Il tennis è lo sport più bello del mondo. In quanto sport individuale, è normale innamorarsi (letteralmente) di qualche tennista e detestarne altre. Ci sono tenniste che mi fanno battere il cuore e altre a cui augurerei un… Non lo dico. Proviamo a fare una lista delle tenniste più antipatiche.
1) Alizé Cornet
Ho scelto di partire con l’adorabile tennista francese con il nasetto all’insù. Un musino dolcissimo. L’ultima volta che l’ho vista stava insultando i raccattapalle guardandoli con un’espressione quasi compassionevole. Stava sicuramente pensando “Ma questi imbranati dove li hanno presi? Perché non capiscono nulla? Perché nessuno capisce nulla?”. Se vince sorride, saluta molto cordialmente avversaria e giudice di gara e sembra quasi carina mentre scrive il suo nome sulla telecamera. A primo impatto è brava a mimetizzarsi. Sembra dolce. Sembra. Noi sappiamo la verità. Noi l’abbiamo vista piangere e fare scenate isteriche che neanche Linda Blair ne “L’esorcista” (1973). Farò ricerche per capire se è la figlia o la nipote di Linda Blair, nel frattempo. Vorrei passare alla tennista successiva, ma sulla Cornet ci sono troppe cose da dire. Alcuni dicono sia una delle cose più irritanti mai apparse su un campo da tennis. Esagerati. Io mi sento di ringraziarla, perché, al suo confronto, ha riabilitato l’immagine della connazionale Bartoli. Il momento più alto della carriera? Toronto 2013, la Cornet schernisce la Errani urlando “vamos” invece che “allez”. Ma non poteva bastare, quindi via a tutto il campionario. Mancanza di respiro, spossatezza, finti crampi, dolori, pianti isterici. Se c’è un senso nel seguire il tennis, le sceneggiate della Cornet sono sicuramente un motivo valido.
2) Sara Errani
Credeva forse di farla franca? No, Sarita, mi spiace. Lungi da me trovare graziose o attraenti le urla assatanate della Sharapova o della Azarenka, ma il grunting della Errani se la gioca con quello monstre della Schiavone. Insopportabile. Valutiamo la simpatica evoluzione di Sara, da dolce tennista placidamente accomodata nell’aurea della mediocrità a giocatrice di vertice. Sara è riuscita a tirar fuori doti incredibili, rivelando molte sfaccettature sino ad allora sconosciute (farei coincidere il tutto con la finale di Parigi del 2012). Ad esempio si è rivelata un’ottima opinionista, degna di un programma della D’Urso. “Detesto Balotelli, Federer è un fighetto”. Tralasciamo per un attimo i vamos urlati dopo ogni 15, ogni fottuto 15, ovviamente su errore dell’avversaria (non per essere cattivi, ma altrimenti non avrebbe modo di urlarne molti). Guardiamo indietro, al Roland Garros 2014, conferenza stampa post-doppio Errani/Vinci. Dopo qualche domanda sul doppio, sono arrivate, inevitabili, le domande sull’imminente sfida di singolare con la Jankovic. Sara abbozza un sorriso da star e replica: “Non parlo del singolare, dovevate chiedermelo ieri”. In America Sharon Stone pare abbia scosso la testa. Non ci siamo. I giornalisti erano impegnati in un match decisamente più interessante di Errani-Glushko (cioè Fognini-Monfils) e purtroppo non hanno ancora il dono dell’ubiquità. Sara, non ci piaci diva. Lascia questo ruolo ad altre. Tu ci piaci contadina romagnola. Ci piace com’eri. Nel frattempo, buona permanenza in questa speciale classifica. PS: ecco qui l’ispirazione per tornare la contadina romagnola che ci è sempre piaciuta.
3) Maria Sharapova
Volevo metterla alla fine per creare l’effetto sorpresa, ma non sarebbe stato credibile. Se anche avessi dovuto fare una lista di dieci tenniste odiose e avessi giurato sulle polpette della nonna che Maria Sharapova non avrebbe fatto parte della lista, voi non mi avreste creduto. Avrei creato appositamente un undicesimo posto, tutto per lei. Perché lei è una divah, non può mica fare quello che fanno tutte. Se le altre vanno ai party a festeggiare, lei è seduta sul divanetto, sorseggiando un martini dry, mentre firma un nuovo contratto. Maria Sharapova è cattiva, perché ai party mette i tacchi per umiliare le avversarie. Scorretta. Ti piace vincere facile, Maria. Non basterebbero due pagine per parlare di lei e della simpatia che sprigiona ogni volta che calca un campo da tennis. Da quando, diciassettenne, sorrideva incredula davanti alla Williams dicendole: “Mi spiace, Serena, ma oggi dovevo vincere” (vi prego, vi scongiuro, guardate la faccia della Williams, non so spiegarla a parole ma è epocale), Maria non si è più fermata. E sì, parlo di successi ma soprattutto di manifestazioni di simpatia. Come non ricordare Maria Sharapova per la sua ilarità e per i sorrisi elargiti, ad esempio. Maria è simpaticissima nei suoi c’mon urlati sugli errori dell’avversaria (non è l’unica, ammettiamo pure che quando si tratta di lei tutti notano dettagli trascurabili per altre), nel suo sguardo strabico mentre cerca di visualizzare il campo, nelle sue urla da Youporn che mi costringono a spiegare a mia nonna che, no, Maria Sharapova non è la nuova sensazione del mondo del porno, bensì una tennista. Simpaticissima, tra l’altro. Che ha lanciato la moda del pugnetto chiuso che poi si apre a ventaglio per colpire twice la coscia. Ci sono le camminate verso i teloni, in teoria per trovare concentrazione, in pratica per mostrare a uno stadio puntualmente pieno quanto Madre Natura è stata generosa con lei. Abbandonato il tic di sistemare i capelli dietro le orecchie, ora Maria non gradisce che i raccattapalle le diano le palle direttamente sulla racchetta. Troppo spartano. Paradossalmente, preferisce anche piegarsi per prenderle. L’importante è che arrivino a lei dopo un rimbalzo. Se un’avversaria si infortuna, generalmente vanno tutti a sincerarsi delle condizioni. Lei inarca leggermente il sopracciglio. Non serve dire altro. Si è fatta capire. Non gradisce la situazione. “Che stress questi umani che si fanno male”. Divina si nasce e non si diventa. Immaginate un tennis senza la Divina.
