del tennis rumeno, europeo, mondiale…e intergalattico 😀
Ahahahahah, Nastase giuggiolone è il top. Se ti sentisse volerebbero i fumi 😀
Giuliana Cau Mi piace troppo trovare dei soprannomi divertenti e provocatori per i nostri amici tennisti 🙂 Giuggiolone per Nasty mi sembra moooolto azzeccato 😉
Nicola pensando a Nastase e al suo carattere, tutto mi pare fuorché un giuggiolone. Se parliamo di stile tennistico, mi dimetto perché quando giocava non ero nemmeno nata, ahahah
Giuliana Cau perchè dalle mie parti giuggiolone può essere inteso anche come “gaudente” in senso lato…In quanto al gioco, da quello che ho sentito e dalle immagine che ho visto era molto “giuggolante” 🙂
Nicola mi fido del tuo giudizio. Io quei filmati tutti sfuocati, non riesco proprio a guardarli 😉 E cmq, come Kevin lo struzzo non ce n’è, ahahahah
Peccato per la Buzarnescu, che è una ottima giocatrice. Alcune si sono un po’ perse, come la Tig e la Cirstea. La Buzarnescu è iscritta a diversi tornei e spero si sia ripresa. Ha anche la finale di Hobart da difendere. Dietro alla Halep comunque si sta profilando un gran vuoto generazionale.
Verissimo. Dal 94 in poi non c’è più una tennista che possa portare avanti i colori della nazionale rumena. Ceduta la Serban, il vuoto.
Anche le quotazioni della Begu, sono in caduta libera. Altro problema. Certo, si tratta di giocatrici che mai potranno fare quello che ha fatto la Halep ma, oltre che il futuro, il problema può essere anche il presente
Altro buco nell’acqua è stata la Cirstea che sembrava dovesse spaccare tutto, ma tra infortuni e carattere labile, ha ottenuto pochissimo. Dopo Simona ci vorranno anni prima che sopraggiunga un’erede degna. Speriamo non 40, come il gap tra lei e Ruzici.
Monica Tola mah vuoto generazionale non penso. La Buzarnescu ha 30 anni quindi non può considerarsi di certo un investimento per il futuro, ma mi risulta che il movimento tennistico femminile in Romania sia piuttosto vivo e ci siano diverse giocatrici giovani piuttosto promettenti, come Elena Gabriela Ruse ad esempio.
Sì, Simone. Il mio discorso sulla Buzarnescu era legato alla sua sfortuna. E’ esplosa tardi proprio perché condizionata da tantissimi infortuni e si è fatta male in modo balordo e serio con quella uscita dal campo in sedia a rotelle nel momento migliore della carriera. Ci sono state altre promesse come la Bogdan che hanno disatteso le aspettative. La squadra attuale, anche in prospettiva Fed Cup, con Halep e Buzarnescu al meglio e senza il calo di Begu e Cirstea era potenzialmente fortissima
Braveeeeee.