Novak Djokovic: “All’inizio non è stato facile digerire le sconfitte contro Roger e Rafa”

Dopo le due sconfitte a Montreal e Cincinnati, Novak Djokovic spera di riscattarsi nell’ultimo slam dell’anno. Nonostante Nole abbia giocato ben cinque finali nel torneo newyorkese e ne abbia perse quattro, continua a ribadire che il torneo della grande mela rimane uno dei suoi preferiti dell’intera stagione sul cemento: “Negli ultimi anni ho giocato tante semifinali, e poi nel 2011 è arrivata la prima vittoria, quindi è facile pensare che quello sia il mio miglior ricordo del torneo. I campi dell’US Open sono adatti al mio tennis. Ogni Grande Slam ha qualcosa di nuovo e qui l’atmosfera è unica!”.
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“L’anno scorso ho perso contro un giocatore che ha giocato meglio di me. Quest’anno sono felice di tornare e di riprovare a vincere il torneo. Sto giocando il miglior tennis della mia vita e durante la stagione ho già vinto due slam e un sacco di partite e spero che questo mi aiuterà agli US Open”.
Il serbo è sempre stato un talento che aveva un solo obbiettivo: diventare il numero uno del mondo. Questo ha sorpreso molto i genitori: “Mio padre era uno sciatore e da bambino anche io ho provato a sciare, ho provato pure il calcio, ma ho optato per il tennis, decidendo che volevo essere il numero uno al mondo, e questo ha sorpreso entrambi. Tuttavia la mia famiglia mi ha sostenuto, senza negarmi il sogno e adesso che sono in cima alla classifica mondiale posso dire che il mio sogno si è avverato per davvero”.

A proposito della rivalità con Rafa e Roger, Nole ha detto: “E’ un grande privilegio poter giocare nella stessa epoca di Nadal e Federer, perché la loro presenza mi ha fatto diventare un giocatore migliore che ha giocato più di 40 volte su diverse superfici contro di loro. Ho giocato e perso la mia prima finale slam a New York contro Roger. Per anni ho perso contro loro due nei momenti importanti e non è stato facile da digerire. E’ stato un brutto periodo perché avevo messo in dubbio me stesso ed ero convinto di non poter compiere l’ultimo passo. Ma grazie a queste sconfitte sono diventato una persona più forte, fino ad arrivare al giocatore che sono oggi”.

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