La carriera del giovane Leo Borg, 17 anni, classe 2003, figlio della leggenda Bjorn, non si può dire essere stata fino a questo momento esaltante, al punto da far urlare a un nuovo fenomeno.
Certo, quando si è figli d’arte, è quasi automatico che i confronti con il padre vengano fatti; tuttavia, Leo si trova al momento al n. 111 del ranking ITF, con un best ranking di 89, ha vinto un solo titolo, un J4 a Tel Aviv un anno fa, e lo scorso Febbraio al Challenger di Bergamo (beneficiario di una wild card) ha perso malamente, 6/3 6/1, contro il taiwanese Tseng Chun-Hsin che occupava la posizione 301 ATP. Come dire, un po’ pochino per un ragazzo che punta a diventare un professionista affermato.
E dunque fa notizia l’annuncio del suo trasferimento alla Rafa Nadal Academy, che avverrà quando la situazione d’emergenza a causa del Covid-19 sarà rientrata. Fino ad ora, il giovane figlio di Bjorn Borg e della sua terza moglie Patricia Ostfeldt, si è allenato presso la Royal Lawn Tennis Club of Stockholm (KLTK) sotto la guida del coach Rickard Billing, che lo segue da quando ha 7 anni. Billing non ha potuto fare molto per trattenerlo in patria, come è logico che sia, dichiarando di essere felice per Leo e augurandosi che presso l’accademia fondata da Rafa Nadal possa raggiungere i suoi obiettivi.
Certo, verrebbe subito, e legittimamente, da pensare che forse, se Leo non avesse avuto quel cognome importante (e che pesa come un macigno) e se non fosse per le conoscenze del padre, magari alla Rafa Nadal Academy non ci sarebbe mai arrivato, come può succedere ad altri ragazzi della sua età magari anche più bravini ma con cognomi anonimi. E crediamo anche che, una volta dentro l’accademia, sarà difficile che non venga guardato da più di un coach o compagno di allenamenti con diffidenza o come “il raccomandato”. O forse no, e forse siamo solo noi dei malpensanti. Sicuramente questa notizia metterà ancora più pressione mediatica e non sulle spalle del figlio dell’11 volte vincitore Slam, ma se si guarda l’altra faccia della medaglia, potrebbe anche rappresentare il punto di svolta di una carriera tennistica per ora mai realmente decollata. Staremo a vedere.