Bollettieri “Agassi si allenava al massimo 2 ore al giorno. Fognini non è intenzionato a diventare un campione”

Una bella e intense intervista a Nick Bollettieri. L’ottantaquattrenne, che è stato intervistato su Sky Sport Italia ha parlato dei suoi anni da teen ager, quando al tennis non pensava proprio, ma anche della sua visione sul gioco di Agassi, Federer, del carattere di Fognini e di quello di Richard Williams.
“Quando ero un ragazzo non avrei mai pensato che la mia vita sarebbe stata così legata al tennis a doppio filo, vivevo in un quartiere povero assieme a gente di ogni parte del mondo. Ero un buon atleta, giocavo a football e a baseball. Il tennis invece non lo conoscevo, finchè non cominciai a giocarci solo all’ultimo anno del college”
La possibilità di accedere al tennis anche ai poveri è stata una delle cose migliori che ha fatto “Nella mia vita ho sempre aiutato gli altri, come faceva anche mio padre. Aveva una fattoria e dava cibo gratis ai poveri.
Mio padre mi diceva che se andavo al ristorante con altra gente e non ero in grado di pagare il conto era molto meglio che non ci andassi, al contrario se avcessi potuto avrei dovuto offrirmi per primo di pagare, e sono cresciuto con questi insegnamenti.
Ho sempre dato a tutti la possibilità di accedere alla mia Accademia
Dicevo ai miei ragazzi “All’Accademia avete l’opportunità di diventare dei professionisti, se ci riuscite non vi chiederò soldi, ma permetterò ad altri di fare la vostra stessa esperienza. Quando Jim Courier aveva 14 anni sua mamma mi scrisse addirittura una lettera per ringraziarmi dell’opportunità che davo a suo figlio”

nick e agassi
Sui molti giocatori che sono passati dalla sua Accademia Bollettieri dice “Agassi si allenava al massimo 2 ore al giorno, Monica Seles non era una grande atleta ma era molto forte mentalmente. Si allenava mattina, pomeriggio e sera. Non voleva neanche uscire dal campo, e a causa sua ho divorziato da tre mogli”
“Il mondo del tennis è cambiato negli anni in diversi modi. Il serve&volley dipende dal giocatore”, naturalmente parla di Roger Federer e dell’importanza dell’avere talento” Roger ora sta giocando dentro al campo, sta usando una racchetta più grande e sta andando a rete. Deve andare di più a rete, questo è stato il contributo di Edberg.
Becker lavora con Djokovic su piccoli dettagli, non si possono cambiare i campioni.
Agassi era un talento naturale, tutto di lui era perfetto, il modo in cui guardava la palla, le mani, il lavoro di piedi.. quando un coach dice di potervi insegnare questo, mente. Agassi, Nishikori e Hingis sono speciali.
Non basta il talento per fare un campione, ma se hai un buon lavoro di equipe, di preparazione atletica e mentale, puoi diventare n°1. Quando lavoravo con Becker indirizzai l’allenamento su piccole cose, fu allora che cominciai ad ascoltare i miei allievi, oggi lascio parlare loro, e cerco di risolvere i loro problemi. Alcuni coach invece ascoltano solo se stessi.
“Nel 1992 poche settimana prima di Wimbledon Agassi mi chiamò per decidere il programma per i giorni successivi. Quindi andammo a Palm Beach per 2 settimane e non giocammo mai neanche un punto!
Il suo più grande rimorso ” Al Roland Garros avevo due “figli” in finale,Coria e Agassi. Mi sedetti un po’ nel box di uno un po’ dell’altro Il più grande errore riguarda Agassi. Gli scrissi una lettera informandolo sulla mia decisione di non volerlo più allenare per evitare un conflitto di interesse. Ma poi capii di aver sbagliato,avrei dovuto dirglielo faccia a faccia, e col senno di poi, avrei dovuto continuare ad allenarlo. Questo è stato un grosso errore che non ripeterò.


Una delle sue ex giocatrici è stata Maria Sharapova, che ha cominciato ad allenarsi nella sua Accademia da piccola “Maria pensava solo a lavorare, era molto disciplinata ma addirittura asociale. Quando se ne andò mi scrisse una lettera dicendo “Padre Nick in che cosa posso migliorare?” Lei colpiva la palla in anticipo e in modo limpido, la disciplina l’ha fatta campionessa, Maria era fatta per vincere”
I coach americani spesso parlano del rapporto che lo univa a Richard Williams “Chiunque diceva che ero pazzo, ma davano del pazzo anche a lui. All’inizio allenava le sue due figlie non per prepararle ai tornei ma per combattere su ogni palla. Fuori dal campo non dovevano parlare di tennis. Una volta Venus lo fece quando erano al mercato e Richard la rimproverò. Quando arrivarono all’Accademia gli domandai Cosa desideri che faccia con le tue figlie?” rispose “Se dovessi dirtelo io non me ne andrei a fare colazione”
Nick parla anche di Fognini “Il tennis ha bisogno di personaggi come McEnroe,Connors e Agassi. Abbiamo bisogno di personaggi che intrattengano il pubblico e siano capaci di vincere. Conosco Fognini abbastanza bene, sicuramente ha talento, ma non basta per avere successo, hai bisogno una squadra, di disciplina e devi riuscire a vincere ogni volta che ne hai l’opportunità.
Il problema è che quando ti lasci andare all’ira non c’è niente di positivo. Fognini potrebbe arrivare in top 10 e anche vincere dei bei tornei. Se mi chiedesse di allenarlo gli direi “Dimmi che cosa vuoi diventare. Non posso allenarti se non mi dici che vuoi essere un vincente” tu invece non sembri averne l’intenzione”

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