4) Vika Azarenka
Prima di tutto scrivo Vika e non il suo nome perché, nonostante anni e anni di tennis seguito alle spalle, ancora non ho capito come si scrive. Mi sembra già un valido motivo per odiarla. Dire cose simpatiche su di lei è difficile, inutile negarlo. Tantissime in carriera le scorrettezze ai danni delle avversarie: parlo di finti svenimenti, finti dolori, punti rubati e non restituiti all’avversaria (la Kerber ride sotto i baffi, ha trovato pane per i suoi denti). La cosa in cui eccelle, però, sono i tempi. Tutti devono stare ai suoi tempi. E non solo in battuta, ma anche in risposta. Ricordo un match con la Daniilidou agli Australian Open: vittoria nettissima di Vika, ma facce infastidite nelle occasioni in cui la greca sbagliava il lancio di palla. Allora Vika, di tutta risposta, magari girava la testa e andava a farsi un giro per il campo. E la Daniilidou ad aspettare che la simpatica bielorussa si sistemasse. Per non parlare della Vika dance, quel terrificante momento in cui Azarenka, dopo aver vinto una partita, decide di ballare. Per cortesia. Ha sempre cercato, a modo suo, il consenso del pubblico: ad esempio quando ha provato a intonare ‘buon compleanno’ per Monfils, cercando appunto il supporto del pubblico. Ha cantato solo lei. Stonando, tra l’altro. Non ho ancora capito se Vika ci è o ci fa, ma il personaggio di anti-diva le sta benissimo. E noi la vogliamo rivedere ai suoi livelli, quelli a cui ci ha abituati. Scorretta e indisponente. Se non ballasse sarebbe meglio. Ma in fondo la amiamo tantissimo. Vika, ti aspettiamo.
5) Ana Ivanovic
Altra gnocca in pasto a questa speciale classifica. Siccome sono stato accusato di sessismo per avere definito la Vaidisova (tennista che adoro e che ho sempre seguito) una “bambolina”, specifico che essere gnocche e essere definite tali è un complimento. So perfettamente che la Ivanovic è una donna che va giudicata per quello che fa, non per quanto è bella. Quindi parliamo pure della sua simpatia. Ad esempio, come non amare i suoi ‘aide’ e i suoi pugnetti esibiti dopo un ace negli scambi di riscaldamento. Secondo me lei non sa ancora, nonostante l’esperienza, che la partita inizia DOPO il riscaldamento. Famosissima per la correttezza di utilizzare gli MTO a libero piacimento, quasi come fosse mangiare una caramella qualunque (a proposito, secondo voi Ana ha anche solo provato ad assaggiare le Sugarpova?), Ana è talmente fragile che non si può non amare. Davvero. E noi la amiamo. La amiamo, vero? Sì, perché fuori dal campo è la dolcezza fatta a persona. E poi viene a Roma da anni e ogni anno dice che ama Roma. Originale e dolce. Ci piace così, Ana.
Se la Cibulkova crede davvero che io l’abbia lasciata fuori dalla classifica perché è simpatica, beh, si sbaglia di grosso. E’ talmente antipatica che non merita l’ironia capace di smorzare i toni che le avrei garantito. La Schiavone potrebbe evitare di trattare (a volte) i raccattapalle come fossero degli schiavi al seguito. Stessa cosa vale per la Pennetta, che li incita in spagnolo a velocizzarsi per portare l’asciugamano. Fognini le sta facendo molto male. La Petkovic è a detta di tutti simpaticissima. Sono perfettamente d’accordo. Talmente d’accordo che mi sta antipatica. La Jankovic, che dire. Si è salvata grazie alle sue spaccate e a quella coda da cavalla, altrimenti anche per lei posto d’onore in classifica. Quanto alla Kerber, preferisco non commentare. Dico solo che è bionda. Come la Wozniacki, che si fa lanciare otto palle dai raccattapalle per poi ridarne indietro sette. Che simpatica la danesina. Ci sono quelle che si reinventano, come Serena e Venus. Oggi una gioca a fare la simpatica (e c’è da dire che ci riesce benissimo), l’altra a fare la donna di classe. E poi c’è la Bouchard in rampa di lancio. Ha già conquistato tutti con la sua simpatia travolgente. Ma, del resto, se Capriati, Pierce, Henin e Hingis hanno potuto giocare a tennis senza essere squalificate a vita per antipatia e scorrettezze, perché le dive di oggi non possono essere antipatiche? Ne hanno tutto il diritto.