Mouratoglou incorona Jannik: “Sinner resta il più forte, anche da fermo”

Il re non ha ceduto il trono

Jannik Sinner non ha giocato, ma è come se avesse vinto lo stesso. Parola di Patrick Mouratoglou, uno dei coach più autorevoli del circuito, già al fianco di leggende come Serena Williams e oggi allenatore di Naomi Osaka. Per il francese, il numero uno italiano è riuscito a consolidare la sua posizione ai vertici del tennis mondiale nonostante i tre mesi di assenza forzata dai campi.

Durante la pausa di Sinner, nessuno tra i suoi principali rivali è riuscito ad approfittarne. “Novak ha raggiunto una finale, ma non l’ha vinta. Carlos e Alexander non hanno giocato bene. Se Alcaraz avesse vinto Indian Wells e Miami, cosa nelle sue corde, avrebbe affrontato con più fiducia il ritorno di Jannik”, ha osservato Mouratoglou. E invece il rosso di San Candido è rimasto in vetta, mantenendo il comando della classifica ATP e – forse ancor più importante – l’aura da campione dominante.

Il mindset del numero uno

Il tecnico francese ha sottolineato un aspetto cruciale della crescita di Sinner: la sua forza mentale. “Ha un mindset da numero 1: era il più forte tre mesi fa e lo sarà anche al suo ritorno”, ha affermato con sicurezza. Nonostante l’assenza, Jannik non ha mostrato segni di debolezza: “Gli altri avevano l’occasione non solo di fare punti, ma anche di vincere tornei e guadagnare fiducia per affrontarlo. Eppure, non ci sono riusciti”. Un’analisi che, oltre a lodare Sinner, sottolinea le mancanze degli inseguitori.

Anche per questo, secondo Mouratoglou, il ritorno in campo dell’azzurro non sarà condizionato dalla pausa. Al contrario, potrebbe rafforzarlo ulteriormente, sia sotto il profilo fisico che psicologico.

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Il nodo coach: dopo Cahill, chi?

A fine anno si chiuderà la collaborazione tra Sinner e Darren Cahill, e una delle domande più pressanti riguarda il futuro assetto del suo team. Mouratoglou non fa nomi, ma ha tracciato un identikit chiaro del possibile sostituto: “Se arriverà un nuovo elemento al fianco di Vagnozzi, dovrà essere una figura esperta. L’armonia è una delle chiavi del successo nel team di Sinner, quindi sarà fondamentale che chi entra sappia integrarsi bene e possieda grandi doti comunicative”.

Un messaggio chiaro anche ai giocatori in ascesa: “Un allenatore lo trovi, certo. Ma trovarne uno davvero bravo, e adatto a te, è tutta un’altra storia”. E in un ambiente come quello del tennis professionistico, dove il rapporto tra coach e atleta è continuo e totalizzante, la scelta del giusto compagno di viaggio può fare la differenza tra un buon giocatore e un campione.

I giovani premono, ma la vetta è lontana

Se gli attuali top player non hanno approfittato dell’assenza di Sinner, i giovani talenti si preparano a emergere. Mouratoglou ha citato due nomi in particolare: Jakub Mensik e João Fonseca, entrambi destinati – secondo lui – a entrare presto tra i primi dieci del mondo. “Nelle carriere dei giocatori destinati a diventare Top 3 e vincere Slam, tutto accade in fretta. Ma da lì in poi, c’è un grande salto da fare sul piano mentale ed emotivo”, ha ricordato, facendo eco al percorso dello stesso Sinner.

Il futuro del tennis passa da nuove idee

Mentre il circuito ATP continua la sua corsa, Mouratoglou porta avanti con entusiasmo il progetto UTS (Ultimate Tennis Showdown), giunto alla seconda tappa a Nîmes. In un contesto suggestivo come l’anfiteatro romano della città francese, ben 20.000 spettatori hanno assistito al successo di Casper Ruud contro Tomas Machac. Il coach francese sottolinea però che il suo progetto non è in competizione con l’ATP: “Il mio obiettivo è fare qualcosa per il futuro del tennis e portare nuovi appassionati. Un giorno si potrebbe fare con l’ATP stessa”.

Infine, un pensiero ai giocatori fuori dai riflettori. Mouratoglou ha commentato con fermezza la lettera recentemente inviata dai Top 20 agli Slam per chiedere maggiori compensi per i colleghi di classifica più bassa: “Per me non è normale, considerando i soldi che girano nel business, che solo i Top 100 vivano bene per davvero con il tennis. Chiedere e ottenere più soldi per questi atleti è qualcosa che ritengo cruciale per il futuro del tennis”.

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