Fare il numero 1 non è un mestiere per tutti. Parola di John McEnroe. Con 170 settimane al primo posto del ranking , il tennista di Wiesbaden è sesto nella graduatoria all time e può parlare da esperto.
MENTALITÀ E STIMOLI – «A volte ero un buon numero 1, altre non tanto – spiega John in un’intervista a El Pais – Poco dopo la mia prima volta in cima al ranking Borg decise di smettere. Fu una delusione. Avrei preferito essere secondo e che lui continuasse. Il mio problema era che non lavoravo per migliorare e gli altri hanno raggiunto il mio livello prima di quanto pensassi». Traslando il discorso all’era tennistica attuale, si può spiegare in parte la longevità di Federer, Nadal e Djokovic da padroni del circuito. Il miglioramento di uno di loro può aver funzionato da stimolo agli altri due, alla ricerca di nuovi strumenti e adattamenti del proprio gioco per tornare a guardare tutti dall’alto in basso. McEnroe, a detta sua, “si rilassò” dopo il ritiro di Borg e la pagò a caro prezzo. Vinse l’ultimo Slam a 25 anni, soppiantato poi dall’avvento di Lendl e dei giovani Wilander e Becker.
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PRESSIONE – A volte è meglio inseguire che fare da preda. «C’è una grande differenza tra il numero 1 e il numero 2» afferma McEnroe. Inseguire, dare la caccia all’obiettivo là in alto è, a detta di tutti, più facile che vedere quelli sotto che lo fanno con te. Il solo fatto di essere il numero 1 farà tirar fuori qualcosa di più agli avversari in ogni match. E a quel punto, oltre alla bravura tecnica, serve un’enorme forza mentale. Tornando ancora ai giorni nostri, l’ex numero 1 Murray ha dimostrato, al netto dei problemi fisici che l’hanno limitato, di non avere quella solidità per gestire lo status di capoclassifica. Una forza che invece ha sempre caratterizzato gli Altri 3.
Ricapitolando: insegui il numero 1 per mesi, anni. Quando lo raggiungi devi avere la forza mentale per resistere alla pressione che ti schiaccia come un macigno, ma allo stesso tempo è bene avere dei giocatori che ti stimolino, che ti portino ad alzare l’asticella del tuo tennis. Dura la vita del re del ranking…
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McEnroe diventò no 1 per calo di Borg; a conferma, il fatto che nel 1981 venne sconfitto 3 volte su 3 da Lendl – polverizzato da IceBorg 3 volte su 3 nel 1981 – e nel 1982 Connors – uno che dell’Orso non vedeva palla – divenne no 1, facendo fuori proprio McEnroe a Wimbledon nel 1982