Opelka accusa Gaudenzi: “Ha mandato qualcuno a minacciarmi”

Uno scontro ad alta tensione

Nel mondo del tennis professionistico è scoppiata una vera e propria guerra legale. Al centro del caso, una class action intentata dalla Professional Tennis Players Association (PTPA) contro i principali organi istituzionali dello sport: ATP, WTA, ITF e ITIA, accusati di aver costituito un “cartello” per mantenere bassi i compensi degli atleti e limitare le loro opportunità economiche. La denuncia, presentata simultaneamente a New York, Londra e Bruxelles, chiede un processo con giuria e ha già provocato scosse profonde all’interno del circuito.

A pochi giorni dal deposito della causa, la PTPA ha denunciato tentativi da parte dell’ATP di intimidire i giocatori coinvolti, portando la questione in aula lo scorso venerdì presso il tribunale federale di Manhattan. In quell’udienza, durata quasi tre ore, ha testimoniato Reilly Opelka, uno dei firmatari della causa, in un racconto che ha acceso il dibattito.

Minacce in palestra e documenti contestati

Secondo quanto riferito da Opelka, il 18 marzo – lo stesso giorno in cui è stata presentata l’azione legale – un tennista lo avrebbe avvicinato negli spogliatoi durante il Miami Open per trasmettergli un messaggio chiaro e minaccioso: “Se non togli il tuo nome dalla causa, perderai la pensione e dovrai affrontare parcelle legali da milioni di dollari”. Il presunto emissario, membro del Player Council, avrebbe agito per conto dell’ATP e, nello specifico, su richiesta del suo presidente Andrea Gaudenzi.

Il nome dell’interlocutore non è stato rivelato da Opelka per timore di ritorsioni, ma la scena descritta – un uomo seduto accanto a lui sulla cyclette – ha il sapore di un legal thriller. Opelka ha ribadito la gravità delle pressioni subite, sottolineando come questo episodio non sia stato isolato.

A conferma di un clima teso, è emerso anche un documento che l’ATP avrebbe chiesto ai giocatori di firmare durante il torneo di Miami, con il quale disconoscere pubblicamente la causa. Il consigliere Luben Pampoulov ha ammesso di aver distribuito quel documento, ma ha spiegato di averlo ritirato immediatamente dopo la mozione della PTPA. Solo Ben Shelton lo avrebbe sottoscritto. Secondo Pampoulov, inoltre, “la versione di Opelka è falsa”, e durante la riunione in questione Gaudenzi non avrebbe mai dato simili istruzioni, lasciando piuttosto che fossero i membri dello staff ATP a trattare l’argomento.

“Portatemi Gaudenzi!” – il grido di battaglia di Pospisil

Tra i protagonisti in aula anche Vasek Pospisil, cofondatore della PTPA insieme a Novak Djokovic. Pospisil ha affermato di aver parlato con oltre 150 tennisti, sostenendo che la maggioranza si è detta favorevole all’azione legale. In un tweet pubblicato il 18 marzo, ha scritto: “Abbiamo parlato con oltre 300 giocatori, tutti ci hanno appoggiato moltissimo. Top player compresi”. Un’affermazione che tuttavia non trova pieno riscontro, visto che Carlos Alcaraz, per esempio, ha dichiarato di non essere stato contattato per non essere “distratto”, pur avendo poi risposto “in modo entusiastico” secondo Pospisil.

A rendere la situazione ancora più controversa è la posizione dello stesso Djokovic, che pur essendo cofondatore della PTPA, ha preso le distanze da alcuni aspetti della causa, affermando: “Ci sono elementi con cui sono d’accordo e altri no”. Una dichiarazione che ha sorpreso Pospisil: “Non so perché abbia detto quelle cose, non erano in linea con le nostre conversazioni precedenti”.

Durante l’udienza, i legali dell’ATP hanno anche fatto riferimento a episodi passati per screditare i testimoni, ricordando – per esempio – l’esplosivo sfogo di Pospisil durante il Miami Open del 2021, quando, dopo un penalty point, aveva urlato in campo: “Ieri per un’ora e mezza il capo dell’ATP ha alzato la voce contro di me perché cercavo di unire i giocatori. Portamelo qui, portamelo qui!”. Quella frase oggi sembra risuonare come un presagio.

Costi salati e la mina della rappresentanza

Un altro nodo della vicenda riguarda le possibili ritorsioni economiche. Secondo lo statuto dell’ATP, se un membro perde una causa intentata contro l’organizzazione, è tenuto a coprirne le spese legali. Una clausola che in passato ha già avuto conseguenze pesanti, come nel caso delle federazioni di Germania e Qatar, costrette a trovare un accordo stragiudiziale dopo un lungo contenzioso.

La PTPA denuncia che l’ATP sarebbe pronta a investire “tra i 50 e i 100 milioni di dollari” per difendersi. Anche se questa cifra non è stata confermata ufficialmente, lascia intendere quanto sia alta la posta in gioco.

Al centro di tutto c’è infine la questione della rappresentanza. L’ATP, tramite l’avvocato Brad Ruskin, accusa la PTPA di essersi “auto-designata” portavoce dei tennisti, pur senza un mandato formale. Il board dell’ATP è infatti composto in modo paritario da rappresentanti dei tornei e dei giocatori. Secondo Ruskin, “la PTPA mina questa struttura, non la rafforza”. Un tema non nuovo, ma che riemerge ora con forza: può una nuova associazione autoproclamarsi rappresentante di tutti i professionisti? La distanza tra parlare con 300 tennisti e rappresentarli ufficialmente resta ampia.

Uno scontro destinato a durare

Per il momento, la giudice Margaret Garnett ha dato una settimana di tempo alle parti per fornire ulteriori memorie scritte. Una decisione sulla mozione della PTPA è attesa a breve, ma la risposta ufficiale degli enti citati nella causa non arriverà prima del 20 maggio.

Nel frattempo, lontano dalle aule di tribunale, i top player ATP e WTA hanno scritto una lettera congiunta ai quattro Slam chiedendo un aumento significativo del montepremi. Nonostante gli Slam non siano direttamente coinvolti nella causa, vengono citati nel documento come “co-conspirators”. Chissà con quale spirito avranno accolto la missiva.

Quella che si è aperta non è solo una battaglia legale. È un confronto che mette in discussione l’intero sistema del tennis professionistico, i suoi equilibri interni e il potere decisionale degli atleti. Un braccio di ferro tra passato e futuro, tra chi gestisce il gioco e chi ne è protagonista. E questa partita, almeno per ora, è appena iniziata.

BREVI

PIù POPOLARI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Ads Blocker Image Powered by Code Help Pro

Ads Block Rilevato

Abbiamo rilevato che stai utilizzando estensioni per bloccare gli annunci. Ti preghiamo di aiutarci disattivando questi blocchi pubblicitari.

Powered By
Best Wordpress Adblock Detecting Plugin | CHP Adblock